Poi da vecchio (45 anni) arriva la pensione

Poi da vecchio (45 anni) arriva la pensione Tra le ultime conquiste sindacali c'è anche la liquidazione Poi da vecchio (45 anni) arriva la pensione L'assicurazione. Tutti i calciatori, dalla A alla C2 (settore professionistico) sono assicurati contro i rischi di infortunio e di morte attraverso una duplice polizza: quella automatica, legata alla firma del cartellino (la famosa e antica Sportass), il cui massimale è di 15 milioni; e quella obbligatoria che le società devono garantire a favore dei tesserati contro l'inabilità specifica. Cento e 150 milioni (in caso rispettivamente di morte e di inabilità permanente) sono i massimali per la serie A e B. Per la CI e C2 sono di 35 e 70 milioni. Per quanto concerne l'interregionale e tutte le categorie inferiori del settore dilettantistico, esiste solo l'assicurazione Sportass, con un massimale di 15 milioni e con riferimenti a invalidità generica. L'anno scorso tutto il sistema assicurativo è stato completato, con l'inclusione di clausole che interessano particolarmente i giocatori e che contemplano il caso significativo del portiere, che, per il lavoro che esegue, soggetto a rischi, necessita di particolare tutela. Per quanto riguarda la liquidazione si può parlare di momento magico per l'Aie quando l'Enpals (Ente nazionale per i lavoratori dello spettacolo) è stata estesa ai calciatori. Il passo è stato compiuto nel giugno del '73; la legge è la n. 366 e s'interessa dei professionisti che danno spettacolo. Dunque libretto e pensione per i calciatori. Pensione che il calciatore «deue» raggiungere all'età di 45 anni, dopo aver versa to con tributi per almeno 20 anni. I versamenti Enpals sono del 3,5 per cento a carico del tesserato (trattenuta nella busta-paga) e del 13,80 per cento a carico della società. Se un tesserato, tanto per esemplificare, percepisce un milione al mese, dovrà versare 35 mila ogni 30 giorni all'Enpals. Le restanti 138 mila le paga il datore di lavoro, cioè la società. Precedentemente, i calciatori erano iscritti all'Inps in base a una convenzione privata, firmata nel 1960 fra le Leghe di Milano e di Firenze e l'Aie. In base a questa convenzione (dietro versamento di una quota modesta, l'Inps si era fatta carico della categoria dei calciatori) è stata data la possibilità agli iscritti di riscattare il periodo lavorativo precedente, dal '60 in poi. Chi ha smesso di giocare nel '65 ha infatti riscattato cinque anni e rientra nella schiera dei pensionabili. Fondo di fine carriera. Nel 75, con un accordo sottoscritto dalle Leghe, dalla Federcalcio e dall'Aie viene istituito il 'fondo di fine carriera'. Esso rappresenta l'equivalente di ciò che per i lavoratori dipendenti è la liquidazione. Al momento di chiudere la carriera, il calciatore percepìsce un importo pari alla media degli ultimi cinque stipendi per ogni anno d'attività. Il giocatore che smette oggi, nell'82 avrà sette anni da calcolare. Se la sua media sarà stata di un milione, riscuoterà sette milioni. Le trattenute sono così divise: 1J25 per cento spetta al calciatore, 625 per cento alla società. Rispettando un'esigenza dei tesserati, Campana, Grosso e Maioli stanno tentando alcuni correftttrf, affinché ci sia un ricalcolo delle liquidazioni. «Non sempre — sostengono i rappresentanti dell'Aie — la media degli ultimi cinque anni può essere la migliore». Sono altalenanti, infatti, le vicende del calciatore. E allora i tesserati chiedono che il calcolo si riferisca alla media degli stipendi dei cinque anni migliori e non degli ultimi cinque. José Altafmi, 43 anni, potrebbe giocare ancora

Persone citate: Campana, Grosso, Maioli

Luoghi citati: Firenze, Milano