Napoli: stanno strappando al mare i capolavori di una città sommersa di Liliana Madeo

Napoli: stanno strappando al mare i capolavori di una città sommersa Sommozzatori archeologi nelle misteriose ville davanti a Capo Epitaffio Napoli: stanno strappando al mare i capolavori di una città sommersa Martedì mattina è stata recuperata una piccola statua in marmo di una bimba (primo secolo dopo Cristo), personaggio della famiglia imperiale - Ai sub sono apparse strade, palazzi, ninfei e colonnati DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Nella luce incerta che penetra nello scantinato del castello aragonese di Baia — l'unico vano cui l'accesso è consentito — la piccola statua di marmo spicca sul panno verde steso al fondo di una cassa di legno da imballaggio. Le fattezze del volto infantile sono fini, segnate con precisione. La spalla è lasciata scoperta dall'abito che scende appena, sul fianco destro. Il ventre, le mani, il rilievo delle gambe sono ancora coperti da un ammasso di fanghiglia, sale, detriti solidi. Il ritrovamento è stato fatto martedì mattina, nel mare antistante la zona dei Campi Flegrei, all'altezza di Capo Epitaffio. Oggi l'equipe dei suoi scopritori incomincia in questo stesso scantinato — utilizzando un vascone di plastica — l'operazione di pulitura. L'eccitazione è grande, si parla di evento eccezionale. Ci sono le autorità locali, i protagonisti dell'operazione, il ministro Scotti. -Non è ancora chiaro se si tratta di un bambino o di una bambina. Deve avere 4-5 anni. E' un personaggio della famiglia imperiale. Siamo nel I secolo d.C. I due figli di Claudio furono Ottavia e Britannicus. Ottavia nacque nel 39 o 40-, spiega il professor Bernard Andreae. Proviene dall'Università di Marburg. Dirige la ricerca, su cui confluiscono le energie e i fondi della Sovrintendenza archeologica di Napoli, delle Università di Roma e di Marburg, della Fondazione Thyssen. Intorno a lui ci sono i sommozzatori, i giovani del Cen- tro studi subacquei di Napoli, l'equipaggio della nave che collabora ai lavori. .Questo — prosegue il professor Andreae — è il primo scavo subacqueo in un centro abitato romano. Di solito l'archeologia sottomarina opera sotto le navi, presso reperti abbandonati al largo. Qui ci troviamo di fronte a una vera città, con le strade, i palassi, i ninfei, i colonnati, i mosaici. Un viaggio di \ ricognisione su questo mondo sommerso è misterioso e affascinante. La gente della sona conosce da sempre questi tesori. 1 pescatori si danno appuntamento sopra questa o quella casa. I ricercatori abusivi hanno lavorato indisturbati per secoli-. Della città romana, sprofondata nel mare a causa dei movimenti della terra, esiste un rilievo fotografico fatto circa vent'anni fa. Scavi non ne erano mai stati fatti. Nel '69. furono rinvenute due statue di marmo, un Ulisse e un suo compagno, del I secolo d.C. circa. A maggio il prof. Andreae è venuto qui e ha incominciato uno scavo condotto con gli stessi mezzi con cui si lavora a terra. La ricerca è durata 15 giorni. Anche lui ha incominciato ad immergersi, con la muta e la maschera. «Ma c'è sempre un angelo custode che mi sorregge e mi tira •su quando vacillo-, dice ri- dendo. -E'un'emosione bellissima. Lavoro e galleggio, come sensa corpo-, aggiunge. Allora venne alla luce un Dioniso, di fattura ellenica, dalle movenze aggraziate, che gli abitanti del comune di Bàcoli subito hanno incominciato a visitare con ammirazione e rispetto. Il progetto è diventato consistente. La seconda fase della ricerca è incominciata a metà settembre, «una ricerca a fin di studio semplicemente-. Invece sono venute fuori altre statue, martedì quella infantile e venerdì scorso quella di una donna. Sarebbe Antonia Minore, la figlia di Marcantonio, madre dell'imperatore Claudio. Ora è stesa a terra, il corpo giovane appena ricoperto da un leggero drappeggio, i lineamenti delicati, un diadema preziosamente traforato sul capo incorniciato dai riccioli che contraddistinguono i personaggi della famiglia imperiale. Giaceva da secoli bocconi, col mare che le ondeggiava sulla schiena ora levigata. Era sotto lastre di marmo, a 4-5 metri di profondità. Ma nessuno dei suoi ritrovatori — tanto è bruciante il timore degli archeologi pirati — vuole dire di più, né la distanza dalla costa né le dimensioni dell'edificio nel quale hanno frugato: «un grandioso ninfeo della prima età imperiale collegato ad altri ambienti che costituiscono un unico grandioso complesso-, si limitano a dire. Adesso si vuol sapere con quali fondi e uomini si può proseguire questo lavoro (lo scavo in corso termina a metà ottobre), la destinazione da dare alle opere rinvenute, il collegamento da istituire nel territorio fra le varie testimonianze del patrimonio artistico. Il ministro Scotti ha promesso: -Ne abbiamo parlato, io e i colleghi, a Signorile. Tutti i mezzi che servono per accelerare i lai'ori di scavo saranno messi a disposizione nel 1982. Il castello deve essere restaurato, per diventare museo e punto di riferimento culturale nel territorio: lo richiederemo al ministro delle Finanze-. Liliana Madeo Baia. La statua di «Dioniso» recuperata fra i ruderi della misteriosa città sommersa

Persone citate: Andreae, Baia, Bernard Andreae, Signorile

Luoghi citati: Napoli, Roma