Un nuovo allarme per Orvieto e Todi Occorrono 100 miliardi per salvarle di Giuseppe Fedi

Un nuovo allarme per Orvieto e Todi Occorrono 100 miliardi per salvarle Le frane: una continua minaccia per queste due magnifiche città umbre Un nuovo allarme per Orvieto e Todi Occorrono 100 miliardi per salvarle «Il risanamento è cominciato, ha detto il ministro dei Beni culturali, ma i dodici miliardi messi a disposizione sono ben poca cosa rispetto alla somma necessaria per garantire la stabilità della rupe» - La frana avanza in direzione del famoso duomo del Maitani DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ORVIETO — Bisogna trovare cento miliardi per salvare Orvieto e Todi che franano. L'appello, dopo la proposta di legge presentata al Senato alla fine di luglio da un gruppo di parlamentari umbri, è stato rinnovato ieri. «JI risanamento è cominciato — ha detto al ministro per i Beni culturali Scotti al sindaco Barbabella —, ma i dodici miliardi messi a disposizione dalla legge del "78 sono ben poca cosa rispetto alla somma necessaria per garantire la stabilità della rupe». Arriveranno i miliardi necessari? Scotti, anche ieri ha visitato la città del Duomo, ha promesso tutto il suo interessamento, lasciando però capire che l'iter della proposta di legge non sarà né breve né semplice. Il «male oscuro» di Orvieto e della rupe che croi la, ha detto, «é l'occasione giusta per verificare un nuovo rapporto di collaborazione fra il centro e la periferia». 'Occorre approvare il provvedimento al più presto — ha replicato il sindaco. — Ci rendiamo conto delle difficoltà per reperire, nell'attuale fase di stretta creditizia, questa somma, ma non c'è più tempo da perdere». Anche se la situazione non è allarmante come nei mesi scorsi, il dissesto è grave. La frana avanza in direzione del duomo del Maitani. Il fronte meridionale della rupe conti¬ nua a cedere. La stessa fortezza d'Albornoz si staglia a strapiombo sul ciglio instabile del precipizio, cosi come il convento di Santa Chiara. Su un lato del masso tufaceo i lavori sono già a buon punto, ma cosa accadrà durante l'inverno, quando l'acqua s'infiltra nella rupe, gela, allarga le fenditure e il tufo si sfalda precipitando a valle? •E' una eventualità cui non voglio pensare — ha detto in municipio il senatore Anderlini, della sinistra indipendente, uno dei firmatari della proposta di legge —. Lo Stato ha già speso dei soldi, che sarebbero buttati al vento se non arriva lo stanziamento che chiediamo». A percorrere le strade lastricate lungo gli oltre quattro chilometri di perimetro di un masso tufaceo che ha mezzo milione di anni e deve forse la sua origine alle eruzioni dei vulcani Vulsini, tutto sembra in ordine, ma i guasti si manifestano a scadenze regolari. Grandi lastre .di argilla si staccano dall'altura, come scaglie vuote di cartapesta. • E' caduto un liscione», dicono a Orvieto e indicano nella campagna sotto la rupe i blocchi che interrompono il paesaggio. Mentre si aspettano i finanziamenti che consentano di Imbrigliare la rupe con chiodature e tiranti, si vuole mettere a punto una stazione strumentale di rilevamento un osservatorio geologico, nella consapevolezza che se la rupe non sarà tenuta sotto controllo potrebbero risultare inutili perfino i sessanta miliardi chiesti. tE' mai possibile, nel 1981, andare avanti con le vecchie spie in vetro dei vi gili del fuoco?» ha osservato l'assessore Giustinetti, presi dente della commissione scientifica che coordina i la vori di intervento durante il sopralluogo al cantiere della Canicella, compiuto nella tar da mattinata con Scotti e il ministro per i rapporti col Parlamento, Radi. Nel pomeriggio Scotti, pri ma di incontrarsi, alla Fonda zione Faina, con i rappreseli tanti dell'Opera del Duomo < dell'azienda di Turismo, ha visitato il palazzo di Bonifacio VHI, sede prescelta per ospi tare il museo dedicato ad Emilio Greco. Lo scultore pittore, nell'aprile scorso, ha regalato ad Orvieto 130 opere che racchiudono 44 anni di at tività. Un regalo subordinato ad una clausola precisa posta dall'artista: il museo dev'essere pronto entro il 31 dicembre del prossimo anno, pena la decadenza della donazione Una serie di intoppi burocratici e difficoltà finanziarie rischia però di compromettere la realizzazione del museo. Un pericolo in più per il patri mordo artistico di Orvieto, già cosi compromesso. Giuseppe Fedi

Persone citate: Anderlini, Barbabella, Bonifacio Vhi, Emilio Greco, Faina, Giustinetti, Radi

Luoghi citati: Orvieto