Anche senza accordo Spadolini varerà la legge finanziaria di Alberto Rapisarda

Anche senza accordo Spadolini varerà la legge finanziaria Dopo la tempesta di polemiche tra i partiti e i ministri Anche senza accordo Spadolini varerà la legge finanziaria II provvedimento, insieme al bilancio dello Stato, sarà presentato in Parlamento - «Su queste cifre dovrà avvenire il confronto» ROMA — «La mio è la diplomazia della sincerità, dire al Paese le cose come sono sema attenuare la gravità dei problemi'. Alla tempesta di polemiche scatenata tra i partiti e tra i ministri a proposito dei tagli da dare alla spesa pubblica, il presidente del Consiglio Spadolini ha reagito ieri annunciando che lui è intenzionato a tirar diritto per la sua strada. Ormai, il polverone alzato dai primi contrasti tra i partiti della maggioranza nei giorni scorsi si va diradando e dietro le contrapposizioni sui problemi economici si cominciano a delineare sempre più chiari i problemi politici. Quando si parla di dar tagli a spese pubbliche, ogni partito pare soprattutto preoccupato (attraverso i propri ministri) di proteggere il suo elettorato. Quindi, a dir si a ciò che può mettere in imbarazzo il concorrente, e no a ciò che può danneggiare la propria immagine. E' come se tutti (malgrado le smentite ripetute) intravedessero non troppo lontane elezioni anticipate. Lo ammetteva ieri indirettamente il più stretto collabo ratore di Spadolini, il sottosegretario alla presidenza Com pagna: «4 me non sembra che vi sia oggi chi esplicitamente, apertamente, scopertamente possa perseguire l'obiettivo di elezioni anticipate. Ecco perché si preferisce operare per via di manovre, diversivi, trabocchetti al di fuori di ogni riferimento strategico». Per tirarsi fuori da questo quadro politico rissoso che diventa sempre più difficile controllare, Spadolini ha annunciato a tutti che per lui il punto finale di discussione rimane il Parlamento. In settimana il presidente del Consiglio vedrà per la quarta volta i suoi turbolenti ministri finanziari (martedì) poi i capigruppo della maggioranza di Camera e Senato (giovedì) e ultimi i sindacati, ai quali illustrerà in dettaglio la legge finanziaria e il bilancio dello Stato per il 1982.1 due provvedimenti saranno presentati in settimana in Parlamento. •Sarà su queste cifre che dovrà avvenire il confronto e il dibattito — ha tagliato corto Spadolini —; solo su queste cifre». Anche per quanto riguarda il piano per arginare l'inflazione, ha precisato Compagna, il governo è intenzionato a rivolgersi direttamente al Parlamento senza attendere la -disponibilità delle forse sociali a farlo proprio». A queste 'darà ragione di tutti gli elementi che hanno ispirato le sue scelte di politica economica». E' certo che anche in Parlamento i provvedimenti del governo non avranno vita facile, ma a quel punto Spadolini potrà mettere pubblicamente ogni partito della maggioranza davanti alle responsabilità e gli impegni che si è assunto quando votò la mozione motivata di fiducia. Preannunciava ieri il ministro dell'Industria, il democristiano Marcora: «Ci sono molti ostacoli da superare prima di pervenire all'approvazione del bilancio». E c'è da credergli. Ieri lo stesso Marcora ha chiesto perentoriamente che oltre ai tagli alla spesa pubblica corrente, siano anche aumentate le tasse. Proprio l'opposto di quanto vuol fare il ministro socialista delle Finanze, Formica. « Vorrei ricordare — ha detto Marcora polemico verso Spadolini — che nel 1977 il governo presieduto da un democristiano riuscì o mandare in porto un prelievo complessivo di oltre cinquemila miliardi, pur in una situazione meno grave dell'attuale». La de è contraria anche alla proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali. 'Bisogna evitare di concedere qualcosa senza ricevere niente in cambio», dice Marcora a nome della de. Quelli che dovrebbero «ricevere» sarebbero i lavoratori (sgravio delle tasse) e i datori di lavoro (oneri sociali), in cambio di un consenso alla lotta all'inflazione, fa capire la de. Cosa smentita dal sottosegretario Compagna. Alberto Rapisarda

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