La proposta della dc in Campania mette in difficoltà i comunisti

La proposta della dc in Campania mette in difficoltà i comunisti Sulla giunta di «emergenza regionale» il pei rischia di dividersi La proposta della dc in Campania mette in difficoltà i comunisti Il sindaco Valenzi sarebbe favorevole all'accordo, ma il segretario Bassolini è contrario DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — «Lo situazione non è cosi semplice...». Questa frase del segretario regionale Antonio Bassolino rappresenta per ora l'unica reazione avvertibile all'esterno del pei napoletano alla proposta che la democrazia cristiana ha reso ufficiale sabato scorso: quella di un governo che, sotto l'etichetta dell'-emergenza», realizzi alla Regione Campania lo storico connubio tra i due partiti. « Una risposta — ricorda Bassolino — l'abbiamo già data» : il riferimento è alla conferenza stampa con la quale, giovedì scorso, i comunisti napoletani avevano ripetuto che il loro inserimento nella maggioranza alla Regione non sarebbe stato possibile senza una ^rottura con il passato». In realtà, si ha l'impressione che la sortita del segretario regionale democristiano. Nando Clemente, stia creando ai comunisti non pochi problemi. La crisi alla Regione è aperta da tempo, e da tempo de e comunisti proseguivano i contatti alla ricerca di uno sbocco che consentisse di formare una nuova giunta, che potesse dare un nuovo impulso agli interventi sull'enorme problema della ricostruzione. Poche ore prima della «mossa» di Clemente, delegazioni dei due partiti si erano incontrate ancora una volta, senza trovare un punto d'accordo. L'iniziativa di rendere pubblico 1 «appello all'unità» è servita però alla democrazia cristiana di Napoli per raggiungere due risultati: quello di riconquistare, almeno in apparenza, l'iniziativa politica, e soprattutto quello di costringere i comunisti a una risposta il più possibile chiara ed immediata. Il dramma di Napoli, i problemi della Campania si fanno ogni giorno più disperati: in questo clima, ogni tentennamento ad assumere responsabilità di governo può essere interpretato come segno di debolezza. Se, come sembra, queste considerazioni sono state alla base dell'iniziativa democristiana, il pei finora sembra fare di tutto per confermarle. Nel partito, dall'altra sera il dibattito è tornato ad accendersi intorno a posizioni note da tempo: da una parte, Bassolino e gli ingraiani di più stretta osservanza, carichi di dubbi e timori sul significato e sulle possibili conseguenze che una simile collaborazione potrebbe avere. Dall'altra, il gruppo che fa capo al sindaco Valenzi, decisamente più propenso all'«abbraccio» coi democristiani in nome del salvataggio di Napoli. Che le trattative sulla linea da assumere siano piuttosto travagliate, sembra dimostrato anche dalla estrema cautela che il segretario regionale sta dimostrando nei confronti della stampa. In questa attesa, mentre i democristiani continuano il loro paziente lavoro di ricucitura (una delegazione, ieri, si è incontrata con esponenti del pri per accertare anche la loro disponibilità a un governo di «emergenza regionale») le possibilità di un accordo rischiano di farsi man mano più indefinite. Qualche segnale già comincia a giungere da parte del psi, preoccupato per il prolungarsi di una trat tativa che, agli occhi di chi vi ve ogni giorno la desolazione di Napoli, potrebbe apparire sempre più priva di senso.

Persone citate: Antonio Bassolino, Bassolino, Nando Clemente, Valenzi

Luoghi citati: Campania, Napoli