Modena vuole salvare il suo patrimonio idrico di Franco Minelli

Modena vuole salvare il suo patrimonio idrico Un oculato programma di impiego e sfruttamento Modena vuole salvare il suo patrimonio idrico Il problema è stato affrontato anche dai 10 Comuni del Comprensorio - L'acqua non è una risorsa inesauribile, quindi bisogna evitare gli sperperi e la distruzione delle sorgenti MODENA — Dieci comuni più la città si apprestano ad affrontare un problema dì grande rilevanza: quello della salvaguardia e tutela del patrimonio idrico. Si sta concludendo un lungo studio per entrare decisamente, nei prossimi mesi, nella fase dell'attuazione di opere e interventi. Fu negli Anni 70 che ci si accorse che si stava saccheggiando e sperperando quantità sempre più ingenti di acqua. Fu cosi che si affermò, contrariamente ad un'opinione generalizzata e invalsa, il concetto che l'acqua non è una risorsa inesauribile e che occorre pertanto compiere ogni sforzo per evitare gli sperperi e la distruzione delle fonti. Bastò considerare quanto costavano, in termini di risorse idriche, le operazioni di raffreddamento nei processi industriali o i consumi illimitati delle tintorie, cartiere, allevamenti, stabilimenti alimentari e macelli. Si trattava di consumi nell'insieme astro nomici cui bisognava porre argine. Si incominciò cosi a riflettere. Per fare un esempio, si prese a considerare che per i raffreddamenti nei processi industriali si potevano e si dovevano utilizzare acque non potabili, opportunamente ri' ciclate e reimpiegate. E anco ra: si constatò, specialmente in zone extra-urbane, il proli ferare di pozzi ai quali si potè va attingere a piacimento, interiori indirizzi concettualmente nuovi presero a deli nearsi: occorreva censire e mettere sotto controllo sorgenti che chiunque poteva sfruttare per i bisogni più disparati e, in secondo luogo, che l'acqua in qualunque mo do consumata, proprio perché bene di tutti, doveva anche avere giusti costi. Dunque il problema pre sentava e presenta tuttora delle implicazioni economiche, ed anche dei riflessi per i bilanci familiari, se si tiene conto del lievitare delle tariffe in questi anni. Un uso ra zionale dell'acqua è oggi, in fatti, conveniente anche nel l'ambito delle famiglie e dei loro bilanci. Il Piano generale per salva guardare il patrimonio idrico non è scaturito d'incanto. E' il risultato invece di un costan te impegno e di una estesa at tività per il potenziamento degli acquedotti per preservare la falde acquifere, per rea lizzare le casse d'espansione sui fiumi Secchia e Panaro (scolmatori delle acque di pie na e grandi bacini di raccolta di riserve idriche da utilizzare in prevalenza per l'irrigazio ne delle campagne), per l'in slCltps stallazione dei depuratori delle acque di Modena e del Comprensorio. Del Piano si conoscono già le linee strategiche: innanzitutto si realizzeranno opere per il completamento del sistema di difese dalle alluvioni della città e dei territori circostanti. Si darà poi corpo a un progetto globale di risanamento e ampliamento della rete idrica della città e dell'intero Comprensorio: fiumi, canali, fognature, per le reti fognarie è già stato completato il censimento e i rilevamenti del loro stato. Un piano integrato anche in rapporto all'acquedottistica industriale, che si va estendendo e che verrà regolamentata per in¬ vertire e correggere la pratica degli sprechi lamentata in passato. Si dovrà garantire in definitiva un uso plurimo delle acque, per l'industria, per la campagna, per gli scopi civili e anche per quelli ricreativi e sportivi. Saranno messe in cantiere opere di lunga durata, destinate a dare stabilità ed equilibrio all'assetto idrico del territorio. Si progetta per il 2000? Ma se si guarda al passato si sscorgono i legami con una tradizione grande ed antica: 1200 anni fa monaci oscuri e alacri, obbedienti alla Regola, bonificarono queste terre arginando per la prima volta il corso dei fiumi e dei torrenti. Franco Minelli

Persone citate: Del Piano, Panaro, Secchia

Luoghi citati: Modena