Gas dall'Urss, forse l'Italia dice sì

Gas dall'Urss, forse l'Italia dice sì Trattative per il prezzo del metano, ma anche prudenza politica Gas dall'Urss, forse l'Italia dice sì ROMA — E' diventata più probabile da Ieri la partecipazione italiana al gasdotto che dal 1985-86 dovrebbe portare in Europa 11 metano di un nuovo giacimento in Siberia. E' un grosso affare che parecchi Paesi occidentali stanno trattando con l'Unione Sovietica e che al presidente americano Ronald Reagan non piace per mente. Il ministro del Commercio Estero, Nicola Capila, ne ha riferito ieri mattina al Consiglio dei ministri; su sua proposta, informa un comunicato, si è deciso di .istituire presso il Cipe una sede di coordinamento sia delle trattative per le forniture italiane, sia per le trattative per stabilire il prezzo del gas». Resta d'obbligo una certa prudenza di ordine politico, per cui «si sottolinea anche la necessità di agire di concerto con gli altri partners europei interessati». Le trattative saranno ancora lunghe e difficili, ma la via è aperta. I vantaggi del gasdotto sovietico consisterebbero non solo nell'avere più metano per i fornelli delle nostre cucine e per le nostre fabbriche, ma Per 11 gas naturale, altrimenti detto metano, come per il petrolio, si sa che l'esigenza fondamentale è 'diversificare le forniture», cioè non dipendere troppo da nessun Paese produttore, specie se politicamente non amico. Degli attuali fornitori di metano per l'Italia, solo l'Olanda è Paese «sicuro» sotto tutti gli aspetti; gli altri sono l'Algeria, l'Urss e la Libia. Con l'Algeria, dopo la realizzazione del gasdotto sottomarino, tecnologicamente unico al mondo, che attraversa il Canale di Sicilia, si sono riaperte le trattative sul prezzo, che sono difficili. Con i russi di prezzo non si è ancora parlato: ieri al Consiglio dei ministri si è sottolineata la necessità che tutti i Paesi europei interessati lo facciano insieme, con un coordinamento che è finora mancato. Ma forse la questione importante è un'altra: in caso di bisogno (carenza di forniture) l'Urss sarà disposta a dare un dispiacere all'Opec, accrescendo le sue vendite all'Ovest? Pare che nei colloqui abbiano fatto intendere di si, per quanto può valere, s. 1. anche in ampie commesse per le industrie. L'Italsider (che di commesse ha proprio bisogno, in questi tempi) potrà costruire t tubi, il Nuovo Pignone dell'Eni le stazioni di pompaggio, e cosi via. Saranno centinaia di milioni di dollari. Lo svantaggio sarebbe quello di accrescere la dipendenza energetica dall'Urss, in una fase storica di maggior tensione internazionale. Nel 1990 la quota di metano proveniente dall'Urss potrebbe salire, dall'attuale 23%, ad oltre il 30%. Il che costituirebbe un po' più del 6% dei consumi energetici italiani alla fine del decennio, secondo le previsioni. Questa accresciuta dipendenza, sempre che l'affare vada in porto, la si condividerebbe con parecchi altri Paesi dell'Europa occidentale, la Germania Federale, la Francia, l'Olanda, il Belgio, l'Austria. D'altra parte anche l'Urss sarebbe più dipendente dall'Occidente: su quale dei due fattori contare di più, ci sono delle divergenze fra gli strateghi. Il gasdotto sarà costruito con capitali e tecnologia dell'Ovest e sarà un colossale affare per molte imprese.

Persone citate: Nicola Capila, Ronald Reagan