Uccelli con la bussola

Uccelli con la bussola TIRRENIA: DISCUSSO IL MISTERO DELLE MIGRAZIONI Uccelli con la bussola Che cosa indica loro la rotta, lunga migliaia di chilometri? Secondo alcuni l'olfatto, secondo altri i campi magnetici - Anche nelle gabbie battono freneticamente le ali quando è tempo di volare DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TIRRENIA — Le cicogne stanno volando dalle pianure russe all'Africa meridionale; i rondoni sono in viaggio verso l'Africa centrale; partono tortore e quaglie; tordi, fringuelli, pettirossi, allodole, scendono dal cuore dell'Europa alle regioni mediterranee. Ogni anno, all'avvicinarsi dell'autunno, miliardi di uccelli lasciano le terre settentrionali più fredde, dove hanno nidificato, per trasferirsi in quelle calde lontane centinaia o migliaia di chilometri. In primavera riprenderanno il volo diretti a Nord, secondo leggi misteriose. Come si dirigono? Come ritrovano dopo sei mesi il punto di partenza, dove rifanno il nido, spesso sullo stesso albero o sotto la stessa grondaia? Le migrazioni degli uccelli hanno affascinato l'uomo da sempre. Ma soltanto dal secolo scorso, con la pratica dell'inanellamento, si conoscono con precisione le grandi direttrici. Uccelli catturati d'estate in Siberia, muniti di un anello metallico col nome dell'osservatorio e un numero, vengono trovati d'inverno nell'A frica orien tale. Le cicogne / movimenti stagionali di massa si ripetono in tutto il mondo: al tramonto dell'estate dal Canada e dagli Stati Uniti del Nord al Messico e alle Antille, dalla Siberia orientale e dalla Cina all'Australia, dall'Europa all'Africa. In primavera il trasferimento in senso opposto. I migratori a lunga distanza si dividono tra loro in rapporto alla potenza e resistenza nel volo. Il rondone, che può raggiungere i 200 chilometri l'ora mantenendo una velocità di crociera di 80, affronta in linea retta la trasvolata del Mediterraneo e del Sahara. La cicogna, più a o o , . è s l o e , l i a n e e 8 di a i, oe , lenta, segue itinerari che le offrono tappe frequenti: dall'Europa centro-orientale al Bosforo, poi verso l'Egitto sempre sorvolando la terra ferma, per dirigersi infine a Sud. Le cicogne che nidificano in Olanda scelgono un'altra rotta, puntando sulla Spagna e lo stretto di Gibilterra, per evitare il mare aperto. Ci sono anche i •migratori parziali», come il gufo comune che si sposta d'inverno dalle regioni interne più fredde a quelle costiere. Si sono adattate al clima della riviera famiglie di merli, tordi, fringuelli, divenuti cosi •sedentari» da rinunciare alla trasvolata in Tunisia e in Algeria. Un simposio internazionale sulla navigazione degli uccelli, organizzato a Tirrenia dall'università di Pisa e dal Max Planck Institut di Seewiesen, col patrocinio dell'Accademia dei Lincei e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nei giorni scorsi ha messo a confronto gli studi compiuti da scienziati europei e americani per accertare quali meccanismi regolino le migrazioni, quali sistemi consentano a una rondine di fare il punto, di stabilire la rotta, di seguirla con precisione sbalorditiva sorvolando mari e deserti, affrontando tempeste e venti contrari. Altro tema inesauribile: come spiegare il ritorno del colombo viaggiatore al punto di partenza, dopo un trasferimento forzato nel chiuso di un contenitore, a centinaia di chilometri di distanza? «Due sono i filoni principali della ricerca: quello olfattivo e quello magnetico», mi dice il professor Floriano Papi, direttore dell'Istituto di biologia generale dell'università di Pisa. Gli uccelli sarebbero orientati dagli odori che riconoscono e classificano in rapporto alla direzione dei venti. Secondo altri scienziati, prevalentemente americani, i migratori avrebbero un sistema di navigazione comandato dalla ghiandola pineale, sensibile alle variazioni dei campi magnetici. ■ Se ne è discusso per tre giorni, portando i risultati di esperimenti compiuti al di qua e al di là dell'Atlantico. Da profano, e affrontando il rischio di probabili imprecisioni, cercherò di riassumere tutto in termini elementari Gli uccelli migratori, è accertato, hanno anzitutto la percezione dei punti cardinali. Ne ha parlato diffusamente l'inglese G. V. T. Matthews; spiegando come l'orientamento sia impostato sulla posizione del sole e, di notte, anche delle stelle. Per • fare il punto» con precisione, gli uccelli si aiuterebbero con l'olfatto e con i suoni. La navigazione lungo un litorale, di notte, può essere guidata dal rumore della risacca, percepibile dalle quote di volo relativamente basse, sui 