Gromyko è a New York per un timido dialogo di Fabio Galvano

Gromyko è a New York per un timido dialogo S'incontrerà con Haig e forse anche con Reagan Gromyko è a New York per un timido dialogo Ufficialmente guida la delegazione di Mosca all'Orni, ma l'attenzione si concentra sui rapporti Cremlino-Casa Bianca - Bomba N, Afghanistan, Cambogia sono i principali punti di attrito DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — L'attività, diplomatica per la ripresa del difficile dialogo Usa-Urss è entrata ieri in una nuova fase con la partenza per New York del ministro degli Esteri sovietico Gromyko. Ufficialmente egli guiderà la delegazione di Mosca all'assemblea generale dell'Orni. In realtà tutti i riflettori sono puntati sui suoi incontri con il segretario di Stato Haig, in programma mercoledì prossimo e il lunedi seguente, nonché sul possibile colloquio che nello stesso periodo egli potrebbe avere con il presidente Reagan. Sono i primi contatti ad alto livello fra sovietici e americani, dopo mesi di minacciose polemiche. Non è facile individuare, da Mosca, gli obiettivi immediati in questa prima fase di potenziale ripresa del dialogo. Haig ha più volte dichiarato di non aspettarsi «drammatici progressi» e il silenzio sotto cui la Mosca ufficiale passa i colloqui di New York (la Tass ne accennò brevemente in estate) fa presumere che anche il Cremlino non si faccia eccessive illusioni sul loro esito. Certo è che Mosca non ha ritenuto — né Washington è stata da meno — di dover ammorbidire il tono della polemica per facilitare la prima presa di contatto. Ancora ieri, esaminando i temi di fondo che saranno di scussi all'assemblea Onu, la Pravda osservava come, di fronte alla necessità di -perseguire gli obiettivi di quella organiszazione, cioè il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali; Washington si sia invece avviata su un sentiero pericoloso, che consiste nell'« aggravare la situazione internazionale e accrescere le spese militari; ricorrendo ad -azioni pericolose- come la decisione d'installare i «Cruise» e i «Pershing-2» in Europa e quella di produrre la bomba N. -Gli Stati Uniti — concludeva il giornale del pcus — mirano anche a creare situazioni di crisi nel mondo, a interferire negli affari interni di altri Paesi e ad alimentare i conflitti nei punti caldi del globo». Negli ultimi giorni i mass-media sovietici hanno dato molto rilievo all'ennesima proposta del Cremlino, quella relativa a un trattato che proibisca l'uso dello spazio a fini militari. Mosca cerca con insistenza di inserire questo argomento nell'agenda Onu e ne fa un cavallo di battaglia accanto ai temi risaputi della sua tanto propagandata 'Offensiva di pace»: la limitazione del riarmo, soprattutto di quello nucleare, 11 divieto di produrre nuove armi per la distruzione di massa e nuovi sistemi—cioè nuovi vettori — per tali armi, la firma di una convenzione internazionale per rafforzare la sicurezza dei Paesi non dotati di armi nucleari, la creazione di zone denuclearizzate in varie parti del mondo e l'impegno dei due blocchi a non dotare di armi atomiche i Paesi che attualmente non ne dispongano. Sono tutti temi, tuttavia, che dipendono in buona misura dal dialogo fra Unione Sovietica e Stati Uniti. Se Mosca e Washington riusciranno a gettare le basi preliminari per riaprire il dialogo, molti altri problemi di carat tere multilaterale si sbiocche ranno. Si ignora — ma non è possibile escluderlo*— se Bre znev abbia incaricato Grom yko di consegnare un suo messaggio personale al presi' dente Reagan. Anche altri, tuttavia, sono i temi del contenzioso sovleto-americano: la bomba N, per esempio, l'Afghanistan, la Cambogia. Sugli ultimi due la Tass ha accusato ieri americani e cinesi di avere imposto tali -argomenti provocatori» per «sviare l'attenzione dei delegati dai più importanti problemi del nostro tempo». Per Kabul si parla di «intrighi», per la Kampuchea addirittura di •tentativi per mascherare il genocidio commesso dal regime di Poi Pot». L'Urss, in sostanza, pare disposta a discutere le iniziative americane che infastidiscono il Cremlino, molto meno ad affrontare, del proprio operato, i temi che non garbano alla Casa Bianca. Fabio Galvano

Persone citate: Cruise, Grom, Gromyko, Haig, Reagan