Orgia d'acquisti prima dei rincari per il misterioso tam-tam di Mosca di Fabio Galvano

Orgia d'acquisti prima dei rincari per il misterioso tam-tam di Mosca L'improvvisa stangata su benzina, vodka, tabacco e articoli «di lusso» Orgia d'acquisti prima dei rincari per il misterioso tam-tam di Mosca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Il «dopo-stangata» è scattato per i russi a mezzanotte di lunedi, quando il campanile della Torre Spasskaja ha battuto i 12 tocchi e il consueto drappello di turisti stranieri ha visto — immutato col suo passo dell'oca — il cambio della guardia davanti al Mausoleo di Lenin. In quel momento, le lunghe code ai distributori di benzina si sono sfaldate e sono poi scomparse: che senso aveva stare in fila, con i 5 gradi notturni dell'autunno russo, per fare un pieno a prezzo comunque raddoppiato? Mosca, che per tutta la giornata di lunedi aveva visto code ai negiizi, processioni di sporte e di pacchi, è ridiventata in pochi minuti la grande capitale silenziosa e assonnata di sempre. Ieri mattina, quando la Pravda e tutti i giornali hanno dato conferma della «stangata», nessuno ha più potuto pensare a un brutto sogno. Nella prima fitta nebbia, più invernale che autunnale, la città si è lentamente svegliata. Quando il sole l'ha finalmente toccata, è ricomparsa la Mosca di sempre, ben diversa da quella caotica del giorno prima. Le code c'erano ancora, ma erano quelle solite per l'arrivo di frutti esotici (susine) o di articoli scomparsi da tempo (carta igienica). Anche perché, con l'assillo degli aumenti, i moscoviti avevano dato fondo nelle 24 ore precedenti ai loro gruzzoli di rubli, incettando vodka e koniac, acquistando dalla shapka di pelliccia al giaccone di montone rovesciato, dalle sigarette a quel servizio di porcellana costato magari mesi di risparmi. I negozi, ieri, hanno aumentato i prezzi. Ma molti hanno venduto poco: non solo per l'effetto psi cologico dei rincari che trat teneva il pubblico, ma anche perché molti scaffali erano più vuoti del solito dopo la «corsa al risparmio» del giorno prima. Chi voleva difendersi dalla «stangata» aveva comperato; e forse anche per questo, ieri, il mugugno era abbastanza contenuto. Le spiegazioni ufficiali interessano soltanto a una minima parte del pubblico sovietico. Anzi, molti russi avevano previsto i rincari proprio notando l'intensificato rilievo dato dai loro mass-media all'immutabilità di certi prezzi e alla economicità di certi beni e servizi rispetto ai Paesi «capitalisti». Finché si dice che la vodka costa ora di più «per limitarne il consumo., i russi strizzano l'occhio. Non capiscono, invece, rincari come quelli della benzina, assurdi a loro dire per un Paese che è il maggiore produttore mondiale di petrolio (oltre 12 milioni di barili il giorno). La stampa di qui ha sempre categoricamente respinto le previsioni americane di una imminente crisi energetica in Urss. Affiancato al desiderio di frenare la convulsa corsa dei russi alla motorizzazione privata, il rincaro della benzina potrebbe essere la prima ammissione indiretta di qualche difficoltà nell'espansione della produzione petrolifera. Ma questo i russi non vedono e non sentono. Fino alla fatidica mezzanotte, l'importante era fare l'ultimo pieno a metà prezzo. Da ieri, un litro di .super (660 lire) costa loro 25 minuti di lavoro, più che in qualsiasi altro Paese industrializzato. Fabio Galvano Mosca. Una lunga fila di macchine nei pressi d'un distributore, in attesa di far benzina (Ap)

Persone citate: Lenin

Luoghi citati: Mosca, Urss