L'arringa del ministro
L'arringa del ministro L'arringa del ministro DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Si faceva la coda, ieri pomeriggio, davanti all'ingresso per il pubblico dell'Assemblea Nazionale, come per un'attesa prima teatrale, benché la televisione avesse programmato cinque ore di ripresa diretta dell'avvenimento, cioè il dibattito parlamentare sull'abolizione della ghigliottina. Dal 1906 non si discute più della pena capitale in Francia. Oggi non c'è incertezza sull'esito del dibattito perché la stragrande maggioranza parlamentare formata da socialisti, comunisti e radicali sarà ancora rafforzata al momento del voto da numerosi deputati dello schieramento di centro-destra. Ma com'è naturale, le polemiche fra abolizionisti e avversari della ghigliottina si sono riaccese dopo un'apparente indifferenza, anche sotto la spinta di un sondaggio di opinione il quale conferma come una larga maggioranza di francesi (il 62 per cento se¬ condo Le Figaro) resti favorevole alla pena di morte. Quando il ministro della Giustizia, Badinter (fino a pochi mesi fa avvocato, celebre per la sua campagna abolizionista), si è alzato per illustrare ai parlamentari il suo progetto di legge, nell'aula si è fatto un gran silenzio. Tutti erano consapevoli, al di là della retorica, che davvero la Francia sta scrivendo una pagina della sua storia. Nell'ultima arringa contro la ghigliottina, Badinter ha contestato la validità dei sondaggi anti-abolizionisti, ricordando che in maggio gli elettori hanno votato in maggioranza per Mitterrand (che si era dichiarato contrario alla ghigliottina) e il mese successivo hanno eletto una larga maggioranza parlamentare di sinistra. Bisogna resistere, ha concluso, «alia vertigine dell'eliminazione», alla tentazione di -uccidere per vendetta o per prudenza», e riportare la ghigliottina nel museo degli orrori. p. pat.
Persone citate: Badinter, Mitterrand
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