Luigi Russo un belfagor della critica

Luigi Russo un belfagor della critica A vent'anni dalla morte Luigi Russo un belfagor della critica LA Scuola Normale Superiore di Pisa che è stata centro dell'attività di Luigi Russo e ha tratto dal suo magistero molta della sua fama, ricorda a Pietrasanta il grande critico, vent'anni dopo la morte, in un convegno di quattro giorni, che si svolge dal 24 al 27 settembre e che si distingue per la partecipazione di importanti studiosi: da Walter Binili, che del Convegno è il presidente, a Badaloni, Baratto, Bigi, Bonora, Carpi, Ferretti, Isnenghi. Le questioni critiche più importanti della nostra storia letteraria non possono prescindere da Luigi Russo e, specie su certi autori come Machiavelli, Manzoni, Verga, dai suoi contributi decisivi, che si sono costruiti con gli anni, a varie riprese. Verga è oggetto di una lunga fedeltà; dal saggio del '19, uscito a Napoli, fino a Vergo poeta della povera gente, che è del '52 ed è compreso nel volume significativamente intitolato II tramonto del letterato (Bari, Laterza, 1960). Il Machiavelli (Bari, Laterza, 1945) è un classico, cosi come Personaggi dei Promessi sposi (Bari, Laterza, 1945), frutti tutt'e due di una lunga consuetudine con il commento delle opere. Cresciuto alla scuola universitaria del Flamini e quindi alla lezione del metodo storico, Russo usci di tutela quasi subito, fin dal suo primo saggio (Metastasio, Bari, Laterza, 1915), prendendo da Croce e da De Sànctis, al quale restò sempre legatissimo. De Sanctis più che Croce lo sorresse nel passaggio allo storicismo del suo metodo critico, come si può cogliere in opere quali Di Giacomo (Napoli, Ricciardi, 1921) a I narratori (Roma 1923). Per Russo la letteratura è intervento, azione: battaglia che .non procede da un programma o da un'astuzia o vezzo letterario, ma è una vena insoffocabile e, spesso, dolorosa». Lo scrive in De vera religione (Torino, Einaudi, 1949), la sua summa matura di «militante» laico e un po' anche prosecuzione di un libro precedente dal titolo programmatico e mai mentito L'elogio della polemica (Bari, Laterza, 1933). Su Russo scrittore esistono saggi del Devoto, di Baldacci, di Contini e recentemente gli è stato dedicato un intero volume. Un buon punto d'avvio per conoscere gli aspetti diversi della sua figura è il numero 6 di «Belfagor» (la rivista che fondò e diresse fino alla morte) dell'anno 1961. Ne parlano tra gli altri Flora, Garin, Binni, Sapegno, Fubini, Lussu, Calamandrei. Di riviste aveva già diretto il «Leonardo» e «La Nuova Italia». Su «La Nuova Italia» firmava schermaglie, che, com'è stato recentemente messo in luce, erano di Croce. g. te.