Il governo farà decadere il decreto sulla «supertassa» per l'Università? di Marco Tosatti
Il governo farà decadere il decreto sulla «supertassa» per l'Università? Lunedì scade il termine per la conversione in legge alla Camera Il governo farà decadere il decreto sulla «supertassa» per l'Università? Secondo il comunista Macciotta verrebbe poi ripresentato «depurato delle disposizioni che hanno provocato le maggiori critiche» - Sollevati dubbi di illegittimità e incostituzionalità ROMA — E' sempre più incerta la sorte del decreto legge che, fra le altre cose, istituisce tasse universitarie commisurate al reddito degli studenti. Dopo una tormentata approvazione, da parte della commissione Pubblica Istruzione, la settimana scorsa, anche la commissione Bilancio di Montecitorio ha posto il suo «imprimatur» sul decreto 401, ma con pesanti riserve che dovranno essere sciolte nel corso del dibattito in aula. Lunedi a mezzanotte scade la validità del provvedimento (già promosso dal Senato); entro quella data deve avvenire la conversione in legge, pena la decadenza. Ma il lieto fine è tutt'altro che sicuro; e un membro della commissione Bilancio, 11 comunista Macciotta, ieri ha dichiarato di avere .l'impressione che il governo farà decadere il decreto per ripresentarlo depurato delle disposizioni che hanno suscitato le maggiori critiche». Sin dalla sua emanazione il decreto è stato il bersaglio di attacchi impietosi. E' stato detto che penalizza gli studenti lavoratori, e comunque gli studenti «a reddito fisso», rispetto a tutti gli altri ; a questi ultimi risulterebbe molto più facile che ai primi «evadere» la tassa, dichiarando un reddito inferiore al reale. E' stato avanzato il dubbio di illegittimità, perché gli scaglioni in base ai quali cresce la «supertassa» degli atenei non sono gli stessi fissati dal ministero delle Finanze, per la progressione delle aliquote tassabili; e le perplessità più ampie e pesanti hanno riguardato il problema dei controlli: chi li deve fare, e quanto costa mettere in piedi un meccanismo del genere. Alle numerose accuse, se ne è aggiunta ieri un'altra, quella di incostituzionalità. Secondo Gustavo Minervini, indipendente di sinistra, membro della commissione Bilancio, è stato reintrodotto con questo provvedimento nel sistema fiscale il principio del cumulo dei redditi di componenti dello stesso nucleo familiare, già dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale. Come è noto, chi ha un reddito f ra i 18 e i 25 milioni annui deve pagare 100 mila lire di sovrattassa; 200 mila in più le paga lo studente il cui reddito è compreso fra i 25 e i 35 milioni annui, e 300 mila sono la sovrattassa per chi è oltre 11 tetto dei 35 milioni. Contro l'approvazione hanno votato comunisti, missini e radicali. Ma secondo il deputato radicale Marcello Cri velimi anche all'interno della maggioranza si annidano pericoli per il «401». «Per la dichiarazione di voto è interve¬ nuto Manfredo Manfredi, vicecapogruppo democristiano — ci ha dichiarato Crivellini e ha annunciato che la de avrebbe votato a favore. Ma nello stesso tempo ha chiesto al governo di fornire in aula precisazioni e interpretazioni sul meccanismo di pagamento, perché in tutti gli atenei ci sono problemi notevoli, al momento dell'Iscrizione. E ha aggiunto che In mancanza di queste precisazioni e puntualizzazioni, non è detto che II decreto passi». il decreto «401», oltre all'aumento delle tasse universitarie, comprende altri provvedimenti per contenere la spesa del bilancio statale e di quelli regionali. Le forbici del goverI no si sono chiuse con partico¬ lare severità sui bilanci regionali; 562 miliardi in meno per le regioni a statuto ordinario 165 miliardi in meno alle regioni a statuto speciale, e alle Provincie autonome di Trento e Bolzano. Sono tagli destinati a pesare in buona parte sugli utenti della scuola. Le Regioni infatti avranno meno soldi a disposizione per finanziare strutture e programmi di supporto (11 tempo pieno, per esempio) all'attività scolastica «normale». Lo stesso decreto infine sancisce l'obbligo per ospedali, scuole ministeri e altri enti pubblici di ridurre del 15 per cento, rispetto all'anno scorso, la quantità di combustibile da destinare al riscaldamento. Marco Tosatti
Persone citate: Crivellini, Gustavo Minervini, Macciotta, Manfredo Manfredi, Marcello Cri
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