«Niente contatti, è un incubo» dicono i familiari dell'industriale Ravizza

«Niente contatti, è un incubo» dicono i familiari dell'industriale Ravizza Pavia: scalpore per il sequestro del titolare della pellicceria «Annabella» «Niente contatti, è un incubo» dicono i familiari dell'industriale Ravizza Il rapimento potrebbe essere stato fatto dalla famigerata «anonima» - Gli inquirenti non escludono però che si possa trattare anche di un commando terrorista per finanziarsi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PAVIA — Non si sono ancora fatti vivi i rapitori che alle 19,30 di giovedì hanno sequestrato, con un'azione da commando, il titolare della pellicceria «Annabella», Giuliano Ravizza, 54 anni, sposato e padre di tre figli. Inutilmente per l'intera notte e per tutta la giornata di ieri i familiari sono rimasti in attesa della telefonata che, com'è nelle abitudini dei rapitori, annuncia il rapimento e dà le prime istruzioni per il pagamento del riscatto. «Nessun messaggio, sino ad ora — ha detto uno dei figli della vittima, Ruggero Ravizza —; ci auguriamo che l'attesa non debba essere troppo lunga, avvilente, angosciante. Speriamo che l'incubo possa finire al più presto, per tutti noi e soprattutto per mio padre». Nessun contatto dunque da parte dei rapitori e, a quanto è dato sapere, nessun elemento nuovo nelle indagini iniziate a ritmo serrato. Ieri mattina vi è stato uno scambio di idee tra il questore Bissone, il comandante del Gruppo carabinieri col. Mu> scatello, i capitani Di Grego rio e Di Vittorio e il capo della Mobile dottor Filippi. Subito dopo le indagini sono riprese, battute sono state effettuate nella zona collinare del Pavese, con l'aiuto anche di un elicottero. Senza risultati positivi; non è stata neppure ritrovata l'auto, una «132» metallizzata, usata dai banditi e che si presume sia stata abbandonata. Gli inquirenti, tra l'altro, sono convinti che la «talpa» del sequestro sia pavese. Il sequestro è stato attuato in una zona centrale della città, quando ancora è intenso il traffico; questo fa pensare che i rapitori siano elementi decisi e sicuri di sé: pur non scartando l'ipotesi di un commando dell'«anonima sequestri», non si esclude allora che a rapire il noto industriale della pelliccia possa essere stato un gruppo terroristico, per finanziarsi. Non sono, tuttavia, che ipotesi. Le indagini proseguono e del rapimento si è personalmente interessato lo stesso ministro dell'Interno, l'on. Rognoni, pavese come l'industriale Ravizza. Il ministro si è messo in contatto con la famiglia, assicurando tutta la collaborazione e l'impegno necessari. Al fine delle indagini po- trebbe essere di notevole interesse quanto hanno raccontato due testimoni al rapimento, e i cui nomi non vengono resi noti dalla polizia per motivi di sicurezza. Nulla, invece, ha visto Aldo Ramaioli, da sette anni guardia del corpo del dottor Giuliano Ravizza: pochi attimi prima l'industriale l'aveva incaricato di una commissione (doveva ac¬ quistargli un cestino di frutta) ed aveva proseguito da solo verso la propria abitazione di viale Libertà 11, dove lo stavano attendendo i quattro rapitori. A Pavia il sequestro ha destato grande scalpore. Giuliano Ravizza oltre che essere conosciuto in Italia ed all'estero per la sua attività (aveva portato le sue pellicce an che a sfilare al Bolscioi di Mo sca) è molto apprezzato per la sua generosità ogni qual volta sia richiesto un intervento benefico. Ancora pochi giorni fa aveva donato una seconda ambulanza alla Croce Verde di Pavia. Laureato in medicina, ma non ha mai esercitato, figlio di un negoziante di abiti in serie, ha il senso degli affari. E' sempre stato abilissimo nel farsi pubblicità: accanto al nome «Annabella» ha sempre voluto anche il suo. Sapeva cercare la fotografia al fianco dell'attrice di grido o del personaggio famoso, certo che sarebbe stato utile al suo lavoro. Ravizza è sposato con Antonietta De Silvestri e ha tre figli: Simonetta, 27 anni, Ruggero, 23, e Riccardo, di 21. Franco Marchialo Giuliano Ravizza

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