Scoprire un nuovo farmaco costa 115 miliardi di lire di Ezio Minetto

Scoprire un nuovo farmaco costa 115 miliardi di lire A New York convegno sugli ultimi ritrovati della medicina Scoprire un nuovo farmaco costa 115 miliardi di lire NEW YORK — Quanto viene a costare, negli Stati Uniti — in «cervelli», tempo, lavoro, "denaro e burocrazia — un farmaco nuovo di importanza primaria? Dal momento (che può durare anni) del suo concettuale concepimento alla sua legale (e burocraticamente ritardata e distocica) venuta alla luce, per ogni molecola nuova occorrono — da quanto è risultato all'incontro Unamsi su «Nuovi farmaci» presso i Centri Ricerche Pfizer di New York e Croton — non meno di 10-14 anni e 100 milioni di dollari (circa 115 miliardi di lire): ivi compreso il «ritardo», che tutti giudicano ormai intollerabile, nell'approvazione da parte della Food and Drug Administration. Si parte, per «intuizione» o «sviluppo» di ricerca, da una idea — come quella di ottenere l'antireumatico nuovo «fatto su misura» o l'antidolore - anti vomito mediante molecola a «copia non conforme» della morfina o della marijuana — e, se la trafila si svolge bene ed i difficili passi obbligati vengono onorevolmente superati (scientifici, farmacologici, tossicologici, sperimentali, clinici), finalmente il farmaco, burocrazia permettendo, è pronto. Gravidanza lunga, e ritardata, quindi, quella delle nuove molecole, negli Stati Uniti: perché, in realtà, a quel punto, il «neonato» ha quasi sempre almeno l'età di un bimbetto postscolare. ' Di quali «farmaci neonati» si è parlato all'incontro di New York-Croton? e di quali in avanzata gestazione? Del «piroxicam» («feldene»), l'antireumatico a lunga emivita ed altissima capacita antinfiammatoria, ci ha ancora una volta parlato il chimico italoamericano J. O. Lombardino, che ne è lo scopritore. Tutto il mondo ormai — salvo Stati Uniti e Giappone, in burocratica attesa — ne conosce . praticamente l'alta efficacia ed il prezioso requisito della «biodisponibilità» (di qui la possibilità della bassa dose in unica assunzione giornaliera). Ma la «linea antireumatica» non si è fermata e — a be■ neficio dei malati di artrite reuma toide — qui già si punta alla realizzazione di 1) molecole capaci di controllare le alterate risposte immuni a li¬ vello articolare; 2) «inibitori della collagenasi» (farmaci capaci di tacitare l'enzima destruente indesideratamente attivo nelle articolazioni malate). Con splendida intuizione scientifica la ricerca Pfizer sta mettendo a punto un farmaco sintetico antidolore-antivomito («levonantradol») capace di mettere a tacere — con la sua molecola manipolata a «controfigura» dei morf ittici e dei cannaboidi — i recettori del dolore e del vomito (per «interferenza di trasmissione» slmilprostaglandlnicio). Per la prima volta, poi, c'è qualche speranza — concretata in un farmaco inibitore dell'«aldoso-riduttasi» («sorbitol») in avanzato studio sperimentale — di poter antagonizzare (per la parte che riguarda l'azione dell'enzima aldoso-reduttasi nella conversione in glucosio e accumulo indesiderato di sorbitolo a livello cellulare) in alcune delle più temibili lesioni vascolari e nervose del diabete mellito (microangiopatia, nefro e retinopatia, neuropatia, cataratta). Quanto pesa, nei confronti di questa scientificamente ollatissima macchina per farmaci, il «ritardo burocratico» di casa? Oli standards della F.D.A. sono ormai unanimemente e pubblicamente tacciati di lentezza e persin di arbitrarietà. Tutto il mondo scientifico e medico statimi' tense — vedi il rapporto 1978 dei 1100 specialisti dell'American Society for Clinical Pharmacology and Therapeutics, oggi riproposto con insistenza all'attenzione di Reagan — è in rivolta per il «drug lag». Di 132 nuovi farmaci presentati nel '75,69 hanno ricevuto l'approvazione solo 4 anni dopo e, di 14 farmaci «maggiori» finalmente approvati, 13 erano già in libero e tranquillo impiego all'estero L'America è ai primi posti nella ricerca: perché — si chiedono gli americani tuttora senza tanti nuovi ed importanti farmaci cardiovascolari ed antireumatici (feldene compreso) — deve restare al cinquantanovesimo nella possibilità di curarsi? . Ezio Minetto

Persone citate: Lombardino, Reagan

Luoghi citati: America, Giappone, J. O., New York, Stati Uniti