E Gromo vi scopriva la nascita di un'arte industriale

E Gromo vi scopriva la nascita di un'arte industriale E Gromo vi scopriva la nascita di un'arte industriale Nel 1874 l'astronomo Janssen registrò fotograficamente, col suo 'revolver astronomico», le varie fasi del passaggio del pianeta Venere sul Sole; nel 1895 s'apre a Parigi, in un sotterraneo del Boulevard des Capucines, la prima sala cinematografica; nel 1932 s'inaugura a Venezia la prima Biennale internazionale del cinema. In cinquantott'anni si scopre il principio di un nuovo mezzo espressivo, ne nasce un'arte, se ne ha la consacrazione. Se il nostro tempo è veramente quello della rapidità in parecchie cose, e della fretta in tutte, si comprende come il cinema possa da molti essere considerato l'arte per eccellenza del nostro secolo. Il piccino ha certo fatto in pochi anni, parecchia strada; e ormai ostenta persino, e fieramente, un attributo che in qualsiasi altro tempo avrebbe fatto sorridere anche gli uomini più lontani dall'arte: arte industriale. Milioni e miliardi, attrezzature delicatissime e complesse, battaglioni e reggimenti di tecnici uno più 'Specializzato» dell'altro, preventivi e consuntivi, dividendi, forme di pubblicità sovente pacchiane e quasi sempre irresistibili; si comprende come qualche solitario se ne tenga ancora lontano. Eppure, e non da oggi soltanto, non è più possibile considerare le migliori tra le molteplici opere cinematografiche come forme d'un meccanico passatempo assai popolare. L'infatuazione per il cinema, la moda del cinema, non contano. Tutta una letteratura sullo schermo si è ormai allineata in un suo scaffa¬ le; e tra i parecchi panorami e le molte monografie sono importanti alcuni contributi che mirano a individuare i caratteri di una nuovissima arte minore, o a promulgarne addirittura la signoria sotto il protettorato dell'estetica comune a tutte le arti. Basterà ricordare, tra i più significativi, 'Film als Kunst» di Rudolph Arnheim, assertore del cinema come pura visione, e 'Der Geist des Films» di Bela Balazs, pertinace assertore del cinema sonoro, come si dice, «ai cento per cento». Sono agli antipodi; però entrambi proclamano la possibilità dell'obiettivo creatore d'espressioni artistiche, paragonandolo alla penna, al pennello; negano le passività e le arbitrarietà chimiche del negativo; la 'Camera» è uno strumento sensibilissimo, duttile, pronto, pur che sia un artista a farlo vibrare. Mario Oromo (Da «La Stampa» 3-9-32)

Persone citate: Bela Balazs, Geist, Janssen, Kunst, Mario Oromo, Rudolph Arnheim

Luoghi citati: Parigi, Venezia