Quel petroliere che ama Daumier

Quel petroliere che ama Daumier AMICO DI LENIN E DI REAGAN, COLLEZIONISTA D'ARTE Quel petroliere che ama Daumier LONDRA — Una delle mostre principali allestite in occasione del festival di Edimburgo, dedicata a Honoré Daumier, la si deve all'industriale americano Arnold Hammer. Ora, non si sa bene se parlare di Daumier o di Hammer. Magnate del petrolio questo industriale ottantenne l'anno scorso comprò il Codice Leicester (subito ribattezzato Codex Hammer) di Leonardo da Vinci. E' il personaggio che, nel '21, adoperatosi per l'Unione Sovietica (Hammer era figlio di russi emigrati a New York) ebbe varie concessioni e, diventato amico di Lenin, istallò, dietro suo suggerimento, una fabbrica per matite e penne. (•Lenin voleva combattere l'analfabetismo*). Negli anni che passò in Urss, Hammer conobbe bene non solo Lenin ma anche Trockij e Stalin (del quale però dice male: era invece affascinato da Trockij che •parlava sempre»). Con tutti i suoi rubli, Hammer acquistò varie opere d'arte, oggetti francesi del XVIII secolo, dalle famiglie aristocratiche impoverite e, nel 1930, ritiratosi dall'Unione Sovietica, fu pienamente compensato dal governo. Seguirono alti e bassi nelle fortune di Hammer. ormài solidamente trapiantatosi negli Stati Uniti: distillerie di whisky, gallerie d'arte e nel 1957, divenne l'acquirente della Occidental Petroleum che, basata a Los Angeles, è <oggi una opulenta multinazionale. Hammer continuava a collezionare: nel 1965 regalò tan¬ to i quadri francesi di provenienza russa che altre tele rinascimentali, acquistate nel frattempo, all'Università di Los Angeles. Ma ricominciò a comprare e riformò un'altra collezione di quadri antichi e moderni, con alcuni pezzi molto belli, che furono esibiti alla Royal Academy di Londra nel '78. Hammer, difatti, cominciava a guardare verso l'Inghilterra e al suo petrolio del Mare del Nord. Non certo il primo dei «potenti» che usa l'arte per accattivarsi simpatie politiche e popolari, Hammer divenne amico della Scozia (donazioni di quadri), amico di Margaret Thatcher; i suoi rapporti con l'Unione Sovietica sono rimasti ottimi, ed è lui che (regali di quadri all'Ermitage di Le- ningrado) vede Leonid Breznev quando e come vuole. Questi legami non gli impediscono, tutt'altro, di essere legato all'amministrazione Reagan. Si dice — ma non è solo un pettegolezzo di Washington —che il colloquio segreto Reagan - Unione Sovietica sia affidato proprio a Hammer, che va e viene dall'Unione Sovietica: che sia lui insomma il nuovo Kissinger. E, in un mondo politico di ottuagenari, è giusto che l'ambasciatore volante si adegui. Ma veniamo a Daumier: nel '76 Hammer comprò l'intera e magnifica collezione di Oeorge Longstreet che aveva dedicato la sua vita a mettere assieme 5000 opere del pittore-caricaturista. A questa collezione di litografie, Hammer aggiunse tele ad olio, acquarelli e disegni oltre a 36 ritratti in bronzo di provenienza, si dice, italiana. Agenti, curatori, ex direttori di grandi musei continuano a comprare per Hammer: quella di Edimburgo, difatti, è una bellissima mostra e molto completa, anche. Tra le ultime acquisizioni, Gli avvocati (che una volta apparteneva a Corot) e il bellissimo olio Don Chisciotte e Sancho Ponza, marrone e rosa. Questi Daumier (a parte gli ultimi oli) erano già stati esibiti a Los Angeles, Washington e a Mexico City, in America; in Europa a Londra e a Oslo, capitale di una nazione anch'essa nuova produttrice di petrolio. Hammer che ha interessi anche in Italia (a Porto Torres), dopo Daumier, come si diceva, ha comprato il codice Leicester di Leonardo che trovò «o buon mercato». L'Italia in quell'occasione non partecipò alla battaglia dell'asta anche se era presente in sala, ufficialmente. Anche il Codice Hammer, pagine manoscritte sulla «Natura, il peso e il movimento dell'acqua» è diventato una porta politica; Hammer lo ha fatto dismembrare — com'era ai tempi di Leonardo — e lo ha esibito a Washington nel gennaio dell'8l in occasione del nuovo arrivo presidenziale. Reagan, naturalmente, era presente. Dopo Washington, il Codice è stato esibito al Los Angeles County Museum of Art, al quale Hammer lo ha lasciato in eredità Ma fin quando l'industriale sarà vivo, il Codice tornerà a Londra ogni anno, per essere mostrato al pubblico. Seduto nel suo jet personale che viaggia in continuazione da una parte all'altra del mondo, vicino alla sua piccolissima moglie, chissà quali altre collezioni e mostre ha Hammer in mente, per spianare una via politica, per consolidare i rapporti con un Paese, per incontrare qualche primo ministro, sceicco, presidente. La famosa mostra che viaggiò gli Stati Uniti nel '78 di impressionisti e post-impressionisti dall'Ermitage di Leningrado, era naturalmente dovuta a lui. Adesso i rapporti con l'Unione Sovietica sono ufficialmente più tesi, ma dove c'è un pozzo di petrolio o una raffineria, c'è Hammer: ci saranno quindi tante oltre belle mostre. Gaia Servadio,