Scipione l'Africano un elegante artista della guerra di Carlo Carena

Scipione l'Africano un elegante artista della guerra Biografie Scipione l'Africano un elegante artista della guerra RARAMENTE una biografia è stata un'apologia come questa, nel senso letterale di difesa, perorazione. Ma non è qui il problema, bensì se il biografato richiedesse e meritasse un'apologia. Senz'altro si. Il personaggio in questione non va di solito oltre la necessaria informazione scolastica e qualche incontro casuale, come negli arazzi del Quirinale o per l'immortale episodio di Sofonisba. i cui cantori non si contano, dal Petrarca all'Alfieri. Parliamo di Scipione Africano Maggiore, uno di quei generali vittoriosi la cui fama venne oscurata dai vinti. Forse solo il Petrarca, nel suo poema africano, ne senti la grandezza, ma ponendo in lui la somma delle virtù cardinali pagane gli tolse irrimediabilmente quel vigore che — anche qui — in Annibale traspare assaipiù brillante. Non è comunque lo Scipione virtuoso e umanista che interessa maggiormente, per ragioni professionali, sir Basii Liddell Hart. autore di una vita scipionica datata 1926. già sfruttata in età mussoliniana e ora ripresentata da Rizzoli nella sua collana Biografie. Sir Basii fu il maggior esperto militare inglese fra le due guerre, capitano della Yorkshire Light Infantry in Francia durante il primo conflitto mondiale e poi autore del manuale ufficiale per l'addestramento della fanteria britannica. Combattente sul campo e studioso di strategia, egli ha indagato e rappresentato soprattutto le battaglie disputate da Scipione, che furono, nel breve giro di dieci anni, molte e varie, frutto di una versatilità senza pari, di un professionista che. a detta dell'esperto, fa impallidire come burocratici dilettanti o usurpatori di fama i più celebrati capitani della storia, se si eccettuano tutt'al più il suo avversario Annibale e Napoleone Bonaparte. Si va dagli assedi, come quello iniziale di Cartagena in Spagna, allo schieramento in campo aperto come quello di Ilipa. pure in Spagna, e fino a quello conclusivo di Zama. in cui due maestri dell'arte bellica — perché si chiamava arte anche quella — diedero il meglio di sé. come non è dato di trovare altrove nei pur carichi annali della storia: né ad Arbela né a Farsalo. né ad Austerlitz né a Sedan. La sinistra attrazione del libro è in queste analisi eleganti di stragi, che ag¬ giungono un tocco d'informazione per chi ha sempre cavato poco dalle piantine delle manovre frontali o a tenaglia, degli ordinamenti a falange o a scacchiera (anche se si rimane piuttosto sconsolati nell'apprendere che i consigli fondamentali della dottrina militare sono lapalissianismi del tipo, anticipato da Scipione, di «usare per la difesa un accresciuto volume di fuoco in mancanza di truppe numericamente adeguate»). E quanto di freddamente tecnico vi si annida è appunto riscaldato dalla passione epica dello scrittore per il suo personaggio e dalla convinzione dell'esperto. Per fortuna c'è anche il lato dell'intelligenza e dell'umanità di Scipione, una pietà innata, una generosità e continenza rare, una superiorità non altezzosa nei confronti dei suoi colleghi e del suo rivale. Ci sono quei tratti per cui egli si ripiega sull'amico Massinissa colpito dalia ragione politica e cede all'invidia dei compatrioti e alle mene dei politici ritirandosi a morire — giovane — in campagna. h'-Ingrata patria, non avrai le mie ossa» toccò per primo a Scipione, ma non per ultimo, e la sua storia qui è più esemplare che non sui campi d'Europa e Africa. Carlo Carena Basii Liddeii Hart. Scipione Africano, edizione italiana a cura di Ovidio Dallera. traduzione di Gianni Montanari, Rizzoli, 280 pagine, 15.000 lire.

Persone citate: Liddell Hart, Light, Napoleone Bonaparte, Ovidio Dallera, Petrarca, Scipione Africano, Scipione Africano Maggiore, Zama

Luoghi citati: Africa, Arbela, Austerlitz, Cartagena, Europa, Francia, Spagna