Un «tesoro» nascosto a Verona

Un «tesoro» nascosto a Verona Nessuno fino a questo momento ha mai pensato di sfruttarlo Un «tesoro» nascosto a Verona Scoperte alcune sorgenti d'acqua calda - Le fonti naturali potrebbero essere impiegate in agricoltura per riscaldare le serre - Possibile anche l'uso termale VERONA — Il «tesoro, è a poche decine di metri di profondita, a volte sale perfino in superficie, ma nessuno finora ha pensato di sfruttarlo. Questo tesoro é naturale e consiste in una serie di sorgenti termali considerate nell'insieme la più importante del Nord Italia. E' stato identificato dal dottor Lorenzo Sorbini e dai suoi collaboratori del museo di Storia naturale di Verona. L'area scoperta ha una lunghezza di 40 km e una larghezza di 10 e va in pratica dalle Prealpi (la zona del marmo di Sant'Ambrogio) al confine con la provincia di Vicenza. Ci sono persino «fiumi» con una portata di 60 e più litri al secondo. La temperatura di queste acque, come appare dalla relazione scientifica, è intorno ai 30 gradi. Più bassa quindi delle terme di Caldiero, unica funzionante in provincia di Verona che hanno una storia di 2000 anni, perché vi si cura vano gli eserciti romani e persino i cavalli dei conquistato ri. Ma sempre a una temperatura più alta di una ventina di gradi rispetto alla norma. • Queste acque — ricorda Sorbini — sono un grande serbatoio di energia non inquinante, rinnovabile, perché fa parte di un circuito dhe funziona da migliaia di anni, a basso costo e che potrebbe essere utilizzato in tempi brevi». Il primo obiettivo è dunque quello di impiegare questa in¬ sperata fonte energetica naturale in agricoltura per il riscaldamento delle serre in un'area, come quella veronese, dove le colture protette hanno già una notevole diffusione sia come ortaggi sia come frutta. Il secondo uso immediato è quello termale, visto che queste acque contengono una certa quantità di carboni e solfati e sono leggermente radioattive. E' per questo che si sta compiendo, tra l'altro, una ricerca per stabilire quanta gente nel Veneto Occidentale e nelle regioni vicine abbia bisogno di cure termali in modo da predisporre strutture idonee a soddisfare tale domanda. Ma l'individuazione di tali sorgenti, che sono dei veri e propri materassi colmi d'acqua calda sistemati nell'immediato sottosuolo, non è che il primo passo verso nuove interessanti rivelazioni e imprevedibile sviluppo nell'utilizzazione della risorsa. «Le ricerche — sostiene infatti lo studioso veronese — non escludono la possibilità di trovare acque a temperature molto superiori. Anzi è assai probabile che, captando le acque termali in profondità, prima cioè che si mescolino a quelle fredde di falda, si possono ottenere temperature anche oltre i 60 gradi, scendendo ad appena 200-300 metri di profondità». In questo caso l'acqua potrebbe essere direttamente utilizzata anche negli impianti di riscaldamento delle abitazioni, visto che si tratta di acque purissime. Acqua termale, insomma, quasi gratuitamente in tutte le case. Ma la ricerca più approfondita non si è ancora fatta, anche se Sorbini ha ricordato che «il campo geotermico veronese, che si presenta sin d'ora di grande importanza, per la sua potenzialità energetica e per il fatto di trovarsi in un'area densamente popolata ed a elevato sviluppo socio-economico, la possibilità di un ulteriore ciclo di ricerche e, contemporaneamente, merita di tentare la via dei primi impianti sperimentali di utilizzo». Il fatto è che le ricerche in questo settore competono per legge all'Enel che si muove solamente per acque intorno ai 100 gradi e che assicurino il funzionamento delle turbine. Ora si spera che l'Enel modifichi il proprio indirizzo o che sia possibile attuare un intervento del Cnr o che comunque si dia carta bianca ai privati che sono disposti già fin d'ora ad accollarsi l'onere della ricerca, ma che poi vorrebbero poter utilizzare queste acque. Gli enti pubblici veronesi abilitati ad interessarsi al problema ci sono. A cominciare dall'Azienda municipalizzata di Verona che, insieme a quella di Brescia, è una grande produttrice di energia elettrica attraverso la centrale del Mincio. «/ campi di utilizzazione — insiste Sorbini — sono molteplici. Basti pensare, tra l'altro, che queste sono acque termali calde naturalmente, a differenza di tutte le altre che vengono riscaldate. Termalismo, riscaldamento delle abitazioni, utilizzazione in agricoltura sono i grandi campi nei quali questo patrimonio dovrebbe essere utilizzato. Quest'acqua può servire per produrre energia diretta o indiretta e, per di più, salute. Ma passano gli anni, i nostri lavori sono pubblicati sulle riviste specializzate e apprezzati dagli studiosi ma gli enti pubblici non si accorgono del patrimonio che stanno sprecando». Franco Ruffo

Persone citate: Franco Ruffo, Lorenzo Sorbini, Sorbini

Luoghi citati: Brescia, Caldiero, Nord Italia, Veneto Occidentale, Verona, Vicenza