Il cinema è festa di Stefano Reggiani
Il cinema è festa Attualità Il cinema è festa VENEZIA — Una Mostra, un Festival, è un'occasione. Si esibiscono i prodotti di stagione, se ne confrontano e discutono pregi e di- fetti, si segnano le tappe d'arrivo o di partenza del talento degli autori, si compete, si compra, si vende, si tratta, si chiacchiera, si incontra, si litiga, si trama, si spende. Si riflette sullo stato dell'industria produttrice, si scoprono Paesi emergenti e nuove linee di tendenza, si analizzano il mercato e la clientela, si fa pubblicità per se stessi, si premiano alla fine i risultati migliori. Come alla Fiera di Milano, o a quella di Cantori. In più, se le Merci in mostra sono prodotti culturali, si crea un sistema di riti e un dibattito d'idee, si forma negli anni una tradizione, ci si affeziona al luogo e si trova nella ripetizione il confronto d'una esistenza confermata, si rispecchia la realtà e si conserva la Storia. La Mostra di Venezia è un'occasione e il cinema ha bisogno di occasioni. Industria mobile e labile, avverte più di altre la necessità di messe a punto, sintesi, bilanci; arte di spettacolo, vuole cerimoniali, feste, momenti per la vanità e per l'allegria della stupidità; comunicazione di massa, esige l'amplificazione promozionale o giornalistica. Per il cinema e la cultura italiani, il passato della mostra di Venezia è una parte della propria storia: da ripensare senza nostalgia, a volte con rimorso, magari con vergogna. O con allarme. Quelle che in passato erano soltanto occasioni utili, diventano infatti' oggi pretesti indispensabili. Come se lo spettacolo fosse l'uersatz» d'altre emozioni e manifestazioni, il pubblico che consuma sempre più cinema frequenta sempre meno le sale cinematografiche, ma premia ogni iniziativa che trasformi l'atto di vedere film in un evento, una festa, un privilegio elitario o un raduno di massa, una piccola avventura, una sfida, una spedizione, un'aggregazione, una presa di posizione, un meeting. La Mostra di Venezia è un evento e allora va benissimo, se si teme l'alternativa descritta nei «Sogni d'Oro» di Nanni Moretti: il cinema come una platea disertata che il proprietario affolla di manichini di cartapesta, «per fare un po'di calore». Stefano Reggiani Lietta Tornabuonl Nanni Moretti
Persone citate: Cantori, Lietta, Nanni Moretti
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