Nulla di fatto nel 2° round tra sindacati e imprenditori di Gian Carlo Fossi
Nulla di fatto nel 2° round tra sindacati e imprenditori Da lunedì la trattativa riprende a delegazioni ristrette Nulla di fatto nel 2° round tra sindacati e imprenditori Mandelli: «Tra 15 giorni vedremo se abbiamo raggiunto obiettivi apprezzabili» - Lama: «Speriamo che la nostra ragionevolezza dia un contributo all'incontro col governo oggi» ROMA — Alla vigilia dell'incontro governo-sindacati sul patto antinflazione, fissato per le ore 17 a Palazzo Chigi, un piccolo passo avanti è stato compiuto in una riunione svoltasi ieri sera (assenti Merloni e Camiti) tra la Federazione Cgil-Cisl-Uil, la Confindustria e l'Intersind. Dopo un breve dibattito sul problema generale del costo del lavoro, cosi come impostato nel comunicato congiunto diramato il 28 giugno da Palazzo Chigi al termine del confronto triangolare, si è deciso di proseguire il negoziato a partire da lunedi prossimo a delegazioni ristrette per giungere fra quindici giorni ad una seduta a delegazioni complete. •In quella sede — ha dichiarato il vicepresidente della Confindustria, Mandelli. che guidava la rappresentanza degli imprenditori privati — verificheremo se saremo riusciti a raggiungere obiettivi apprezzabili: altrimenti ne trarremo le dovute conseguenze. Di questa trattativa non siamo disposti a fare una cosa indefinita che si trascina nel tempo: Mandelli ha insistito sulla necessità di intervenire sulla scala mobile per essere coerenti rispetto al tasso di inflazione programmato. «Se non venissero attuati interventi correttivi — ha chiarito — e si presentassero nel triennio 1982-84 ritmi di inflazione del 19-20% annui, le retribuzioni e il costo del lavoro continuerebbero a svilupparsi in una misura tale da favorire un'ulteriore rilevante alterazione strutturale particolarmente del rapporto tra salario negoziato e salario indicizzato. Infatti, sugli aumenti prevedibili a tutto il 1984, nel caso di invarianza della retribuzione lorda reale, l'indennità di contingenza inciderebbe per il 77% del totale dell'aumento». Quali le iniziative richieste dagli imprenditori? Essenzialmente quattro: 1) nel quadro dell'obiettivo di rientro dall'inflazione, contenere sia il costo del lavoro, sia il costo del lavoro per unità di prodotto: 2) individuare un migliore equilibrio fra salario netto, retribuzione lorda e costo del lavoro che grava sull'azienda; 3) perseguire un diverso rapporto tra salario complessivo e salario indicizzato; 4) realizzare una valutazione di insieme, rispetto alle altre sedi negoziali, per assicurare il perseguimento degli scopi che ci si è prefissi. Il presidente dell'Intersind. Massacesi, ha rilevato: -Non siamo entrati nel merito dei contenuti, ma abbiamo fatto un passo avanti per la prosecuzione del negoziato". Lama: •Spero che la ragionevolezza da noi dimostrata nel confronto con la Confindustria e l'Intersind possa dare un contributo all'incontro di domani con il governo. Tuttavia, domani non sarà l'ultima spiaggia e sono del parere che chi prospetta tale tesi fa del catastrofismo-. Rispondendo indirettamente ad alcune dichiarazioni, molto dure, fatte ieri da Camiti a Bari, al congresso nazionale della federazione dei bancari della Cisl, il segre tario generale della Cgil ha aggiunto: .Non voglio che si spacchi il sindacato, ma non iioglio neppure che si spacchi il governo poiché al momento non vedo soluzioni di ricambio». Il leader della Cisl aveva, fra l'altro, detto: -Non siamo disposti a dare nessuna delega in bianco al potere politico. Non siamo d'accordo a fare un patto finto. Non è realistica, né credibile la politica del governo che ha annunciato per le tariffe un aumento del 1$% ignorando stranamente che il prezzo finale dei prodotti risulterà molto più elevato. Altro esempio è l'emissione di certificati di credito del Tesoro all'interesse del22%». Dentro e fuori la sede di in contro con la Confindustria e l'Intersind. le tre confedera' zioni dei lavoratori hanno preso posizione insieme su due aspetti •coagulanti» per il sindacato. Hanno espresso, cioè, un secco «no» alla proposta del presidente della Confindustria. Merloni, ripresa dal presidente della Confcommercio, Orlando, di far slittare di un anno i prossimi rinnovi contrattuali che riguardano circa 7 milioni di dipendenti; e hanno ugualmente respinto la richiesta degli imprenditori di destinare tutti gli incrementi di produttività agli investimenti. Sulla questione della scala mobile, invece, sono affiorate nuovamente le linee divergenti della Cisl e della Uil rispetto a quella della Cgil: le prime due disposte a mantenere gli scatti di scala mobile entro il tetto di inflazione programmato, salvo successivo conguaglio, la terza ferma¬ mente contraria a qualsiasi operazione che riguardi la scala mobile, ma propensa a raffreddare altre componenti del costo del lavoro. Gian Carlo Fossi
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