Gli animali fantastici di Mirò danzano con la dolcissima musica di Bussotti di Massimo Mila

Gli animali fantastici di Mirò danzano con la dolcissima musica di Bussotti VENEZIA MUSICA: gran successo dell'atteso balletto creato da Russillo Gli animali fantastici di Mirò danzano con la dolcissima musica di Bussotti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Tutto è nato da alcuni album di schizzi e di appunti per un futuro e del tutto ipotetico balletto che il pittore Mirò s'era messo a tenere molti anni or sono, dopo aver fornito scene, costumi, sipari a un balletto di Massine a Montecarlo. Ci si era divertito, e gli era venuta la voglia di fare un balletto a modo suo. Ma una voglia del tutto platonica, che si scaricò appunto in quei fantasiosi disegni, sulla base dei quali, con l'assistenza di Joanet Artigas, Jacques Dupin ha tratto lo scenario d'un balletto-pantomima, offerto alla musica di Bussotti. Non si poteva scegliere meglio per immergere in un'idonea atmosfera musicale le fantasie e i ghiribizzi del luminoso pittore catalano, uno dei pochi artisti d'oggi che, a dispetto dei tempi, operi in un clima di felicità. Bussotti non ha avuto bisogno di comporre nemmeno una nota. Dai forzieri della sua sterminata produzione ha pescato lavori già noti, forse anche altri segreti, li avrà naturalmente rielaborati ed orchestrati e ne ha tratto una suite di dodici pezzi che variamente accompagnano le fantasie del pittore, o meglio le calano dentro una credibile realtà scenica. Questo procedimento cosi riprovato nel teatro, prima la musica poi le parole, in questo caso la scena, qui si è rivelato ottimo. Nel suo patrimonio musicale Bussotti ha scelto con rara compenetrazione, veramente identificandosi con le situazioni, le proposte, i progetti di costume, di scene e di sipari e le immagini raccolte dal pittore per la sua ipotesi di balletto. Nel suo repertorio s'è trovato di tutto, o per lo meno tutto quel che ci voleva. Ci sono casi di musica talmente appropriata che sembra evidente la scena essere stata inventata sopra la musica: per esempio quella specie di lento amalgama misterioso e coperto dei legni mentre successive fumate di colore salgono sul fondo a dipingere la scena bianca facendone a poco a poco un denso affresco policromo. Bellissima, tra l'altro, e non solo qui ma in tutto lo spettacolo, la realizzazione dell'allestimento scenico sotto la direzione del pittore Raoul Farulli. Tra gli altri momenti musicali che s'imprimono nella memoria c'è una specie di girotondo su una melodia infantile inventata dai timpani ed echeggiata dalle campane. C'è il motivetto andante che apre il breve preludio e ritorna poi nella splendida scena dei grossi animali fantastici che oscillano sulla scena, come giganteschi giocattoli di pezza. E c'è, soprattutto, una distillazione delle più stremate e struggenti dolcezze viennesi, un misto di Terza Sinfonia di Mahler e di Concerto per violino di Berg, condotti quasi a livello di valzer lento per un film sentimentale. Il motto di questo festival, «Dopo l'avanguardia», Bussotti non ha aspettato oggi per farlo proprio. E' tutta una vita che dall'avanguardia lui bada a separarsi dispettosamente. Ma mentre di solito incorreva nelle stesse ostilità che all'avanguardia vengono riservate, questa volta ha dato vita a uno spettacolo che è francamente piaciuto, ha incantato il pubblico e ha riscosso interminabili applausi, mentre una pioggia di foglietti multicolori scendeva sulla platea a coinvolgere gli spettatori. Va detto che la realizzazione è stata eccellente, con una cifra di stile figurativo di cui il pittore, ottantottenne, non avrebbe avuto che a lodarsi se avesse potuto assistervi. Non siamo competenti per giudicare della coreografia di Joseph Russillo né dell'attuazione che essa ha avuto da parte del Russillo stesso e di Marga Nativo, primi ballerini, e del numeroso, imponente corpo di ballo del Maggio musicale fiorentino, ma ci pare che funzionasse a dovere: le danze individuali forse più tradizionali e meno aderenti al clima del lavoro, i movimenti collettivi eccellenti, vi¬ vaci, spiritosi e pieni di gusto. I colori delle scene e dei costumi, e la varietà delle luci, una continua gioia per l'occhio. Le proiezioni cinematografiche di Catala Roca, di sculture di Mirò, d'oggetti e cianfrusaglie da lui raccolte per i suoi collages, nitidissime eppure bene inserite nel tessuto delle scene policrome. Dulcis in fundo, ma qui tutto è dolce, fin troppo, l'esecuzione eccellente dell'orchestra del Maggio musicale fiorentino guidata da Gianpiero Ta¬ verna, che della musica di Bussotti è da sempre lo specialista e l'alfiere devoto. Bussotti è grande — lo si può ben dire ora che compie cinquantanni — e Taverna è il suo profeta. Massimo Mila

Luoghi citati: Montecarlo, Venezia