Con le cannonate sopra la testa di Ermete Grifoni

Con le cannonate sopra la testa Continuano le proteste per le servitù militari sulle montagne delle Marche Con le cannonate sopra la testa Manifestazioni a Carpegna, centro turistico del Montefeltro, per la decisione delle autorità militari di portare da 12 a 72 le giornate di tiro nel poligono di artiglieria già contestato dalla popolazione ANCONA — Acque agitate a Carpegna, un centro turistico del Montefeltro, per le recenti decisioni delle autorità militari di portare da dodici a settantadue le «giornate di tiro» del poligono di artiglieria, già contestato duramente dalla popolazione. Qualche anno fa gli abitanti di Carpegna arrivarono a schierare trattori e carri agricoli sui sentieri battuti dai mezzi militari; ora hanno appreso che il «cessate il fuoco» di allora era soltanto un fragile armistizio. Cosi, dopo un'accesa seduta del consiglio comunale e incontri presso la Comunità montana, una nutrita delegazione di Carpegna è scesa ieri fino ad Ancona, dove la questione delle servitù militari è stata trattata in una seduta del consiglio regionale. «Potenziamento del poligono uguale emigrazione e povertà», «Consiglieri regionali. difendeteci!», dicevano alcuni cartelli di protesta mentre il sindaco di Carpegna, Gino Salucci, distribuiva un ciclostilato in cui si chiedeva l'impegno della regione perché la zona del poligono fosse destinata ad uso agricolo e pastorale nel piano regionale di sviluppo e perché frattanto siano evitati gli schieramenti delle artiglierie fuori dalla zona demaniale, in modo da evitare che la traettoria dei proiettili sovrasti alcuni nuclei abitati della montagna. «Vogliamo che il ministro della difesa venga di persona a vedere, quando ci sono i tiri, se è possibile campare con le bombe che ti fischiano sulla testa —protestava un coltivatore diretto portando le grosse mani nodose sopra il capo —.Da noi non solo i cristiani sono stufi e frastornati, ma anche le mucche perdono il latte». «Sembra di stare ai tempi della linea-gotica», echeggiava un altro. La questione del potenziamento del poligono di Carpegna, che lo stesso assessore regionale al territorio, avv. Patrizio Venarucci, ha definito in consiglio «Una sorta di colpo di mano» contro il parere espresso dalla regione Marche, ha tra l'altro portato in evidenza tutta una serie di manovre per aumentare da una a tre le zone destinate alle esercitazioni di tipo militare. Si è appreso, infatti, che nell'ultima riunione del comitato paritetico, previsto dalla legge 898 sull'istituzione delle servitù militari, nonostante il voto contrario del rappresentante della regione Marche, non soltanto è stato deciso l'aumento delle giornate di attività del poligono di Carpegna. argomento neppure iscritto all'ordine del giorno, ma che sono stati votati anche gli espropri per altri due poligoni, uno nella zona di Campollo. tra Pievebovigliana e Pievetorina, nell'Alto Maceratese, ed è stata decisa l'istituzione definitiva del poligono di Piano della Gardosa, nella zona del monte Vettore, sui Sibillini. Quest'ultima destinazione appare tra l'altro la più assurda e in grado di arrecare danni irrimediabili all'ambiente l se si considera che la zona è compresa nel costituendo parco dei Sibillini, per il quale da anni si battono studiosi e naturalisti. La notizia dell'istituzione di un poligono sui Sibillini, dopo le indiscrezioni trapelate nella scorsa primavera, trova quindi ora una conferma. L'aspetto più grave della decisione è comunque quello di essere in pieno contrasto con quegli obiettivi di tutela dell'ambiente e del territorio che il parco dei Sibillini si prefiggeva. Tramonta pertanto definitivamente, dopo anni di discussioni, convegni, studi ponderosi, documenti, e persino tre proposte di legge presentate in parlamento, il sogno di veder tutelata con un parco interregionale la zona più bella della montagna umbro-marchigiana compresa tra le province di Macerata, Ascoli Piceno e Perugia. Sul fronte delle iniziative per cercare di salvare il salvabile c'è da segnalare la decisione della regione Marche di chiedere l'annullamento delle delibere del comitato paritetico, anche con un ricorso per via legale, nonché una ferma protesta del presidente della regione Marche, Massi, al ministro della difesa. Massi, tra l'altro, fa presente che dopo aver cercato per anni di sviluppare le attività delle Comunità montane del Tronto e dei Sibillini, anche con i finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno, regalare loro un poligono di tiro compreso nel perimetro del futuro parco dei Sibillini sarebbe decisione contradditoria e vanificante degli sforzi fatti finora. Ermete Grifoni

Persone citate: Gino Salucci, Massi, Patrizio Venarucci