Le piccole imprese si uniscono per avere più peso con le banche
Le piccole imprese si uniscono per avere più peso con le banche Pichetto e Pieralisi sul convegno Federconfidi oggi a Torino Le piccole imprese si uniscono per avere più peso con le banche ROMA — Ottenere denaro in prestito dalle banche non è facile, a causa delle restrizioni al credito che da tempo sottraggono ossigeno al sistema produttivo, spesso a vantaggio delle imprese concorrenti straniere. Ma ottenerlo al 22, anziché al 28 per cento, per le piccole aziende è ancora più difficile. Come possano riuscirci lo dirà il convegno della Federconfidi, che si svolge oggi a Torino. A Giuseppe Pichetto, presidente del Comitato nazionale della Piccola Industria, abbiamo chiesto di riassumercene il significato. «In un momento in cui le tendenze sono deflazionistiche, o si vuole che lo siano — dice Pichetto — e comunque in un momento di crisi, in cui il denaro è carissimo, la piccola industria vede indebolirsi ancora di più il suo potere contrattuale nei confronti delle banche e degli istituti finanziari. Eppure negli ultimi anni l'aumento dell'occupazione è avvenuto solo attraverso le imprese minori, che ancora potrebbero espandersi se avessero i necessari mezzi finanziari. Tanto più, dunque, è opportuno che ci uniamo, in queste forme consortili — i Confidi o Unionf idi, come li chiamiamo a Torino — per avere una forza con trattuale pari a quella delle grandi aziende». Questo concetto, tanto ovvio e banale quanto vero, che l'unione fa la forza, è ripreso da Gennaro Pieralisi, presi¬ dente della Federconfidi, la Federazione tra i consorzi di garanzia collettiva dei fidi. Quanti sono i consorzi? «I consorzi sono un'ottantina, e rappresentano 17 mila imprese, medie e piccole, con circa 650 mila addetti. Ogni consorzio ha rapporti con le banche convenzionate, che attualmente sono 136, per 7,10, anche 15 miliardi. Quindi, per la banca, è un cliente importante, che merita il "prime rate", e una convenzione per le condizioni cosiddette accessorie: giorni di valuta, commissioni, spese varie, che si aggirano sul 5-6 per cento del costo del denaro. Ed ecco, che attraverso il Confidi, la piccola impresa, invece di ottenere il denaro al 28 per cento, e anche più, lo ottiene al 22 per cento, e anche meno». Le Imprese minori, con il credito Confidi, quanta parte del loro fabbisogno finanziario possono coprire? «Vorrei premettere che attualmente la cifra dei fidi in essere supera i 600 miliardi, e che le insolvenze sono bassissime, meno dello 0,5 per mille, rapporto assai inferiore alla media nazionale. Da qui nasce l'interesse crescente delle banche, soprattutto locali ma ormai anche quelle d'importanza nazionale, per queste operazioni finanziarie. C'è da aggiungere che il cavallo beve, e berrebbe molto di più, sia perché quest'acqua è buona, cioè il denaro costa meno, sia perché è difficile trovare acqua in giro, quindi la sete consortile aumenta. Se non avessero inserito anche i consorzi nel "plafond" al credito, ritengo che la loro attività avrebbe potuto agevolmente raddoppiare». Il suo parere, dottor Pichetto? «I Confidi sono stati messi in piedi in modo molto agile, molto a posto finanziariamente. La loro attività serve per i "buchi" di liquidità nella gestione annuale delle aziende. Ma, l'anno seguente, si può di nuovo coprire un buco, quindi il credito diventa quasi a medio termine. Se poi un'impresa lo usa per il magazzino, o per acquistare una macchina utensile, fa lo stesso. Comunque, con il fabbisogno finanziario coperto al 60 per cento dai Confidi e al 40 dalle banche, si possono anche sfondare certi "plafond", certi tetti, al giorno d'oggi penosissimi». Pichetto e Pieralisi sottolineano anche l'aspetto di «cultura industriale» di questo congegno. C'è un apporto all'informazione, sia sulle condizioni alle quali si può spuntare il credito, sia sulla situa sione di mercato. C'è la carat teristica associativa, nella quale è l'impresa che si impegna, ed è l'imprenditore che garantisce gli altri imprenditori, a volte suoi concorrenti. C'è infine, quel sentimento di unione di fronte a rischi e a iniziative comuni, che inserisce anche la più. piccola e più periferica delle imprese nella realtà e nelle prospettive del sistema produttivo del Paese. m. s.
Persone citate: Gennaro Pieralisi, Giuseppe Pichetto, Pichetto, Pieralisi
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