Legali in sciopero da 6 mesi Giustizia bloccata a Trapani

Legali in sciopero da 6 mesi Giustizia bloccata a Trapani Fermi 250 processi penali e 4 mila cause civili Legali in sciopero da 6 mesi Giustizia bloccata a Trapani TRAPANI — La giustizia è sull'orlo del collasso: da sei mesi avvocati e procuratori legali sono in sciopero. Si sono accumulati i processi rinviati a nuovo ruolo e si sono moltiplicati i casi di detenuti in attesa di giudizio. Ma, soprattutto, nonostante la lunga protesta, il ministero della Giustizia finora non ha accolto neanche una delle richieste fatte dai magistrati. Due i motivi dello sciopero che si concluderà il primo ottobre: uno riguarda la riduzione dell'organico dei giudici (è previsto un posto in meno), decisa all'inizio dell'anno al ministero; l'altro concerne la costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia (da vent'anni si aspetta che finiscano i lavori, per trasferire le sezioni civili e penali, la Procura e la Corte d'Assise). Nel vecchissimo edificio del centro storico, dove attualmente ha sede il tribunale, le udienze e il normale svolgimento di istruttorie e colloqui procedono a rilento per mancanza di spazio : i pochi uffici disponibili (già troppo piccoli) e le pratiche accumulate negli anni rallentano il normale corso delle istruttorie. Dopo la posa della prima pietra per il nuovo palazzo, i lavori sono rimasti sovente bloccati. Molte gare d'appalto sono andate deserte, in tanti anni non si è riusciti a trovare una ditta per completare la costruzione. Intanto lo sciopero ha accumulato quattromila cause civili e duecentocinquanta processi penali. Il 2 ottobre, quando dopo più di sei mesi riprenderà l'attività, diciannove persone saranno giudicate in quanto sospette di appartenere alla mafia. La decisione di scioperare tra la primavera e l'autunno fu presa il 31 marzo, all'unanimità, da avvocati e procuratori legali riuniti in assemblea. Ma, a distanza di tempo, questa unità si è rotta. «Non abbiamo più preso un soldo», dice Paolo Camassa, penalista. E l'avvocato Antonino Catania aggiunge: «Abbiamo perso molti clienti sema ottenere niente». Chi, invece, ha sempre appoggiato l'azione dei legali è il presidente del tribunale, Cristoforo Genna: «Ti ministero non ha mai tenuto conto delle nostre esigenze. Ad esempio non ha mai considerato nella giusta misura che ogni anno dobbiamo giudicare un centinaio di casi appartenenti alla mafia, oltre alle normali pratiche penali». ra efficacia compositiva e raffigura due coniugi di Conza della Campania statuariamente uniti nella morte dal terremoto del novembre scorso, prorompe una elevata carica di drammaticità. La foto, pubblicata dalla stampa a grande diffusione divenne pietoso messaggio» e «1 figli emigrati in Canada — sottolinea la motivazione della giuria — riconobbero dalla foto gli sventurati genitori potendoli cosi raggiungere per l'estremo distacco».

Persone citate: Antonino Catania, Cristoforo Genna, Paolo Camassa

Luoghi citati: Canada, Conza Della Campania, Trapani