Altri due indiziati nelle scandalo per i posti letto venduti a Roma di Ruggero Conteduca

Altri due indiziati nelle scandalo per i posti letto venduti a Roma Dopo l'arresto del professor Moricca, primario del Regina Elena Altri due indiziati nelle scandalo per i posti letto venduti a Roma Comunicazioni giudiziarie per collaboratrici del medico, accusato di concussione aggravata e continuata - Intanto i familiari di alcuni pazienti hanno presentato nuove denunce ROMA — Minaccia di allargarsi, coinvolgendo altro personale medico, lo scandalo dei posti-letto «a pagamento» scoperto all'istituto Regina Elena, la struttura ospedaliera specializzata nella lotta contro i tumori. Dopo l'arresto del prof. Guido Moricca, primario del reparto «antidolore», del suo aiuto e di una caposala dell'ospedale, ieri il sostituto procuratore Giancarlo Armati, ha emesso due nuove comunicazioni giudiziarie. A essere indiziate dello stesso reato contestato al primario, concussione aggravata e continuata, sono state due altre collaboratrici di Moricca: suor Agnesita, anch'ella caposala al Regina Elena, e la dottoressa Maria Grazia Ruga, assistente del primario presso la clinica privata • Villa Giulia*. Le due donne sono state interrogate dal giudice ieri mattina e subito dopo rilasciate non essendo emersi per il momento più seri elementi di colpevolezza. Il professor Moricca invece è stato ascoltato dal magistrato la stessa sera di mercoledì nell'infermeria di Regina Coeli dove era stato ricoverato subito dopo il suo trasferimento in carcere. Di nanzi alle contestazioni che per più di un'ora gli sono state mosse dal magistrato, il primario ha negato qualsiasi responsabilità nella vicenda. Ha dichiarato di non aver mai preso soldi per assicurare un posto in ospedale ai propri pazienti, confermando per altro che qualche «disguido» fra i malati in lista di attesa potrà anche essersi verificato, ma se ciò è avvenuto è stato solo per casi giudicati di estrema urgenza. Non si sa, dal momento che l'interrogatorio è coperto dal segreto istruttorio, quanto e fino a che punto sia stato convincente il prof. Moricca. E' certo, comunque, che subito dopo il colloquio con il magistrato, il difensore del primario, avvocato Adolfo Gatti, ha chiesto la scarcerazione del suo assistito per mancanza di indizi o, quanto meno, la concessione della libertà provvisoria. Sulla richiesta si pronuncerà fra qualche giorno lo stesso dott. Armati che, considerato anche il clamore che ha suscitato il suo ordine di arresto, sta conducendo l'inchiesta con una rapidità poco consueta. Dopo aver ascoltato in mattinata suor Agnesita e la dottoressa Ruga, infatti, il magistrato ha interrogato nel pomeriggio diversi testimoni fra i quali lo stesso direttore sanitario dell'ospedale Regina Elena, professor Antonio Caputo, e anche i familiari di tre pazienti ricoverati al Regina Elena, L'intento del giudice, in sostanza, è quello di sciogliere gli ultimi dubbi sulla tecnica messa in piedi da Moricca e dai suoi complici per speculare sulla disperazione dei malati di cancro e spillargli quattrini. Questa, per lo meno, è l'accusa mossa dal giudice al' le tre persone arrestate e alle due donne indiziate di aver preso parte allo stesso crimi ne. Intanto altre denunce, nei confronti del medico e dei suoi collaboratori, si sono ag giunte a quelle giacenti presso la Procura della Repubblica: sono quelle dei familiari di alcuni pazienti i quali, avendo appreso la notizia dell'arresto del medico, si sono decisi a «parlare» e a raccontare la loro triste esperienza. Tutti, più o meno, sono concordi nel sostenere la medesima versione. Dopo il ricovero nella eli- nica privata • Villa Giulia» ed il primo trattamento anti-dolorifico (messo a punto dallo stesso prof. Moricca tanti anni fa ed ormai adottato in vari Paesi) scattava la «richiesta». Solitamente era l'assistente del professore, il dott. Franco Saullo, anch'egli arrestato insieme con la caposala Michelina Moretti, a combinare \'«affare» ed a «riscuotere» la cifra pattuita. Soltanto dopo interveniva la caposala. Avvertita con una telefonata faceva in modo che uno dei [tosti letto «tenuti da parte» fosse destinato ad accogliere l'ammalato raccomandato. Fra l'altro, pare che l'abitudine a chiedere compensi in cambio del ricovero al Regina Elena, durasse da alcuni anni. Tanto tempo fa un paziente inviò al consiglio d'ospedale una denuncia sul comportamento del primario del reparto anti-dolore. Il consiglio discusse l'accaduto e inviò un esposto alla magistratura che però cadde nel vuoto. Ruggero Conteduca

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