Il Museo egizio è «off limits» per comitive fino a maggio '82
Il Museo egizio è «off limits» per comitive fino a maggio '82 Il Museo egizio è «off limits» per comitive fino a maggio '82 A causa dei lavori di restauro in corso - Al Museo della montagna da domani una mostra sulla civiltà e le tradizioni contadine dei Carpazi A causa delle lesioni a suo tempo riscontrate nelle strutture edilizie del Palazzo dell'Accademia delle Scienze, e dei lavori di restauro in corso, il Museo Egizio, sino a tutto il maggio 1982, non potrà accogliere i gruppi troppo numerosi di visitatori. Ciò vale anche per le scolaresche (3-4 mila allievi ogni anno visitano il museo) e le comitive di turisti che giornalmente affluiscono nelle sale di esposizione e che non possono avere accesso — come sottolinea la Soprintendenza competente — «senza gravissimo pericolo per la stessa loro incolumità, oltre a quella delle collezioni archeologiche». Nel frattempo, tuttavia, i visitatori singoli o piccoli gruppi potranno visitare il Museo limitatamente alle sale aperte (che rappresentano i due terzi degli ambienti espositivi) passando dall'ingresso sul fianco del palazzo, su via Prìncipe Amedeo. *★* Nell'intento di far conoscere la montagna e le civiltà degli uomini che la popolano di qua come di là delle Alpi, il Museo nazionale «Duca degli Abruzzi» (Monte dei Cappuccini) ha organizzato, in collaborazione col Museo etnografico della Transilvania e col patrocinio dell'assessorato alla Cultura della Regione, la mostra -Civiltà rurale del Carpazi». Ordinata nei vasti ambienti ad arcate, di recente ristrutturati, l'esposizione (che sarà inaugurata domani mattina per rimanervi aperta sino all'B novembre) è stata realizzata da due gruppi di lavoro cui hanno partecipato Romulus Antonescu e Georgeta Stoica da un lato, dall'altro Aldo Audisio, Angelica Natta-Soleri e alcuni funzionari dell'assessorato, fiancheggiati dall'associazione «Vasile Alecsandri» per l'amicizia e la cooperazione tra Piemonte e Romania, cui si deve la preparazione di una serie di dibattiti in programma alla Camera di commercio (via Giolitti 26, sala Cavour) il 29 settembre, il 6, 14 e 22 ottobre. Straordinario, per ampiezza e varietà di esempi, il materiale presentato: oltre mille oggetti provenienti da dodici musei etnografici che documentano la vita e lo spirito delle comunità rurali dei Carpazi, dall'esistenza semplice che anche una sola scultura di Brancusi (se vi fosse stata esposta) avrebbe potuto emblematicamente riassumere nell'essenziale chiarezza delle sue forme geometrizzanti. La rassegna tocca le più diverse manifestazioni di queste civiltà. Case e chiese, per lo più in legno, riflettono una vera e propria creatività popolare. Il mobile, il pezzo di ceramica o il tessuto assumono infatti collocazioni ben precise nella lunga tradizione pratica in cui rientrano. Gli attrezzi di lavoro come la facciata d'un antico mulino comunale possono presentare una stilizzata decorazione lignea ad intaglio, mentre lo stesso lavoro agricolo assume per queste popolazioni il valore di un rito. L'uscita con l'aratro, per esempio, era posta sotto il segno d'una propiziente purezza totale: nel giorno in cui per la prima volta il vomere avrebbe dovuto fendere la terra apportatrice di frutti, il contadino doveva indossare abiti puliti ed essere egli stesso lindo nelle persona, come per le più grandi feste. Nella ceramica la decorazione vascolare rivela influssi bizantino-orientali, mentre hanno disegni e colori vivaci i tessuti per la casa nella quale si distinguono quattro zone fondamentali: l'angolo del camino, il letto, la tavola e, dietro la porta, l'arredo-vano per conservare il vasellame. Ed è una casa-rifu gio, accogliente, luminosa come i colori delle icone dipinte su vetro ch'essa sfoggia alle pareti. an. dra.
Persone citate: Aldo Audisio, Angelica Natta-soleri, Brancusi, Romulus Antonescu, Stoica
Luoghi citati: Piemonte, Romania, Transilvania
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