Stadi deserti in Spagna di Alfredo Giorgi

Stadi deserti in Spagna I giocatori delle tre serie nazionali hanno scioperato Stadi deserti in Spagna Santamaria, Ct degli iberici, è preoccupato: se il campionato slitta ancora si ridurranno i tempi per la preparazione della Nazionale BARCELLONA — Per la seconda volta nella storia del calcio iberico (la prima risale al marzo '79), ieri, gli stadi spagnoli sono rimasti chiusi a causa di uno «sciopero ad oltranza» che interessa le 78 squadre delle prime tre serie nazionali. Fuori degli spalti deserti, gli aficionados hanno commentato le cause di una protesta che, come osserva la stampa sportiva spagnola, ha finito per colpire il pubblico, vale a dire i paganti. Una giornata senza calcio non è una giornata di festa per gli sportivi. Essi riconoscono il diritto dei giocatori in credito di essere pagati, ma non capiscono come mai le trattative tra società ed Associazione calciatori possano aver dato luogo a un cosi brusco arresto dell'attività calcistica, proprio all'apertura della stagione che giunge alla vigilia del campionato del mondo in programma proprio in Spagna. Le società vengono chiamate in causa per l'intransigenza dimostrata dal loro portavoce. José Luis Nunez, presidente del Barcellona, il quale, a giudizio di molti, avrebbe dimostrato mancanza di tatto, il che ha fatto di lui un negoziatore non valido e come tale contestato dal presidente dell'Associazione calciatori, Joaquin Serra, il quale ha proposto come mediatore il presidente del «Mundial 82», Raimondo Saporta (avvicinato in Svizzera, ove si trova da alcuni giorni, Saporta ha accettato l'incarico e giungerà a Madrid entro oggi). La Federcalcio, a sua volta, viene criticata per aver assistito, praticamente impassibile, al deterioramento delle trattative, condotte dal presidente del Barcellona con il suo benestare. Oggi, intanto, si riunisce il Comitato di sciopero in vista di una ripresa dei colloqui fra le parti. La crisi esplosa improvvisamente preoccupa per la vicinanza del Campionato del mondo che la Spagna ospiterà a cavallo tra primavera ed estate. Il campionato dovrebbe finire l'ultima domenica di aprile: se lo sciopero si limiterà a una sola giornata, le partite del turno inaugurale avranno luogo il 2 maggio, vale a dire nella prima delle domeniche a disposizione del commissario tecnico della Nazionale spagnola per curare la messa a punto della squadra. Santamaria sta assistendo preoccupato all'evolversi della situazione. Se la prote¬ sta dovesse proseguire, il tecnico vedrebbe ulteriormente ridotto il tempo a sua disposizione. Tanto per fare un esempio, i suoi colleghi sudamericani Menotti e Santana, rispettivamente responsabili delle nazionali argentina e brasiliana, potranno disporre della squadra per la rifinitura nientemeno che con quattro mesi d'anticipo. Non l'ha ancora detto, ma non é escluso che Santamaria si veda costretto a declinare pubblicamente qualsiasi responsabilità in relazione ai risultati che potrà ottenere la rappresentativa iberica che, giocando in casa e tenuto conto anche della tradizione, viene, quasi all'unanimità, praticamente ovunque inserita tra le più quotate aspiranti al titolo. Secondo Diego Armando Maradona, l'asso nella manica di Menotti, il «Mundial» sarà, presumibilmente, una partita a quattro tra Argentina, Brasile, Spagna e Germania Occidentale. Di fronte alla complessità della situazione, il problema del Totocalcio (che questa settimana avrà una colonna vincente scaturita da sorteggio) perde gran parte del suo rilievo. Alfredo Giorgi

Persone citate: Diego Armando Maradona, Joaquin Serra, José Luis Nunez, Raimondo Saporta, Santamaria, Santana, Saporta