Nella crisi della ragione riappare la bussola di Croce di Giuseppe Galasso

Nella crisi della ragione riappare la bussola di Croce Laterza prepara redizione nazionale delle opere Nella crisi della ragione riappare la bussola di Croce Le trentamila pagine scritte da Benedetto Croce in settant'anni di attività saranno riunite nell'edizione nazionale delle sue opere, a cui l'editore Laterza sta per dare l'avvio. Il comitato promotore si è riunito per la prima volta a Napoli in questa settimana, l'iniziativa dovrebbe partire nel 1982. E' il trentesimo anniversario della morte del filosofo, che dominò la cultura italiana nella prima metà del Novecento e che oggi sembra destinato a riemergere dopo una lunga parentesi. La filosofia, la storiografia, la critica letteraria, la stessa politica sono state segnate dalla sua presenza, per intere generazioni. A Giuseppe Galasso, storico, autore di studi crociani (ha pubblicato tra l'altro «Croce, Gramsci e altri storici» per II Saggiatore) abbiamo posto due domande. 1 ) Dopo la morte di Croce la sua filosofia ha avuto una lunga eclisse. Oggi si prepara l'edizione nazionale italiana, le sue opere si leggono all'estero. Quanto può contare, in un ritorno a Croce, la crisi dell'ideologia marxista? 2) Quale influenza il Croce storico esercita ancora sulla storiografia italiana? Fino a che punto è valida la sua interpretazione della storia d'Europa come storia della libertà? E quanto si può ancora giustificare, in questa prospettiva, l'ammissione di «incidenti» come il fascismo? NON credo che la questione della lettura attuale di Croce vada posta in connessione specifica con la crisi e l'ideologia marxistica. E' vero che la prima grande lettura di Croce avvenne, in Italia, in connessione proprio con la perdita di attrazione da parte del marxismo negli ultimi del secolo scorso. Croce stesso si era impegnato nella discussione sui fondamenti teorici, anche in economia, del marxismo che si ebbe allora in tutta Europa, dando contributi che ebbero molta risonanza in Italia e fuori. Però, quella in cui Croce intervenne con le opere della sua prima maturità, a partire daU"'estetica" nel 1903, era una crisi di pensiero e di costume assai più ampia: era la crisi del positivismo e della società europea che lo aveva espresso. Oggi c'è, credo, qualcosa di analogo. C'è una crisi innegabile delle ideologie di critica radicale, del cosiddetto -pensiero negativo-, delle cosiddette -avanguardie-, del cosiddetto -moderno-: questi e altri termini sono numerosi e varii. in relazione ai diversi campi o alle diverse posizioni a cui si riferiscono, e la loro stessa molteplicità e varietà esprime la latitudine della crisi. Il marxismo — come la psicanalisi, come tanta parte della filosofia di ispirazione matematica e scientifica, come gran parte del pensiero sociologico — ne è investito appieno. Se le sue lacerazioni appaiono in una luce più cruda, lo si deve solo al fatto che il marxismo non è solo una corrente o un sistema di pensiero: è anche una delle grandi alternative politico-sociali del nostro tempo, oggi ben più che ai tempi in cui Croce polemizzò con esso. In questo quadro una ripresa di interesse per il pensiero classico non solo non è inverosimile, ma è una delle reazioni più naturali che si possano prevedere. Naturalmente, si tratta dei -classici-, quale ormai e pienamente è Croce. I -ritorni- nella storia del pensiero sono sempre simbolici: se li si interpretasse come eventi materialmente rispondenti al termine, non se ne capirebbe nulla e si creerebbero solo dannose mitologie. Infine, non è affatto inverosimile che Croce abbia un po' la sorte che fu di Vico, che sembrava così marginale, ma che nella storia della filosofia del nostro e del secolo scorso è diventato un punto obbligatorio di riferimento. E l'ipotesi può essere confortata dalla grande affinità dei motivi storicistici e logico-critici svolti dai due pensatori napoletani. Anche al riguardo della storiografia si può dire che l'influenza di Croce è oggi quella di un classico. Ma si può anche dire che la storiografia (tutta la storiografia, non solo quella italiana) è destinata a riacquistare — e neppure a scadenza troppo lontana — una ripresa fortissima di interesse per la specificità della politica, del potere, del dibattito politico, dei nessi politico-sociali, dell'amministrazione pubblica a tutti i suoi livelli, dei gruppi di pressione della politica internazionale, della diplomazia, della guerra: insomma, per la storia politica, come si diceva una volta. Da questo punto di vista, la teorizzazione della storia etico-politica da parte di Croce offre uno strumento di lavoro suscettibile di ulteriori e importanti sviluppi, come è già largamente accaduto nella migliore storiografia di ispirazione crociana da Chabod in poi. La storia dell'Europa come storia della libertà è una proposta interpretativa (oltre che un atto di fede) che appartiene alla grande tradizione europea delle storie -progressive-, dall'Umanesimo all'Illuminismo, dal Romanticismo alle grandi correnti culturali del secolo XX legate alle tradizioni storicistiche e razionalistiche (come, ad es., lo stesso marxismo). Certo, chi ha una concezione ristretta della libertà, come dato puramente psicologico o morale (Croce stesso tendeva a ciò) o chi ha ispirazioni diverse da quelle storicistiche o razionalistiche può trovare la formula generica o evasiva o superficiale o puramente idealistica, spiritualistica, moralistica e così via'. Ma chi ha un senso più ampio e robusto della libertà (e le generazioni post-crociane non possono non averlo) troverà la -storia della libertà- come elemento innegabile e centrale della storia morale, in tellettuale e sociale dell'Europa. Il fascismo come -incidente- o -caso fortuito-, o - invasione di barbari inattesi- e così via è, invece, una interpretazione comprensibile per l'esigenza di Croce di non riconoscere legittimità e prospettiva storica al fascismo, ma non sostenibile nel quadro concreto dell'Italia che nel 1922 sfociò nel fascismo. Giuseppe Galasso Benedetto Croce

Persone citate: Benedetto Croce, Chabod, Giuseppe Galasso, Gramsci

Luoghi citati: Europa, Italia, Napoli