Era sempre con l'amico invalido: la bomba di Gerusalemme li ha uccisi tutti e due

Era sempre con l'amico invalido: la bomba di Gerusalemme li ha uccisi tutti e due Ha fatto un'altra vittima l'attentato di sabato sera dopo la visita al Santo Sepolcro Era sempre con l'amico invalido: la bomba di Gerusalemme li ha uccisi tutti e due Aldo Gallo, 55 anni, operaio alla Fiat di Rivalta, è morto dopo un intervento alla testa - Si era offerto di accompagnare durante il viaggio Pietro Rocchio, claudicante per un infortunio sul lavoro - Ancora grave un ferito; gli altri migliorano Gli aveva detto all'aeroporto, prima di partire per Gerusalemme: «Stammi vicino e appoggiati se fai fatica a camminare con quella gamba 'matta". Io ti accompagno dappertutto». Aldo Gallo, dipendente Fiat, 55 anni, Rivalta, via XX Settembre 7, è stato fedele fino alla morte alla promessa fatta all'amico Pietro Bocchio. Anche lui è spirato, nella notte fra domenica e lunedi, con il corpo dilaniato dalle schegge dell'ordigno che un terrorista arabo ha lanciato sabato sulla strada che un gruppo di pellegrini italiani in Terrasanta (47 persone di cui 18 residenti a Rivalta) stava percorrendo per raggiungere le porte delle mura antiche della città. Le cure dei medici israeliani si sono dimostrate vane: un frammento metallico si era conficcato nel cervello dopo avergli trapassato l'occhio. Sono cosi salite a due le vittime dell'attentato che ha provocato 13 feriti, di cui 5 abitanti a Rivalta: Teresa Gallo, sorella del dipendente Fiat; Olga Calvi, casalinga; Matteo Mainardi, Vittore Piovano, agricoltore, e Mario Turina, impiegato comunale. Tutti sono stati ricoverati negli ospedali di Gerusalemme e operati. Il più grave sarebbe Matteo Mainardi, che è stato colpito dalle schegge ad entrambe le gambe e al fegato. La prognosi è riservata. Ieri le comunicazioni con Gerusalemme erano difficili, ma secondo le fonti di informazioni dell'Europe Assistance di Milano che ha mandato in Israele un suo medico, già oggi alcuni feriti dovrebbero tornare in patria e fra questi Olga Calvi e Mario Turina. Rivalta piange la morte di Pietro Bocchio e di Aldo Gallo e vive ore di trepidazione per i feriti. Ernesta Bertino, madre di don Franco Ferro Tessior, 40 anni, della parrocchia di S.S. Pietro e Andrea, organizzatore del pellegrinaggio e accompagnatore della comitiva, tiene i contatti con Gerusalemme. Dice: «L'ho saputo domenica mattina dalla Questura, poi ho sentito la radio. Franco mi ha telefonato ieri mattina e mi ha detto che forse oggi (ieri, n.d.r.) sarebbe tornato. Non mi ha raccontato nulla dell'attentato, mi ha solo detto che mi avrebbe richiamato e che non è rimasto colpito dalle schegge perché era l'ultimo della fila». Pietro Bocchio, 65 anni, piazza Bonda 6/A. lavorava come operaio alla Safety, ma sei anni fa fu costretto ad abbandonare il posto perché era rimasto invalido alle gambe per Una caduta dalle scale. Anche se era costretto a muoversi con le stampelle, non aveva rinunciato ad amministrare il piccolo patrimonio famigliare e a viaggiare. Prima di partire per il «tour» in Israele, raccontano i parenti, aveva parlato dei rischi che «c'erano laggiù per gli attentati, ma non si preoccupava perché i pericoli ci sono ovunque». Aggiungono i famigliari: «Lo abbiamo visto morire davanti alla tv, in casa; lo abbiamo riconosciuto dai ricami sulla camicia». Per quanto riguarda l'aspetto giuridico-sociale del tragico episodio, si ha notizia da Gerusalemme che, se per ipotesi vi saranno degli invalidi tra gli italiani, questi riceveranno una pensione che si basa sullo stipendio percepito da un dipendente medio-alto dello Stato israeliano e che è legata al costo della vita in Israele. Analogamente le vedove riceveranno una congrua pensione, il cui ammontare dipende anche dal numero dei figli orfani. La valutazione degli indennizzi e delle pensioni è legata a una serie di parametri. Sono morti Pietro Bocchio e Aldo Gallo; sua sorella Teresa e Mario Turina sono tra i feriti. Un'istantanea dei soccorsi