200 metri. Resta però il problema di fondo: conosciuto il punto in cui si trovano, come fanno gli uccelli a indirizzarsi verso il punto di arrivo, distante a volte migliaia di chilometri? L'americano A. J. Lednor, della Cornell University (Ithaca, N. Y.) è per la teoria della navigazione magnetica. Gli uccelli, secondo questa teoria, confortata da esperimenti infittiti negli ultimi due anni (se ne parlava già nel secolo scorso ma poi l'indirizzo era stato abbandonato) riconoscono il Nord magnetico e probabilmente distinguono altri segnali dei diversi campi magnetici terrestri, memorizzandoli su una mappa all'interno del loro cervello. Patldlublacotrs(dcpsdzcI piccioni La ghiandola pineale riceve gli impulsi, differenziati secondo i luoghi. Si spiegherebbe così il ritorno del piccione viaggiatore al punto di rilascio. Uso il condizionale perché non tutti gli scienziati concordano. Qualcuno esagera nell'ottimismo. Un inglese, R. R. Baker, di Manchester, ha addirittura trasferito all'uomo la teoria della navigazione magnetica (anche l'uomo ha la ghiandola pineale), riportando un esperimento accolto con molte riserve. Sei studenti, trasferiti in autobus con gli occhi bendati in una località sconosciuta, avrebbero saputo indicare la • rotta di ritorno». Ritorniamo alla navigazione degli uccelli: uno scienziato svizzero. U. Frei. di Bubendorf, ha provato che i piccioni viaggiatori perdono l'orientamento attraversando la zona a Nord di Losanna caratterizzata da campi magnetici anomali. Gl'italiani, col professor Papi in testa, sono più propensi a credere nella navigazione olfattiva, soprattutto tra i piccioni viaggiatori. Gli esperimenti vengono compiuti nel verdissimo parco di San Piero a Grado (San Rossore è al di là dell'Arno) dove l'istituto di biologia generale ha le sue piccionaie. Il professor V. Fiaschi mi dice: «Abbiamo privato dell'olfatto, con sistemi diversi, un gruppo di piccioni. Li abbiamo portati a decine di chilometri di distanza e liberati assieme a un gruppo di piccioni integri. Quelli privi di olfatto hanno avuto difficoltà a rientrare o non sono rientrati». Le vittime Memorizzando e riconoscendo determinati odori (spiccata è la sensibilità all'odore dell'oliva) gli uccelli ricostruirebbero il cammino percorso e da ripercorrere sulla terra ferma, indirizzandosi verso i luoghi di nidificazione. L'orientamento visivo conta poco o nulla. Un rondone privo di olfatto non riconosce il punto dove ha il nido. Misteriosa rimane la spinta a queste faticosissime migrazioni che costano agli uccelli d'ogni specie milioni di vittime. Uccelli esausti e morenti vengono trovati spesso sulle isole toscane, come Montecristo. Miriadi di migratori morti sono osservati ogni anno nel Sahara. Quel che è scientificamente provato è l'ereditarietà dello stimolo all'emigrazione. In Germania sono stati allevati artificialmente, al chiuso, tordi e capinere e altri uccelli: tutti, al momento in cui iniziano le migrazioni, hanno cominciato ad agitarsi, sbattendo contro le gabbie. L'agitazione dura esattamente quanto durerebbe il volo: più di un mese se si tratta di un migratore a lunga distanza, quindici giorni se l'uccellino appartiene a una specie che si limita a passare le Alpi per svernare in Nord A frica o in Italia. A che serve tutto questo? La domanda dovrebbe essere taciuta, contenendo la negazione della scienza e della poesia così vicine nel caso delle migrazioni degli uccelli. La ripeto perché alcune risposte parziali possono interessarci nella vita di ogni giorno. Gli scienziati osservano alterazioni nei movimenti migratori, dovute a attività umane. I rondoni sono scomparsi da alcune zone costiere italiane in seguito alle troppo energiche •disinfestazioni» che hanno eliminato mosche e zanzare, loro alimenti fondamentali. Le pianure non sono più frequentate da rapaci migratori, perché il grano e tanti altri prodotti della terra sono avvelenati da sostanze chimiche. Le correnti migratorie di colombacci e cicogne sono disturbate da campi magnetici artificiali, causati da installazioni militari o industriali. Se ne ricavano segnali d'allarme per l'uomo: gli uccelli vengono così studiati come indicatori biologici della qualità dell'ambiente in cui viviamo. Quando le grandi migrazioni non ci fossero più, l'umanità avrebbe paura. Gli ornitologi che puntano il cannocchiale contro il disco lunare, nelle notti chiare, per osservare il passaggio di migliaia di uccelli diretti a Sud o a Nord, incarnano un bisogno di certezza. Mario Fazio

Persone citate: A. J. Lednor, Floriano Papi, Mario Fazio, Matthews, Max Planck, R. R. Baker