Arrestato il feritore del fotografo «Mi aveva sfregiato e gli ho sparato»

Arrestato il feritore del fotografo «Mi aveva sfregiato e gli ho sparato» La sparatoria di via Cherubini: mistero subito risolto dalla Mobile Arrestato il feritore del fotografo «Mi aveva sfregiato e gli ho sparato» Piero Feri otto si è ancora aggravato - In carcere, insieme a «Roby» Zancanaro, la fidanzata della vittima, un'amica e un altro giovane - Clan dei catanesi, indagini su armi Un breve, drammatico inseguimento, con crepitare di mitragliette degli agenti della squadra mobile, ha chiuso la scorsa notte le indagini sul ferimento del fotografo Piero Feriotto, 29 anni, avvenuto martedì pomeriggio nei giardini di via Cima rosa: quattro persone, tra cui l'autore del tentato omicidio, sono state arrestate. Sono Roberto Zancanaro, 21 anni, Lungodora Savona 12 (lo sparatore); Giuseppa Incannella, 22 anni, strada Bertolla Abbadia di Stura 3 (fidanzata del Feriotto); Anna Caputi, 23 anni, via Sesia 1, e Giuseppe Ruggeri, 24 anni, corso Vittorio Emanuele 94. Gli ultimi due sono accusati di favoreggiamento. Gli accertamenti degli investigatori, guidati dal capo della sezione omicidi, dott. Sassi, erano scattati subito dopo che il Feriotto, raggiunto ad un fianco da un proiettile, era stato ricoverato alle Molinette. Punto di partenza, la testimonianza d'un uomo che, da lontano, aveva assistito all'episodio: «Ho visto una ragazza fuggire su una "500" chiara». Inutile chiedere spiegazioni al ferito sia per la gravità della lesione (hanno dovuto operarlo e togliergli un rene) sia per l'omertà di cui si face- va scudo. Ma, dopo una serie di controlli, gli agenti sono riusciti ad identificare la proprietaria, Giuseppa Incannella. Sul sedile anteriore c'erano tracce di sangue e la donna ha tentato di spiegare il particolare dicendo che il fidanzato martedì pomeriggio aveva a i o avuto una violenta discussione con un amico, «un certo Roby»: 'Piero l'ha sfregiato con un coltello e l'altro è venuto in auto da me per cercare un cric e difendersi». Con la giovane, che assicurava di non conoscere il cognome di questo - Roby*, è stata accompagnata in questura anche la Caputi, trovata nell'appartamento di strada Bertolla. Il dott. Sassi è ricorso, allora, ad uno stratagemma: nella notte ha fatto portare la 500» sotto casa dell'Incannella convinto che, vedendola, qualcuno si sarebbe fatto vivo se non altro per domandare all'amica il risultato dell'interrogatorio in questura. Alle 2, poco dopo che un agente aveva posteggiato l'auto e mentre la zona era controllata da pattuglie in borghese, sono arrivati Roberto Zancanaro e l'amico. I due devono aver fiutato la trappola e sono risaliti sulla loro Alf asud partendo a tutta velocità. Inseguimento, spari in aria, auto civili della polizia che convergevano verso i fuggiaschi. Lo Zancanaro e il Ruggeri sono usciti dalla loro vettura con le mani alzate. Portati in questura, il primo, che gli amici chiamano appunto *Roby», ha confessato il ferimento: «Lui mi ha aggredito col coltello — ha ricordato mostrando lo sfregio ancor fresco sul volto —. Io, allora, ho preso la pistola dalla borsa della moto e gli ho sparato». il sangue sulla «500» dell'Incannella è suo: «Roby» ha macchiato i sedili non cercando un cric, ma affidando alla giovane l'arma del tentato omicidio perché la nascondesse. La pistola, un «catenaccio» a tamburo, è stata trovata 'dalla polizia nell'apparta- iiimiiMMiimiiiiiiiiimiimiiiiiimmiiiiMiiiiimmento di strada Bertolla. * Una sacca sportiva piena di pistole e munizioni, calata con una corda dalla finestra di un appartamento al primo piano di via Buniva 11 mentre la polizia controllava la casa, potrebbe essere il bandolo della matassa per smascherare alcuni esponenti del -clan dei catanesi» e far luce su sette omicidi avvenuti negli ultimi tempi. Le armi, una Browning 7,65, una Beretta con caricatore bifilare (che consente un doppio munizionamento con circa 15 colpi) e due 357 Magnum, sono state sequestrate e saranno sottoposte a perizia per accertare se siano responsabili delle recenti morti violente. Il tentativo di far sparire le rivoltelle è avvenuto alcuni giorni fa nell'alloggio ritenuto dagli investigatori della squadra omicidi e del nucleo antidroga della questura «una base» dell'organizzazione che controllerebbe il traffico degli stupefacenti, il contrabbando delle sigarette e la fitta ragnatela di bische clandestine. In casa, in quel momento, c'era un carpentiere di 24 anni, Angelo Sciotti, ed una donna, Maria Stella Calliani, di 32, residente in via Priocca 8 L'uomo è finito in carcere. sslsccsspaèLdgcdRraspv o o d Roberto Zancanaro, Giuseppa Incannella, Anna Caputi

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