«La Bastogi ha ceduto i palazzi sottotosto»

«La Bastogi ha ceduto i palazzi sottotosto» All'attacco i piccoli azionisti «La Bastogi ha ceduto i palazzi sottotosto» ROMA — Nuovo round nella battaglia che i piccoli azionisti hanno ingaggiato contro il vertice della Bastogi: «Questa volta — sostengono — ci sono le prove che la cessione di buona parie del patrimonio immobiliare dell'ex Istituto Romano Beni stabili (a suo tempo incorporato) è stata una "svendita"». Della vicenda si stanno interessando il sostituto procuratore della repubblica di Roma, Antonio Marini, e la Guardia di Finanza che ha sequestrato un pacco di documenti nella sede della società romana. La «prova» risiederebbe nel fatto che poco prima della operazione, sugli immobili interessati (ad esclusluone di due) la Banca Nazionale del Lavoro ha concesso mutui per 36 miliardi. I piccoli azionisti giungono quindi alla conclusione che la somma pagata da società facenti capo a Guido Angelo Terrazzi (il secondo azionista della Bastogi). pari a 62 miliardi, sarebbe di gran lunga inferiore al valore di mercato degli immobili. Infatti — si aggiunge — le banche sottopongono il patrimonio ad una severa perizia e non concedono mutui al di sopra del 30-40 per cento del valore reale: soltanto in casi eccezionali si arriva al 50 per cento. Il presidente della Bastogi, Santamaria, e l'amministratore delegato, Camillo d'Amelio, hanno sempre contrattaccato e respinto ogni sospetto affermando che Terrazzi era l'unico in Italia in grado di staccare un assegno di alcune decine di miliardi. Insomma l'intera operazione si sarebbe svolta nel modo più trasparente. Di diverso avviso il sindacato dei piccoli azionisti che giudica la questione del mutui decisiva: i quindici palazzi venduti dalla Bastogi valgono almeno 90 miliardi con una notevole perdita, quindi, per le casse della società e ad esclusivo vantaggio di alcuni azionisti di punta: Terrazzi si è impossessato degli immobili sborsando solo 26 miliardi in due rate e accollandosi 36 miliardi di mutui: verrebbe meno —dicono ancora i piccoli azionisti — la motivazione secondo cui l'acquirente «avrebbe pagato sull'unghia» cioè in contanti. e. pa.

Persone citate: Antonio Marini, Camillo D'amelio, Guido Angelo Terrazzi, Santamaria

Luoghi citati: Italia, Roma