Di notte mancano solo i fantasmi
Di notte mancano solo i fantasmi Di notte mancano solo i fantasmi Erbacce ovunque, porte e finestre divette, impianti a pezzi (e anche la carogna di un gatto) Un lucchetto «mangiato» dalla ruggine chiude a stento il cancello di ferro bianco lambito da erbacce e rami cresciuti all'impazzata e da tempo non più curati. Appena oltrepassato l'ingresso, vialetti e stradine mal tenuti offrono sorprese da film dell'orrore: un gatto in decomposizione fa mostra di sé. macabro spettacolo. La villa, bianca, con un gran tetto nero, era una bella costruzione; ora è cupa, affondata nel verde cresciuto senza controllo. Dà i brividi ai ragazzini, con le sue finestre che sbattono mosse dal vento, i vetri infranti, le porte spalancate o abbattute. Il parco completa il quadro, addossato al bosco collinare. incolto e minaccioso. Dentro, nei locali che ospitarono i ragazzi handicappati, rimane ancora qualche segno della primitiva bellezza della villa: bagni piastrellati fino al soffitto, pavimenti di marmo, serramenti solidi. Ma il caos è enorme: letti sfondati, tavoli rotti, armadi sventrati. Anche rimpianto di riscaldamento è saltato per il gelo. La seconda palazzina, pochi metri più a valle, non era della stessa bellezza. Tre corpi tozzi a due piani, piantati in mezzo a un cortile, davanti a un grande prato ormai tutto erbacce. La casa è gravemente lesionata sul retro da una crepa profonda, che dal marciapiede sale fino al tetto, come una ferita. In un piccolo alloggio al pianterreno abita ancora il custode; una garanzia contro l'irruzione dei vandali, ma non un argine alla rovina dell'immobile. Le grondaie arrugginite, i cornicioni poco stabili, un totale squallore. Dentro non è possibile entrare, ma i custodi assicurano che una cucina attrezzata, un laboratorio, una lavanderia modello, uffici, sale e camere (in alcuni casi ancora ammobiliate) si stanno rovinando lentamente e inesorabilmente. L'unico che sembra divertirsi è il figlio del custode; un bimbo vivacissimo che corre affiancato da un lupo e con aria adulta accompagna i visitatori. Piccolo cicerone, enumera: -Qui c'è una crepa; lì la ruggine ha danneggiato i balconi; dentro, meglio non parlarne: un disastro». m. ca.
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