Ambrosio rivela ai giudici di Lugano « lo disponevo di 30 tonnellate d'oro» di Clemente Granata

Ambrosio rivela ai giudici di Lugano « lo disponevo di 30 tonnellate d'oro» Un vortice d'affari, tra il 73 e il 74, che superò i 200 miliardi di lire Ambrosio rivela ai giudici di Lugano « lo disponevo di 30 tonnellate d'oro» Durante il processo di ieri sono stati passati in rassegna i documenti contabili che testimoniano il progressivo formarsi del debito: 120 milioni di franchi - L'imputato ha detto dì essere stato all'oscuro di tutto, vittima inconsapevole di Mario Tronconi, poi suicidatosi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LUGANO — Cascate di diamanti, autocarri ricolmi di lingotti d'oro, un vortice d'affari che a un certo punto superò, a cavallo tra il '73 e il '74, i 200 miliardi di lire, le feste tra fiaba e scandalo che riempirono le cronache mondane d'Italia, poi la caduta, le manette, il rischio di una pena detentiva non breve. Le glorie e gli affanni, le stelle e la polvere che hanno contrassegnato la rapida convulsa stagione dell'ex scugnizzo Cicalio, il finanziere miliardarioo Franco Ambrosio accusato ora di truffa aggravata per l'ammanco di 120 milioni di franchi subiti dalla «Svirobank» sono stati passati in rassegna ieri dai giudici delle assise criminali di Lugano. Da una parte cartelle ricolme di documenti contabili che testimoniano il progressivo formarsi del debito, un perito molto pignolo che con l'aiuto di grafici e diapositive ha tentato di dimostrare come la truffa potè essere architettata e consumata, una fitta serie di contestazioni del presidente Rotalinti e del procuratore Bernasconi, dall'altra parte un imputato che ha cercato di ribattere colpo su colpo e respingere e rovesciare accuse e dimostrare di essere rimasto ignaro di tutto, vittima inconsapevole di quel Mario Tronconi vice direttore della banca e poi suicidatosi che in realtà manovrava, falsificava, malversava. E' stato male all'improvviso, verso mezzogiorno. Franco Ambrosio e il presidente ha ordinato la sospensione dell'udienza e la visita medica. Alle 14, il referto: infiammazione intercostale, l'imputato poteva riprendere il proprio posto, ulteriori e più approfonditi accertamenti sarebbero stati compiuti più tardi al termine della seduta. Pallido e teso (.E' un uomo finito distrutto dalle calunnie- ha commentato il suo difensore Borghi) l'imputato ha continuato a rispondere alle contestazioni fino a sera. E le feste in cui avrebbe dilapidato parte dei prestiti in franchi ricevuti dalla «Svirobank»? Risposta: «La festa alla mia villa di Milano l'ho pagata in lire italiane, quella di St-Moritz l'ha pagata la società distributrice del film "Yuppi Du", quella di Portofino un'altra società ancora'. Accusa: -Ma quelle società facevano capo a lei ed erano finanziate dalla Svirobank». L'oro? Risposta: «//oro lo davo in garanzia alla banca, ne avevo disponibili 30 tonnellate». Accusa: -Mancano i certificati di pegno come può dire di averli dati in garanzia? E se li aveva dati in garanzia perché poi li ritirò dalla banca?*. Ambrosio: -Io dicevo al Tronconi che davo l'oro in garanzia poi non so se lui faceva o no i certificati di pegno. Ci rimisi una volta con l'oro è vero: 17 milioni di franchi per l'improvviso crollo del mercato ma poi recuperai ed ebbi 6 milioni di utile-. Tronconi ad un certo punto per coprire il buco di Ambrosio che aveva raggiunto già i 55 milioni di franchi frazionò l'ammanco e lo caricò in parte sui conti di altri clienti. Mai saputo nulla? Ambrosio: «No. Quelli erano fatti interni della banca-. Presidente: «Suvvia, Ambrosio, possibile che un imprenditore intelligente come lei si disinteressasse di questioni pratiche?». Ambrosio: -Non mi interessavo di problemi contabili. Io credevo di essere in pareggio. Poi, sa, si parla di milioni di scoperto ma non è che quella cifra potesse fare un grande effetto su chi come me manovrava miliardi. Comunque giuro che ero all'oscuro di tutto». Presidente: «Eppure Tronconi a volte le chiedeva di «rientrare» e implicitamente la informava che il suo conto era in rosso». Ambrosio: -Quando mi chiedeva di rientrare rientravo subito. Teniamo presente inoltre che quella era l'epoca in cui Sindona chiedeva ingenti finanziamenti. E io pensavo che il Banco di Roma facesse incetta di soldi tra i clienti per far fronte a quei finanziamenti». Presidente: «Lei invochi pure chi vuole, ma noi dobbiamo attenerci ai fatti di causa. Qui ci sono i conti del perito sui quali risultano le operazioni sul suo conto alla «Svirobank» e il suo debito di 120 milioni di franchi. Riconosce la regolarità di questo documento?». Ambrosio: •Riconosco la regolarità aritmetica del documento, ma nulla di più. Non agii con l'intenzione di truffare, semmai fui io ad essere vittima delle manovre del Banco di Roma». Risate dell'accusa e del pubblico. Ieri non si è presentato l'avvocato De Cataldo, radicale già difensore dell'Ambrosio a Milano. Impegnato a Roma presso la commissione Giustizia ha inviato una lettera in cui depone a favore dell'imputato. Oggi pomeriggio probabilmente sarà il turno dell'accusa. Clemente Granata

Persone citate: Bernasconi, De Cataldo, Franco Ambrosio, Mario Tronconi, Sindona

Luoghi citati: Italia, Lugano, Milano, Portofino, Roma