Ora Varsavia ha deciso di aiutare Walesa e i moderati di Solidarietà

Ora Varsavia ha deciso di aiutare Walesa e i moderati di Solidarietà Mentre a Danzica il congresso sindacale rinvia il voto sull'autogestione Ora Varsavia ha deciso di aiutare Walesa e i moderati di Solidarietà Difficile dire se l'appoggio gioverà al leader dei sindacati liberi - Ribaltata la posizione nel Politburo del partito: adesso i «duri» sono per l'intesa nazionale - Forse un preludio a rimpasti nel vertice del poup DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE DANZICA — Al congresso di «Solidarietà» gli umori cambiano da un momento all'altro come i venti sul vicino Mar Baltico. Ieri la veemenza oratoria si è quasi del tutto spenta. Sarà perché ad aprire la sessione è stato monsignor Tischner, parroco del congresso, appena ritornato da un colloquio con il primate Glemp. «Credo nell'istinto infallibile del congresso, sento che anche quando le discussioni sembrano portare alla spaccatura prevalgono il buon senso e l'istinto del giusto», ha detto nel suo sermone il prelato, suggerendo ai congressisti la via della moderazione e dell'intesa. Per non venir meno a questo «istinto», il congresso ha subito deciso di accantonare un'altra volta la votazione sulla scabrosa mozione riguardante la legge sull'autogestione e il compromesso raggiunto in merito fra Walesa e il governo. Esprimerlo subito, questo giudizio, significava determinare in anticipo il rapporto (di confronto o di scontro) che «Solidarietà» intende stabilire con il governo e pregiudicare altresì l'elezione di Walesa a capo del movimento. Si è deciso di rinviare anche la mozione sul «Kor» che la sera prima aveva provocato tanto scompiglio nella sala da far finire uno dei congressisti all'ospedale con l'infarto. Si trattava di rendere omaggio all'appena sciolto «Comitato per l'autodifesa sociale», composto da illustri intellettuali dissidenti, e di esprimere il riconoscimento per quanto esso aveva fatto per il movimento sindacale. Il gruppo degli intellettuali vi si configurava un po' come il padre spirituale di «Solidarietà». L'animosità verso i consiglieri della presidenza, provenienti appunto da tale gruppo, e sospettati di mirare ad appagare tramite il sindacato le loro brame di potere, ha fatto bloccare la mozione. Ne è stata presentata un'altra che si limita a prendere atto dello scioglimento del «Kor», un passo che priva anche i sovietici e il governo dell'argomento più sfruttato per insinuare che «Solidarietà» stava perdendo 11 proprio carattere operaio. Anche in questo caso, dietro il contenzioso sulle mozioni, ci sono due modi di concepire la linea del sindacato. Il congresso ovviamente non potrà ignorarli, ma ha preferito pronunciarsi sui principi invece che sulle persone. Di conseguenza è passato a discutere gli emendamenti al programma. Ver so sera però un gruppo ha perso di nuovo la pazienza chiedendo di «interrompere gli sterili vaniloqui accademici'. Così di nuovo tira vento di burrasca. Il congn*" ' sfatti si spazientisce . ha l'impressione di ne. arsi, per un momento magari, al centro della storia. Di fronte ad un partner tanto imprevedibile anche il Politburo sembra aver perso la pazienza. Si era sostenuto che Varsavia aveva detto quello che aveva da dire e che la risposta ora spettava a Danzica. Il partito di governo non se l'è sentita di aspettare ed ha mandato ieri un altro segnale «di profonda preoccupazione» al congresso sindacale. Il comunicato della consueta seduta di tutti i martedì del Politburo dice che la preoccupazione proviene dalla 'tensione aggravata dalla Sabato, partenza da Malta

Persone citate: Glemp, Tischner, Walesa

Luoghi citati: Danzica, Malta, Varsavia