Ravenna: «Per la cassa integrazione triplicato il previsto deficit dell'lnps»

Ravenna: «Per la cassa integrazione triplicato il previsto deficit dell'lnps» Allarmante intervista con il presidente dell'Istituto sul bilancio '81 Ravenna: «Per la cassa integrazione triplicato il previsto deficit dell'lnps» (Segue dalla l'pagina) tori non devono pagare l'Irpef? •Esatto. Ma stia a sentire 11 paradosso che ricade sull'In ps. Dal 1° gennaio di quest'anno la Cassa straordinaria è soggetta all'Irpef. Noi dobbiamo trattenere 11 6 per cento delle somme corrisposte ai lavoratori e versarlo allo Stato. A tutto agosto abbiamo già versato 18 miliardi; a fine anno saliranno a 30. Cioè, quasi la metà degli 80 miliardi che lo Stato ci dovrebbe dare e che non abbiamo visto. Noi paghiamo allo Stato e lo Stato non ci versa i contributi che ci deve. Vuol sentire un'altra curiosità? Esiste una sentenza della Cassazione che stabilisce che il lavoratore in Cassa ha diritto alla pensione intera. Quindi, se il lavoratore è in attività di servizio percepisce la paga intera e la pensione ridotta. Se, però, viene collocato in Cassa integrazione, percepisce il 90 per cento del salario netto ed ha diritto alla pensione intera». Lei sta delincando una situazione dirompente. E non abbiamo ancora parlato delle pensioni. «Per la voce pensioni il debito con il Tesoro a fine luglio era di 11 mila miliardi». La liquidazione delle pensioni avviene, tra forti proteste, con enorme ritardo. Quante sono le pensioni in ritardo? il presidente dell'lnps, in carica da un anno, che ha avuto per oltre trent'anni grosse responsabilità sindacali nella Uil, affronta la realtà senza reticenze. «Le pensioni in ritardo—ci dice — sono circa due milioni e mezzo. Stiamo programmando interventi a breve termine per ri durre in modo drastico questa giacenza». Disaggregando i dati sulla Cassa integrazione, quale pa norama emerge? «Oli ultimi sei mesi hanno messo in luce due aspetti drammatici: da una parte c'è la situazione finanziaria dell'lnps; dall'altra i dati ci dicono che la crisi sta investendo in modo massiccio l'apparato produttivo del Nord». La «caduta del Nord» è esprimibile, in sintesi, con qualche cifra? «Ecco il quadro. Nel 1980, sul totale italiano della Cassa ordinaria e straordinaria, il 52 per cento era al Nord e oggi (dati del primo semestre 1981) siamo al 66 per cento; il "triangolo industriale" l'anno scorso aveva il 39 per cento di Cassa totale, oggi siamo al 55 per cento; il Piemonte aveva il 21 per cento della Cassa globale italiana, oggi raggiunge il 36 percento». In passato sono state erogate al Sud centinaia di migliaia di pensioni di invalidità. Era un trasferimento assistenziale di risorse dal Nord al Sud. Adesso, attraverso la Cassa, non sta accadendo l'opposto? «Nel Sud su questo tema sta crescendo la polemica». Per la Cassa il Piemonte e Torino come vanno? «Male! In Piemonte la Cassa ordinaria e straordinaria è aumentata di 6,04 volte rispetto al 1980. A Torino la "straordinaria" assorbe il 92,4 per cento delle ore autorizzate in Piemonte e il 42 per cento delle ore dell'intero territorio nazionale». Sul piano nazionale i grandi settori produttivi come si comportano? «Confrontando i primi sei mesi del 1980 con il primo semestre di quest'anno, per tutta l'Italia, risulta: nel settore alimentare la Cassa è aumentata del 22 per cento; nella metallurgia del 181 per cento; nella meccanica del 342 per cento; nel tessili del 156 per cento; nella chimica del 131 per cento; nel trasporti del 500 per cento. In rapporto al totale nazionale oggi la Cassa dell'industria meccanica rappresenta il 48 per cento; i tessili ri i per cento; la chimica il 9 per cento». Da quando è presidente dell'lnps lei riesce ancora a dormire? «Ci dovremo svegliare tutti! Ecco che cosa sta succedendo in Parlamento: la legge 760 che doveva stabilire norme razionali per la mobilità dei lavoratori è ferma; il decreto 402 che modificava i contributi per i lavoratori autonomi fra tre giorni scade. Non si può continuare con provvedimenti episodici che, tra l'altro, alimentano lo scontro sociale. Poi c'è dell'altro...». «Il piano triennale — ha proseguito Ravenna — non esprime idee e orientamenti per quanto riguarda l'Inps. Più preoccupante ancora è che il piano per il "rientro dell'inflazione" non ha una pa rola che riguardi il sistema previdenziale. Come si fa a ri durre il tasso di inflazione di menticando il deficit del siste ma previdenziale?». Lei come intende reagire? «Prima della fine del mese il Consiglio di amministrazione dell'lnps farà, ad "alta voce", le sue proposte organiche alle forze politiche e sociali». Sergio Devecchi Andamento Cassa integrazione: dati ufficiali Inps Ordinaria: ore perse Straordinaria: ore perse Totale: ore perse Aree geografiche Tuttol980 l"Semestre'81 Tutto 1980 l'Semestre'81 Tutto 1980 1" Semestre '81 Piemonte 30 milium 20 milioni 20,5 milioni 67milioni 50,5 milium 87 milium rrorTmt'M^'htnu'cienuva) 55,5milioni 50 milioni 40 milioni 85milioni 90,5milioni 135 milioni Nord 74,2 milioni 70 milioni 52,5 milioni 93 milioni 126,7 milioni 164 milioni Italia 109 milioni 99 milioni 136 milioni 146 milioni 245 milioni 245 milioni La Cassa ordinaria interviene per eventi temporanei di mercato. La Cassa straordinaria interviene in caso di ristrutturazione, riconversione, riorganizzazione aziendale, crisi aziendale o di set tore. La Cassa corrisponde il 90 per cento circa del salario netto. Per la .straordinaria. occorre il parere del Cipi (Comitate interministeriale politica industriale) e il decreto di concessione del ministero del Lavoro.

Persone citate: Sergio Devecchi