Tornano i tempi belli per il lago di Como

Tornano i tempi belli per il lago di Como Il grande depuratore ha vinto l'inquinamento Tornano i tempi belli per il lago di Como COMO — Giugno 1972: l'ufficiale sanitario proibisce i bagni nel primo bacino del Lago di Como. L'acqua è troppo inquinata. C'è addirittura pericolo di infezioni. Tutte le fogne della città scaricano nel lago. L'acqua, spesso, è puzzolente, di un colore indefinibile. Il Cosio, torrente che attraversa Como, scarica poi tonnellate di veleni delle tinto-stamperie che si trovano lungo il suo corso. I due lidi di Como rimangono aperti, ma solo per chi vuole prendere il sole. Vistosi cartelli proibiscono il bagno nel lago. La situazione negli anni successivi è andata via via peggiorando. I giornali locali definivano il primo bacino del lago di Como una vera e pròpria fogna a cielo aperto. Oli amministratori non sapevano che cosa fare. Se costringere le aziende a costruire centinaia di piccoli depuratori, oppure se tentare un'operazione globale di lotta all'inquinamento. Dopo lunghe discussioni, si decise per la seconda soluzione, l'operazione globale. Tra Comune e Unione industriali si raggiunse un accordo in base al quale venne costruito un maxiimpianto di depurazione, impianto nel quale vengono convogliate sia le acque civili che quelle industriali. Molti erano scettici su questa forma, su questo strano •matrimonio» tra ente pubblico e industria privata. Invece le cose — strano a dirsi — hanno funzionato. E il grande depuratore è ora una realta. E' costato nove miliardi e mezzo di lire. E' un impianto all'avanguardia visitato da delegazioni italiane e straniere. Il Comune è intervenuto per il trentatré per cento; gli industriali per il resto. L'impianto della «Como Depur» ha incominciato a funzionare un anno e mezzo fa. Tratta 40.000 metri cubi di acqua al giorno, acqua che poi restituisce pulita trattenendo, sempre nell'arco di 24 ore, 40 tonnellate di fanghi. A distanza di cosi breve tempo, già il tasso di inquinamento dell'acqua del lago del primo bacino è disceso sotto i livelli di allarme. L'ultima rilevazione avrebbe permesso all'ufficiale sanitario del Comune di d dichiarare il lago balneabile. Il sanitario però non se l'è sentita. E preferisce attendere qualche altra conferma prima di sancire che si potrà di nuovo fare il bagno nel lago. 1972-1981: nove anni in cui l'uomo ha fatto molto per combattere l'inquinamento. E la stessa filosofia di vita, la stessa filosofia di produzione che è cambiata. Dall'inquinamento selvaggio si è passati, giorno dopo giorno, alla sal- vaguardia della natura. Ed ecco i primi frutti di questa avveduta politica. E' l'uomo che si rende conto dei suoi madornali errori e cerca di porvi rimedio nel miglior modo possibile. Ed ecco il lago di Como, una volta inquinato, che ritorna ad essere limpido. Ora ben l'85 per cento delle acque luride, industriali e civili, della città finiscono nel maxidepuratore. Alcune fogne non sono ancora collegate, ma lo saranno al più presto. E' una «fetta» ad Est di Como che scarica ancora nel lago. Tutte le acque del resto della città finiscono nel grande depuratore. Como è stata per anni messa sottosopra per far confluire le acque luride nell'impianto. In sostanza si è creato nel sottosuolo una doppia ragnatela, un sistema di canalizzazione per le acque cosiddette bianche, che finiscono direttamente nel lago, e un secondo sistema di canalizzazioni per le acque civili e industriali, che, attraverso stazioni di pompaggio, finiscono invece nel depuratore. Adolfo Caldarini

Persone citate: Adolfo Caldarini, Cosio

Luoghi citati: Como