In settimana il piano antinflazione e già incalza l'autunno dei contratti di Marco Tosatti
In settimana il piano antinflazione e già incalza l'autunno dei contratti Spadolini, in corsa contro il tempo, vuole il «sì» del Parlamento In settimana il piano antinflazione e già incalza l'autunno dei contratti I metalmeccanici sono ci, poligrafici - Quale già sul piede di guerra spazio di contrattazione - Seguiranno autoferrotranvieri, elettri- - Oggi La Malfa incontra i sindacati ROMA — Comincia oggi quella che può essere una settimana decisiva per il «patto antinflazione- proposto dal governo alle parti sociali, e che avrà riflessi immediati anche sulle numerose vertense sindacali che caratterisseranno l'autunno, a cominciare dal rinnovo del contratto nasionale di lavoro per i metalmeccanici. 1 punti fermi del piano, nonostante polemiche e differente di opinioni fra i ministri, sono immutati. Il cardine consiste nel contenere, per l'anno prossimo, l'ini'Iasione ad un tasso del 16 per cento (per IVI si toccherà almeno il 19,5), con l'obiettivo di proseguire nella marcia di conte¬ nimento e giungere, alla fine dell'84, al 10 per cento. Una cifra indubbiamente ancora alta, ma che ci riporterebbe entro valori europei. Il «come- è stato, e sarà nei prossimi caldi giorni, materia di discussione, dentro e fuori del governo. Già oggi il ministro del Bilancio, Giorgio La Malfa, farà ai sindacati un quadro della parte in «positivo- del piano. Un fondo speciale «antinflasione-, di diecimila miliardi, tramite complesse manovre di investimento dovrebbe fungere da propulsore per tutto il programma. Domani, in un vertice interministeriale a Palasso Chigi, dovrebbero essere messi a punto gli ultimi dettagli della manovra. Mercoledì, a Montecitorio e Palasso Madama, la verifica politica, compiuta da Spadolini con i capigruppo della maggioransa, prima del varo del piano, che lo stesso Spadolini illustrerà ai sindacati giovedì. E infine, se non ci saranno variasioni nel ruolino di marcia, venerdì prossimo il Consiglio dei ministri dovrebbe ratificarlo. Con, a fianco, un incontro fra sindacati e Confindustria (giovedì) per trattare del costo del lavoro, della scala mobile, e della produttività delle imprese. Tutto il Paese aspetta con il fiato sospeso le decisioni del governo, che potrebbero rivelarsi una nuova «stangata-. Ma le attendono con particolare attenzione i sindacati, e le categorie che da quest'autunno vedono scadere i loro contratti di lavoro. In un'ottica di «austerity-, qual è il margine lasciato al rinnovo dei contratti? E' questa la maggiore incognita che pesa sull'autunno sindacale, e che spiega perché molte piattaforme non sono ancora state presentate, proprio in attesa di vedere quale sarà l'esito del confronto governo-sindacati e le compatibilità di spesa. Fra le confederasioni è stato finora solo in parte compiuto il dibattito sulle linee generali da dare all'autunno. La Cisl sembra interessata a ridusioni d'orario, secondo un tema da molto tempo caro a Camiti; la Cgil pensa alla rivalutasione della professionalità, mentre la UH vede come uno dei punti qualificanti l'organissasione del lavoro. Per quanto riguarda il salario l'atteggiamento comune è quello di non consentire un'ulteriore riduzione del potere d'acquisto, taglieggiato da una parte dall'inflasione, e dall'altra sottoposto ad una tassazione decisamente più forte di quella degli altri Paesi occidentali, anche in virtù di un meccanismo perverso di asiane delle aliquote fiscali, mai più rivisto negli ultimi cinque anni. Le prime categorie a entrare nel tourbillon dei rinnovi contrattuali sono i metalmeccanici, gli autoferrotramvìeri, i dipendenti delle aziende elettriche e i poligrafici. Tutti i loro contratti scadono il 31 dicembre. Il primo incontro sulla piattaforma dei metalmeccanici si è svolto lunedì 7 settembre, e ne sono seguiti numerosi altri. Di soldi non si è ancora parlato in maniera conclusiva, ma uno dei punti fermi è il recupero del potere d'acquisto, e la riparametrasione in ordine alla professionalità. Agli autoferrotramvieri, reduci da una stagione «integrativa- rovente, si affiancheranno i 220 mila ferrovieri, per i quali il rinnovo del contratto (scaduto nel dicembre '80) è legato alla riforma dell'azienda ferroviaria. Ma a poco a poco, oltre a queste categorie, nei prossimi dieci mesi tutto il mondo sindacale si metterà in moto. Per esempio, il contratto del commercio (800 mila addetti) scade a giugno, ma è molto probabile che venga denunciato prima, se non si risolve il problema del contratto per il turismo. E braccianti, tessili e chimici, oltre agli edili metteranno a punto le loro rivendicazioni da qui alla primavera, in un crescendo di conflittualità. Marco Tosatti (Cavallo)
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