In questi inediti di Montale la nascita degli «Ossi di seppia»

In questi inediti di Montale la nascita degli «Ossi di seppia» Sulle pagine di «Primo Tempo» e del «Baretti» i versi giovanili In questi inediti di Montale la nascita degli «Ossi di seppia» ERANO giovani. Di loro, qualcuno ancora andava all'Università. Leggevano Baudelaire e Mallarmé, James e Valéry. Camminavano lungo il Po, sedevano tra i tavolini sospesi delle trattorie del lungofiume, quelle con i bilanceri pronti a scendere in acqua per raccogliere il pesce fresco. Parlavano di letteratura, di progetti in cui Romanzo e Poesia diventavano personaggi vivi. Parlavano anche di fare una rivista. E la rivista loro, Giacomo Debenedetti, Mario Gromo, Sergio Solmi, Emanuele F. Sacerdote, non la lasciarono nell'affollato limbo della carta stampata. Si sarebbe chiamata Primo Tempo e il primo numero sarebbe uscito il 15 maggio del 1922. Avevano messo la redazione in casa di Debenedetti in corso San Maurizio, al 36; avevano trovato una tipografia in via Carlo Alberto, la C. Valentino & C, disposta a stamparla ad un prezzo non troppo alto. Il Sacerdote poi qualche soldo in più di tasca sua era disposto a mettercelo e anche a cercare pubblicità, quella della Cinzano, degli oli e grasso da macchine, di vetrerie e fiorai. Di Primo Tempo ne uscirono dieci numeri e durò fino agli ultimi mesi del '23. E fu proprio su Primo Temponel numero 2, che Montale pubblicò le sue prime poesie e quella di Riviere che doveva chiudere la sua prima raccolta in volume di Ossi di seppia. * * Montale, che stava a Genova e frequentava il caffè Diana insieme ad Angelo Barile, Adriano Grande, Camillo Sbarbaro, aveva conosciuto a Parma nel '17, nella caserma degli allievi ufficiali della Pilotta, Sergio Solmi ed era rimasto con lui in ottimi rapporti. E fu di Solmi l'invito a spedire a Debenedetti le sue poesie. Uscirono nel giugno del 1922 sotto il titolo di Accordi e il sottotitolo «Sensi e fantasmi d'una adolescenza». Era un gruppo di sette poesie più la già ricordata Riviere. Passarono due anni dalla chiusura di Primo Tempo, i fascicoli avevano ospitato gli scritti di Ungaretti, Sbarbaro, un saggio di Montale su Cecchi, i disegni e i guazzi di Casorati, Galante, Chessa; i redattori erano emigrati intorno a Gobetti e al suo gruppo: Natalino Sapegno, Mario Fubini, Augusto Monti, Federico Chabod. Ed Eugenio Montale da Genova si rifece vivo con i vecchi amici. Gli avevano detto che Piero Gobetti voleva affiancare alla sua rivista Rivoluzione liberale, fondata nel '22, uno stumento culturale che si occupasse di una corrente di pensiero alternativa a quelle frequentate dai futuristi e dai dannunziani. Montale ricominciò a parlare a Solmi, a scrivere a Debenedetti. Tra il '21 e il '25 aveva steso quattro sezioni poetiche: Movimenti, Ossi di seppia. Mediterraneo, Meriggi e ombre, li avrebbe voluti volentieri vedere pubblicati con il titolo Rottami insieme alla poesia già apparsa Riviere, in un solo volume. Magari, come ricorderà più tardi Angelo Barile, cambiando il titolo in Ossi di seppia. I vecchi amici che ormai lavoravano alla rivista di Gobetti, che aveva cominciato ad uscire nel dicembre del '23 con il titolo Baretti, lo invitarono a portare il manoscritto nella redazione di via XX Settembre. Ma Montale non poteva o non aveva voglia di mettersi in treno per Torino, consegnò il manoscritto al suo amico e commediografo Cesare Vico Lodovici, promettendo, e l'avrebbe fatto, di venire a dare una scorsa alle bozze. Fu cosi che nel numero del 15 gennaio 1925 del Baretti comparve l'annuncio della pubblicazione degli Ossi di seppia, al prezzo di lire sei. Nico Orengo -trm^ % , 1^ -4 jti^Zt. cÀe, Q^*A-cXji*. «v-K-^/n^tV, « JL~ l'Ut 1 \ Qui accanto e sotto il titolo, due autoritratti di Montale. Nell'incomiciato il manoscritto della prima versione de «I limoni»

Luoghi citati: Genova, Parma, Torino