Non vogliamo un'Acropoli color d'argento

Non vogliamo un'Acropoli color d'argento DIAGNOSI AD ATENE SUI MONUMENTI MALATI E SULLE CURE Non vogliamo un'Acropoli color d'argento ATENE — Un nuovo accorato grido d'allarme per la salvezza dell'Acropoli di Atene minacciata dall'inquinamento è stato lanciato dal prof. Theodoros Skoulikidis nel corso del Congresso internazionale sull'inquinamento dell'ambiente, che si è svolto a Salonicco, sotto gli auspici della facoltà di Chimica organica della locale università. Il prof. Skoulikidis, docente dell'università di Atene e membro del comitato incaricato della conservazione dell'Acropoli, ha elencato quattro cause dello sgretolamento dei marmi dei tre principali monumenti. l'Erechteion, il Partenone e i Propilei, che si ergono sulla cima della collina sacra. Queste cause sono: 1) il rigonfiarsi dei rinforzi metallici utilizzati in passato per migliorare la statica dei templi pericolanti: 2) la pioggia acida che attacca e scioglie l'esterno dei monumenti: 3) l'azione dei microrganismi che divorano la pietra e che. trasformando il biossido di zolfo in triossido di zolfo, facilitano la trasformazione del marmo in gesso: 4) le sospensioni corpuscolari che colpiscono la su¬ perficie dei marmi e vi scavano microscopici buchi. Quest'ultimo fenomeno non è però esclusivo dell'inquinamento chimico delle grandi città: prova ne sia che si è manifestato anche a Capo Sounion. situato a 60 chilometri da Atene, in una zona al riparo dagli inquinamenti industriali, dove però il tempio di Poseidone è esposto all'azione disgregatrice delle brezze marine. Il prof. Skoulikidis ha posto il suo veto a una proposta americana di impregnare i marmi con sostanze plastiche. Alcuni specialisti d'oltre Atlantico avevano anche proposto anni fa di «bombardare» con del bario i monumenti dell'Acropoli, che cosi sarebbero divenuti indistruttibili e «di un bel colore argentato». Secondo il prof. Skoulikidis. invece, queste «soluzioni» non farebbero che accelerare la distruzione dei marmi. Chi s'incammina all'alba verso la cima all'Acropoli vede formarsi un «anello di Saturno» di color verdastro, che circonda e assedia la collina alla cui sommità sorge il Par tenone. Gli specialisti insistono sulla necessità di ridurre il tasso d'inquinamento di Atene, una delle città d'Europa più colpite da questo fenomeno, e affermano che si possono ottenere buoni risultati, per esempio usando combustibili meno inquinanti nelle fabbriche e carburanti mi¬ gliori per le auto. Il problema è aggravato dal fatto che nei sobborghi della capitale, per esempio ad Eleusis, sorgono gigantesche raffinerie di petrolio. Il governo greco ha adottato quest'anno una serie di misure per frenare l'inquinamento, ma i risultati concreti si vedranno solo nei prossimi anni. Intanto l'Acropoli è sempre un grande cantiere. Preoccupa anche la statica del Partenone, messa in pericolo dal terremoto del febbraio scorso: ma i lavori di consolidamento s'inizieranno solo nel giugno 1982. I restauri degli altri monumenti (visitati quest'anno da quasi cinque milioni di turisti) proseguono nel frattempo sotto la direzione del professor Iorghios Dontas, membro, del comitato di nove esperti incaricato della salvaguardia dell'Acropoli. Si tratta tra l'altro di sostituire con rinforzi in titanio, metallo molto stabile, i rinforzi in ferro posti in opera all'inizio del secolo. Con il passare degli anni, la dilatazione di quest'ultimo metallo ha fatto si che il rimedio fosse peggiore del male.

Persone citate: Theodoros Skoulikidis

Luoghi citati: Atene, Eleusis, Europa, Salonicco