L'attesa Enciclica del Papa «I lavoratori partecipino alla gestione dell'impresa»

L'attesa Enciclica del Papa «I lavoratori partecipino alla gestione dell'impresa» Rinnovata la condanna del capitalismo e del marxismo L'attesa Enciclica del Papa «I lavoratori partecipino alla gestione dell'impresa» D documento si limita ad affermare il principio come via utile per superare le lotte sociali Riconosciuto il diritto ad organizzarsi in sindacati, purché agiscano nell'interesse generale e senza legami di partito - Legittimo lo sciopero con chiari limiti, soprattutto nei servizi pubblici CITTA' DEL VATICANO — Rilevanti sviluppi di principio per una terza via cristiana, fra capitalismo «rigido» e collettivismo marxista, sono enunciati da Giovanni Paolo II nella sua nuova enciclica, promulgata ieri mattina e dedicata al lavoro umano e alla persona dei lavoratori. S'intitola «Laborem Exercens», dalle prime parole del testo ufficiale (68 pagine e mezzo) in latino: «Esercitando il lavoro (l'uomo...)». In una postilla aggiunta firmando l'Enciclica lunedi mattina a Castel Gandolfo, il Pontefice annota: «Questo documento, che avevo preparato perché si pubblicasse il 15 maggio scorso, nel novantesimo anniversario della Enciclica "Rerum Novarum" ha potuto essere da me definitivamente riveduto soltanto dopo la mia degenza ospedaliera». Il metodo non è quello «deduttivo», che fa discendere le applicazioni dalle norme codificate, ma «induttivo» che dalla realta storica risale alla dottrina. Il filo conduttore è biblico (57 citazioni dall'Antico Testamento su novantuno) per dimostrare che il valore e la dignità del lavoro umano, e della persona, derivano da Dio che ha voluto «/or partecipare l'uomo alla Creazione*. «Il lavoro umano è una chiave, e probabilmente la chiave essemiale, di tutta la questione sociale». In questa visione religiosa, il Pontefice motiva la sua Enciclica con la necessità di fornire indicazioni dinanzi alle nuove esigenze sociali e del lavoro, dovute al progresso tecnologico e alla disoccupazione anche intellettuale, che •richiederanno un riordinamento e un ridimensionamento delle strutture dell'economia odierna, nonché della distribuzione del lavoro-. Vi è inoltre il problema del 'legittimo posto* per il Terzo Mondo che rischia di diventare sempre più povero se non cambierà l'ordine economico internazionale. Il lavoro ha -il primato sulle cose e sul capitale », sia esso privato o collettivizzato. Il Papa — ed è una novità forse assoluta —riferendosi all'appello di Marx contro lo sfruttamento, nel secolo scorso, scrive: 'Bisogna francamente riconoscere che fu giustificata, dal punto di vista della morale sociale, la reazione contro il sistema di ingiustizia e di danno che gridava vendetta al cospetto del Cielo, e che pesava sull'uomo del lavoro in quel periodo di rapida industrializzazione*. Da allora, molte cose sono radicalmente cambiate, «si sono sviluppate diverse forme di neo-capitalismo o di collettivismo*, spesso con partecipazione dei lavoratori. Ma alcuni «sistemi ideologici o di potere hanno lasciato persistere ingiustizie flagranti o ne hanno create di nuove*. Il Papa ricorda che non è possibile usare il lavoro 'Contro l'uomo* e denuncia il lavoro forzato nei lager. Passa, a esaminare il conflitto ideologico, fra liberalismo, come ideologia del capitalismo, e il marxismo, inteso come ideologia del socialismo scientifico e del comunismo, «che pretende di intervenire in veste di portavoce della classe operaia, di tutto il proletariato mondiale*. Ne deriva, per l'Enciclica, una 'lotta programmata di classe, condotta con metodi non solo ideologici, ma addirittura, e prima di tutto, politici*. I partiti marxisti — prosegue — mirano al «monopolio del potere* in funzione del principio della dittatura del proletariato. Lamberto Fumo (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Lamberto Fumo, Marx, Riconosciuto

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Citta' Del Vaticano