S. Angelo dei Lombardi ricostruisce ma salvando le sue radici storiche

S. Angelo dei Lombardi ricostruisce ma salvando le sue radici storiche Sconfitta la «legge della ruspa» che stava massacrando FIrpinia S. Angelo dei Lombardi ricostruisce ma salvando le sue radici storiche Il sindaco, Rosanna Repolo: «Siamo riusciti a far emergere la volontà comune di conservare l'immagine della città, le testimonianze della storia e della vita di tutti» - Nessuno passerà l'inverno sotto la tenda o nelle roulottes - La situazione scolastica è addirittura migliore di quella precedente il terremoto DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SANT'ANGELO DEI LOMBARDI — Le schiere di casette prefabbricate, disposte in bell'ordine sulle colline, l'ospedale da 80 posti-letto già montato, un ristorante aperto sulla piazza principale, le scuole funzionanti. Nella bella giornata di sole si ha l'impressione di una vitalità vigorosa, rafforzata dalle immagini raccolte attraversando le campagne: campi ben arati, bestiame al pascolo, raccolti autunnali. -Entro il mese di ottobre tutti i senzatetto avranno il prefabbricato. Nessuno passerà l'inverno sotto la tenda o nella roulotte. La situazione scolastica è addirittura migliore di quella precedente il terremoto, soprattutto nelle campagne» mi dice il sindaco, Rosanna Repole. Bollettino di vittoria, in contrasto con le informazioni desolanti dalle zone terremotate? Lo stesso sindaco avverte: nll momento più difficile si apre ora, con la fase della ricostruzione. Abbiamo approvato il piano di recupero del centro storico. Ma il piano non basta, anche se abbiamo già ottenuto 14 miliardi per partire. Dall'esterno non si ha Videa del clima di lotta politica in cui ci muoviamo. Vengo bersagliata da denunce e lettere anonime. Io sono democristiana e ho avversari all'interno della de, che conta ben 18 consiglieri comunali su 20. Qui non esiste la camorra come a Napoli. Qui gli impedimenti sorgono all'interno del partito: Rosanna Repole, insegnan te, 31 anni, divenuta sindaco subito dopo il terremoto, ebbe il coraggio di opporsi alla •legge della ruspa* che stava massacrando l'Irpinia sino a cancellare, nei caposaldi della civiltà contadina, anche le tracce del tessuto urbano, come avvenne a Teora, A Sant'Angelo dei Lombardi scattò la resistenza. La gente segui questa giovane donna che fa il sindaco con passione, fiera soprattutto di un successo: «Siamo riusciti a far emergere la volontà comune di conservare l'immagine della città, le testimonianze della storia e della vita di tutti. La popolazione ha trovato un legame nuovo e una nuova forza di volontà. Nelle assemblee l'indicazione è stata precisa: ricostruire il centro storico, assicurando però l'antisismicità degli edifici e una qualità abitativa non inferiore a quella delle case nuove. La nostra vittoria è stata pos¬ sibile grazie ad aiuti di immenso valore, cominciando da Italia Nostra». Pochi volontari, guidati dal vulcanico e infaticabile Antonio Jannello (presidente del Consiglio regionale campano di Italia Nostra) riuscirono a fermare le ruspe che stavano abbattendo campanili, torri, blocchi di case medioevali, intere chiese. Il sindaco nominò un delegato per il centro storico, il professor Romualdo Marandino. Dopo qualche tempo Zamberletti «distaccò» Antonio Jannello a Sant'Angelo dei Lombardi, con l'incarico di coordinare il piano di ricostruzione. I primi lavori di recupero sono in corso entro lo schema deli'-intervento pilota» della Soprintendenza del centro storico. Qualche merito va dato anche a Zamberletti, il quale ha assecondato le iniziative di Sant'Angelo dei Lombardi, e al ministro Scotti per aver accolto non pochi suggerimenti, compreso quello di separare la Soprintendenza zonale dalla Soprinten¬ denza di Napoli, col risultato di una maggiore efficienza e di una presenza costante. Assieme al sopraintendente De Cunzo saliamo al castello che domina Sant'Angelo raccontando una lunghissima storia iniziata con fortificazioni longobarde. Il castello, rovinato dal terremoto, era carcere. Ora passa al Comune che lo restaura e ne fa sua sede. Scendiamo alla cattedrale. E' sventrata e puntellata, la cupola pericolante. Sono in corso i primi lavori di consolidamento, estesi a due palazzi vicini. Ij'^intervento pilota» della Sopraintendenza è circoscritto a una parte del centro storico. L'intera città antica, più il borgo San Rocco che alcuni personaggi volevano demolire per intero, sono sottoposti al piano fatto dalla commissio ne Jannello, che prevede il riprìstino integrale, condizionato però dalle indagini dei geologi e dei sismologi. Anche questo è un fatto nuovo, confortante: la scientificità fa il suo ingresso nelle iniziative pubbliche. Il Comune ha avuto una consulenza dall'Università di Ancona e dalla Italeco. Il discorso va esteso a tutti gli altri Comuni riconosciuti sismici dal gennaio 1981 (le intere province di Avellino, Benevento, Potenza). Geologi, sismologi, geotecnici del «progetto finalizzato geodinamica», in collaborazione con le Regioni Emilia-Romagna e Toscana, hanno fatto gratuitamente indagini preliminari dette di *microzonazione sismica», fornendo un primo supporto scientifico per le scelte più angosciose: ricostruire sul posto come a Sant'Angelo oppure su altri terreni? E quali sono idonei? A Laviano, Conza, Teora, sono state individuate zone pericolose, zone sconsigliate, zone che richiedono particolari accorgimenti. Dice Rosanna Repole: «C'è ancora chi rifiuta di capire che dopo il terremoto qui tutto è diverso. L'esperienza fatta con i volontari di altre reaioni e nazioni ha inciso pro¬ fondamente sulle coscienze». Tra i frutti di questa esperienza è la •Mostra permanente dei beni culturali» allestita presso l'abbazia del Goleto da Antonio Massarelli, insegnante di Brescia distaccato in Irpinia. La gente del posto riscopre la propria storia e la propria civiltà visitando le tende sotto cui Massarelli, con l'aiuto di giovani e artigiani del posto, ha raccolto immagini antiche di Sant'Angelo, attrezzi e utensili testimonianze di cultura contadina e di attività tradizio nali (il torchio, la bottega del falegname). Accanto alla mostra è il laboratorio di restauro delle opere d'arte sottratte alla distruzione totale. Diciassette ragazzi, dopo aver lavorato gratuitamente per tre mesi, vengono istruiti nell'arte del restauro e ricevono una retribuzione (sono al lavoro su un Cristo di legno dalle gambe amputate e su un affresco estratto dalle macerie). Mario Fazio