Nelle sue liriche ritrovavo anche la mia Liguria

Nelle sue liriche ritrovavo anche la mia Liguria Caproni Nelle sue liriche ritrovavo anche la mia Liguria ne, per tutta la vita. Il mio primo «impatto» con la sua poesia avvenne nel '30. Avevo diciotto anni, e con passione leggevo Campana, Cardarelli, Ungaretti, Rebora. Finché, un giorno, vidi in una vetrina un libro con un titolo che mi calamitò, e chiesti i soldi a mio padre me lo comprai: 'Ossi di seppia; Ribet editori, lire 15. Dall'introduzione di Gargiulo, 11 per 11, capii poco. E forse capii ancora meno i versi. Ma non importa. Rimasi talmente travolto dall'ondata di quella musica, che da allora non mi staccai più da quel libro. E dico libro proprio come oggetto materiale, fatto di carta, inchiostro e colla. Tanto da riuscire a salvarlo, con pochissime altre cose care, dagli Innumerevoli traslochi, e perfino dall'incendio di Troia. Ho detto «impatto», perché l'urto fu davvero forte. Non mi era mai capitato un fatto simile (un simile rimescolio interno) imbattendomi in un nome nuovo. Forse perché trovavo cosi perfetta consonanza tra l'alfabeto del paesaggio ligustico, in cui ero immerso animo e corpo, e l'alfabeto di quelle pagine, tutte tese — mi pareva — ad Interpretare gli elementi di tale paesaggio come geroglifici di una verità di continuo sfuggente, o che al massimo si rivela in essi a labili e contraddittori barlumi? Può darsi. Ma non vorrei cadere, con ciò, nella fragile trappola di definire (e quindi di limitare) Montale come «poeta ligure», anche se senza alcun dubbio è all'apice di quella corrente che, per certe affinità di sentire più che per reali corrispondenze stilistiche, fu inaugurata dai poeti della Riviera ligure: da Ceccardo a Mario Novara, da Boine a Sbarbaro. Montale è poeta universale, pur se resta vero che nessuno è riuscito con maggiore energia a trarre dalla propria terra (e dal proprio mare) le prime metafore del suo dire. Comunque sia, so ancor oggi, degli Ossi, intere poesie a memoria. E non mi delusero certo né Le occasioni né La bufera, quest'ultima comprata nel '56 nell'edizione Neri Pozza, lire 1000. Tra il '30 e il '56 sappiamo quanta e quale «storia» travolse 11 mondo. Investendo in pieno gli uomini della mia generazione. Eppure, il mio «bisogno» di Montale non conobbe arresti, o cali. Anzi, proseguii in crescendo, a mano a mano che dal primo stadio tutto viscerale transeò in quello di riflessione critica. Giorgio Caproni

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