Anche il cervello ha un sesso di Ezio Giacobini

Anche il cervello ha un sesso Le polemiche negli Usa per la maggiore abilità matematica dei maschi Anche il cervello ha un sesso La recente polemica negli Usa sulla differenza in abilità matematica tra i due sessi continua a divampare. E' scoppiata quando alcuni ricercatori della Johns Hopkins, rivedendo le statistiche di 20 mila studenti per l'ammissione a questa Università (negli Usa esiste il numero chiuso per tutte le facoltà) scoprirono che il test obbligatorio di attitudine scolastica, il famoso Sat, mentre rivelava un uguale successo nella parte verbale, dimostrava una differenza a favore dei maschi nella parte matematica. La discussione prosegue e minaccia di assumere dimensioni del tipo di quella a proposito di presunte differenze razziali sul quoziente intellettivo (i.Q.t di qualche anno fa. Alcuni sostengono che la differenza è da imputarsi a fattori sociali di motivazione e di scelta in quanto la matematica sarebbe intesa come un campo di studi prevalenteniente 'maschile» e le ragazze sarebbero scoraggiate a seguirlo. Altri sostengono che le differenze sono reali e legate a qualità intrinseche diverse del cervello nei due sessi. Cosa possiamo dire attualmente sulle differenze biologiche e sessuali dèi cervello umano? Immaginiamo di porre due domande limite a uno specialista neurobiologo e sentire il suo parere. Se a costui venisse portata da esaminare una fettina sottolissima di cervello chiedendo il parere: maschile o femminile?, se al medesimo scienziato venisse chiesto di femminilizzare o mascolinizzare il comportamento di un giovane individuo intervenendo prenatalmente con mezzi farmacologici (domanda ovviamente non applicabile nell'uomo), cosa farebbe? Se la risposta fosse affermativa ad entrambe le domande ci chiederemmo allora quali sono ì meccanismi a disposizione del cervello per dirigere il comportamento particolarmente quello sessuale (più facile da studiare) verso il modello femminile o verso quello maschile. Alla prima domanda hanno risposto affermativamente i due ricercatori inglesi Raisman e Field che descrissero nel 1973 col microscopio elettronico delle notevoli differenze strutturali nelle terminazioni nervose dell'area pre-ottica cerebrale del ratto dei due sessi. Se ì ratti maschi venivano castrati alla nascita durante il periodo cosiddetto critico essi sviluppavano una corteccia cerebrale di tipo 'femminile». Se le rattine femmine venivano iniettate con l'ormone maschile testo- sterone, le terminali nervose assumevano disposizioni e numero di tipo »maschile». Altri ricercatori notavano in seguito che ormoni femminili, quali gli estrogeni, producevano paradossalmente uno sviluppo cerebrale di tipo maschile Fu scoperto allora che il cervello delle rattine neonàte viene protetto dagli effetti mascolinizzanti dell'estrogeno da una proteina denominata alfa-fetqproteina, prodotta dal fegato fetale e posta in circolazione in quantità che diminuiscono progressivamente nelle prime tre settimane di vita. L'alfa-fetoproteina lega l'estrogeno circolante e ne previene l'accesso ai vari organi tra i quali il cervello. Non vi è quindi ormai dubbio che tutti gli animali, dagli uccelli all'uomo, attraversino un periodo critico del loro sviluppo fetale durante il quale sono sottoposti all'azione di ormoni sessuali che esercitano degli effetti permanenti sia sulla struttura che sulla funzione cerebrale. Da quando venne scoperto l'effetto degli ormoni sessuali sullo sviluppo del cervello si è anche sospettato che la composizione chimica di questo differisca nei due sessi. Per quanti) riguarda l'uomo, si conosce che il dietista bestrolo (altro ormone sessuale), quando venga somministrato durante la gravidanza allo scopo di prevenire l'aborto, non esercita alcun effetto sul comportamento sessuale dei neonati. Si tratta quindi di un problema di dosi, di tipo di ormoni e di tempo. Alcuni individui soffrono di unlperplasia congenita della surrenale che risulta in una sovrapproduzione di ormoni maschili. Ovviamente durante la loro' vita fetale essi sono stati esposti ad altissime concentrazioni di questo ormone. Dopo la nascita, questo difetto può essere corretto. Secondo dati recenti, le bambine che presentano questo difetto risulterebbero estremamente mascolinizzate Lo studio è tuttora in corso e non si conosce quindi l'influenza sulla vita sessuale dei pazienti adulti. I maschi colla medesima sindrome non sono particolarmente diversi dai loro coetanei. Appare dunque chiaro che anche il cervello abbia un sesso, o per lo meno che gli ormoni sessuali che vanno man mano formandosi possono influenzare non solo la sua evoluzione strutturale ma anche quella comportamentale, per lo meno dal punto di vista sessuale.' Ezio Giacobini

Persone citate: Field, Johns Hopkins

Luoghi citati: Usa