Guillaume se ne va all'Est A Bonn scoppiano polemiche di Tito Sansa

Guillaume se ne va all'Est A Bonn scoppiano polemiche La superspia parte eludendo l'assedio dei fotografi Guillaume se ne va all'Est A Bonn scoppiano polemiche DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — »Er ist weg» (è via). Con queste parole il capo della polizia criminale di Bonn, Gerhard Boeden, ha annunciato ieri pomeriggio ai fotografi e ai «cameramen» di tutto il mondo in attesa da due giorni dinanzi al policlinico sul Venusberg, che Guenter Guillaume, la «superspia» scoperta nel 1974 nell'anticamera del Cancelliere Willy Brandt, era partito per venire riconsegnato alla Germania comunista. Più tardi, benché l'ufficio stampa federale si rifiutasse tenacemente di confermare la notizia, si è saputo che Guillaume era stato trasportato all'aeroporto di Colonia-Bonn dove era pronto al decollo un aereo alleato con destinazione Berlino Est. Erano le 16,40 quando — dopo sette anni e mezzo di carcere — Guillaume ha preso la via della libertà, senza che alcuno dei fotografi appostati se ne accorgesse. Gerhard Boeden aveva predisposto una manovra diversiva, facendo atterrare accanto alla clinica nella quale la spia era stata ricoverata martedì un elicottero della guardia di frontiera. Mentre su di esso si concentrava l'attenzione dei reporters e lo stesso capo della polizia criminale diceva loro: • Credo che non valga la pena aspettiate ancora», un furgoncino bianco-verde di una casa farmaceutica di Monaco di Baviera si è accostato a una porta di servizio della clinica, con il portellone posteriore che ne copriva l'apertura, come se ne dovesse venire scaricato del materiale. Non visto, Guillaume è salito con due agenti sul furgone che (tra l'indifferenza generale) è partito per l'aeroporto. Non soltanto i giornalisti e i fotografi sono stati ingannati. Stando alle rivelazioni del quotidiano Die Welt, nella operazione di scambio di agenti segreti tra le due Germanie sarebbe stato preso a gabbo anche il presidente della Repubblica Karl Carstens, che lunedi aveva firmato (contro le proprie convinzioni) il decreto di grazia alla spia. Secondo il giornale, il governo di Bonn avrebbe fatto credere al Capo dello Stato che in cambio di Guillaume la Germania comunista avrebbe liberato una sessantina di prigionieri politici e che in un «pacchetto internazionale» il Sudafrica avrebbe rilasciato l'agente sovietico maggiore Alexei Koslov (in cambio del dissidente ebreo Anatoly Sharansky) mentre la Danimarca avrebbe rimesso in libertà la spìa tedesca orientale Joerg Meyer e la Francia un agente di alto rango. Mentre Guillaume già si trova in patria ancora non si conosce la portata della complessa operazione di scambi di spie imperniata sulla sua persona. Tito Sansa

Persone citate: Alexei Koslov, Gerhard Boeden, Guenter Guillaume, Karl Carstens, Meyer, Sharansky, Willy Brandt