Desidera signora? «Un bicchiere di barbera» di Remo Lugli

Desidera signora? «Un bicchiere di barbera» Asti: tavola rotonda alla festa della Douja d'or sul rapporto tra la donna e il vino Desidera signora? «Un bicchiere di barbera» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ASTI — Le chiavi della -cella vinaria» sono ancora nelle mani dell'uomo o stanno passando in quelle della donna? E qual è, oggi, il rapporto tra la donna e il vino? La Camera di commercio, come introduzione alla quindicesima festa del vino -Douja d'or», ha cercato di avere queste risposte da una tavola rotonda su •L'altra metà del vino», titolo che parafrasa l'immagine orientale secondo la quale •l'altra metà del cielo» è rappresentata dalla donna. Una tavola rotonda di questo tipo non poteva non essere composta esclusivamente da elementi femminili: c'erano Cecilia Buzzolan, casalinga, Sandra Milo, attrice, Nicoletta Orsomando, presentatrice rai-tv, Anna Pesenti, giornalista. Gianna Schelotto, psicologa; moderatrice Marinella Venegoni, giornalista. Il vino è sempre stato unito all'immagine maschile: l'uomo che si riuniva con altri uomini in un'osteria intorno a una bottiglia. E le donne? Le donne insieme a dire il rosario, recitare i misteri, risponde la Venegoni nell'introduzione e chiede alle amiche che confidino il proprio mistero sul vino, su quello che rappresentava e che rappresenta. Ne escono cosi per lo più misteri gaudiosi. Orsomando: •Quando mi avvicino al villo sono ben disposta e mi piace berlo, poco ma buono». Milo: •Bevo per allegria, il vino fa bene al sangue, e mi fa dormire meglio». Buzzolan: -Il vino è una delle poche cose alle quali non vorrei rinunciare. Una tavola che manchi di una bottiglia di vino, una polenta o una bagna caoda accompagnate da acqua creano squallore». Pesenti: «Lo spumante è il vino dell'amore, predispone all'esser lieti». Lei ricorda anche un mistero glorioso: -In questi giorni l'Alitalia ha de¬ ciso che fa bere ai suoi passeggeri solo vino italiano» e un mistero doloroso: •Troppo spesso si parla di vini non italiani». L'introduzione è come un aperitivo blando, ma al suo turno la psicologa Schelotto trasforma il buon bicchiere di vino in un aspro motivo di polemica, di battaglia, in un argomento femminista. 'Questo dibattito ha suscitato stupore, ce ne sarebbe stato meno se il tema fosse stato quello della donna e il latte. Siamo sempre state abituate a considerare il latte alimento assai congeniale alla natura femminile. Perché nel destino delle donne c'è tanto latte e cosi poco vino? Le donne non bevevano vino perché avevano paura di restare incinte, non perché il barbera potesse ingravidarle, ma perché l'euforia derivante da una buona bevuta poteva sfumare la realtà, attenuare le ansie, favorire l'abbandono». Solo adesso, liberata dal pe¬ ricolo della sorpresa del «mese dopo» grazie ai contraccettivi, la donna, secondo la Schelotto è arrivata al vino. Scherza su uno slogan: «Con pillole e spirale il vino non fa -male». Aggiunge: •La donna ora beve di più perché si sente più forte, a tutti i livelli, e ritiene di poter accedere a questo maschilismo con uguali diritti». Ancora: •Mentre l'uomo per tradizione beve per dimenticare, la donna beve per ricordare, cioè per mantenersi lucida, critica e padrona delle sue libertà». Il dibattito che segue con il pubblico ha qualche sprazzo battagliero per la provocazione della psicologa (il professor Luciano Usseglio Tommasset, direttore dell'Istituto sperimentale per l'enologia, lamenta che ci si serva del vino per sbandierare argomenti femministi), ma presto la di scussione si riporta entro l'atmosfera che è congeniale al bicchiere di vino. E si parla di bianchi e di rosé, dei peccati che si possono commettere unendo barolo al pesce e cortese al camoscio, della discussa capacità della donna di sopportare i vini quanto l'uomo. Rosanna Canavero, sommelier, dice: «La donna può bere quello che vuole come l'uomo, ma soprattutto deve imparare a insegnare ad accostare vini e piatti adatti». E Vittorio Vallarino Gancia risponde, da industriale, alla domanda perché la donna beve di più: •Perché le vecchie barbera del dopoguerra che si tagliavano col coltello si sono raffinate. Mentre la donna è venuta verso il vino, il vino è andato incontro alla donna». Una tavola rotonda che, a detta del presidente della Camera di commercio Giovanni Borello, ha come mai nessun'altra riunione rallegrato l'aula magna. Alla fine, ovviamente, non poteva mancare una bella e generale bevuta di buon vino astigiano. Remo Lugli