Sette presunti terroristi ceneri» arrestati dalla polizia a Londra

Sette presunti terroristi ceneri» arrestati dalla polizia a Londra Accusati di attività sovversiva, omicidi e rapine a mano armata Sette presunti terroristi ceneri» arrestati dalla polizia a Londra Altri due sono stati fermati - La «retata» decisa dopo una visita a Scottami Yard di ufficiali dei carabinieri della Procura di Roma - Alcuni sarebbero coinvolti anche nella strage di Bologna DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Nove giovani italiani sono da venerdì in una stazione di polizia di Londra, e sette di essi sono stati arrestati su richiesta delle nostre autorità, in particolare della magistratura di Roma. Elio Giallombardo, Amedeo De Francisci, Stefano Tiraboschi, Massimo Morsello e la moglie Marinella Rita, Roberto Fiori e Marcello De Angelis: sono questi i nomi resi noti in Italia, nomi che descriverebbero sette presunti terroristi «neri». Seotland Yard non dà ragguagli, dice soltanto che. dei nove, sette erano ricercati per rapina a mano armata e attività sovversive in Italia. Cosa avverrà adesso? Lunedi mattina, i nove compariranno nella piccola e disordinata aula del tribunale di Bow Street (dinanzi al teatro dell'opera, il Covent Garden) i cui magistrati, oltre a svolgere funzioni di pretore, esaminano quasi tutte le richieste di estradizione. Durante quella prima udienza, l'ispettore di polizia che ha eseguito gli arresti informerà il giudice delle accuse mosse ai sette dalle autorità italiane: e il giudice autorizzerà la detenzione degli imputati per una settimana. Il rito si ripeterà ogni sette giorni, fino a quando il tribunale avrà vagliato tutta la documentazione inviata dal nostro governo. Non è procedura né facile né rapida: e in passato l'Italia ha subito non poche delusioni. Basti ricordare i casi Saccucci e Graziani. I dossier presentati dalle nostre magistrature non soddisfacevano le severe esigenze della giustizia britannica. Questa volta, però, l'Italia sembra essersi mossa con maggior perizia e prudenza. Anche se gli inglesi non confermano, varie notizie dicono che la retata di Seotland Yard sarebbe stata preceduta da una visita a Londra di ufficiali dei carabinieri del nucleo operativo di Roma: e altre aggiungono che molte e convincenti prove sostengono le accuse di rapina a mano armata. Le responsabilità di due dei nove prigionieri non sembrano molto gravi e non si esclude neppure che, lunedi, siano messi in libertà. L'Italia non aveva richiesto il loro arresto, gli inglesi li avrebbero fermati soltanto perahé trovati in circostanze sospette. I sette sono accusati di associazione sovversiva, banda armata e di una serie di delitti comuni; essi farebbero parte della stessa organizzazione terroristica nata dal Fuan (il gruppo giovanile universitario del msi). Il gruppo, secondo le convinzioni dei magistrati romani che si occupano dell'estremismo di destra e che qualche tempo fa hanno scoperto tutta l'attività di un analogo gruppo denominato «Terza posizione», oltre a rapine, aggressioni e danneggiamenti, sarebbe anche responsabile di quattro omicidi: Roberto Scialabba, Walter Rosi, Ivo Zini e Maurizio Arnesano. Quest'ultimo è un agente di pubblica sicurezza che venne ucciso con colpi sparati alle spalle da un gruppo di terroristi che per diverso tempo era riuscito a restare nell'ombra, ma che ora i magistrati della procura di Roma ritengono d'aver identificato. Ciascuno degli arrestati, poi, oltre che della partecipazione all'organizzazione terroristica, è accusato d'aver preso parte a singoli episodi delittuosi: Rita Marinella, ad esempio, è accusata d'aver partecipato a un attentato, con lancio di bottiglie incendiarie, contro il cinema romano Ambra J ovine Ili; Stefano Tira boschi avrebbe partecipato alla rapina compiuta nel negozio di armi «Omnia Sport»; Massimo Morsello sarebbe stato uno dei partecipanti alla rapina in questa armeria, insieme con Amedeo De Francisci. Elio Giallombardo, infine, è coinvolto insieme con gli altri, nell'inchiesta sulla strage avvenuta nella stazione ferroviaria di Bologna 11 2 agosto dello scorso anno. Roberto Fiore, considerato un personaggio di primo piano nell'inchiesta, è accusato d'aver partecipato non solo alla organizzazione di «Terza posizione», che comprende un centinaio di aderenti tutti recentemente inquisiti dalla magistratura romana e ormai prossimi a comparire in giudizio, ma anche di un altro gruppo. Per l'attività svolta nell'ambito delle due organizzazioni è colpito da due mandati di cattura ed è anche indiziato nell'inchiesta in corso a Bologna. L'arresto dei sette estremisti di destra non ha concluso l'indagine in corso all'estero. Diversi altri esponenti dei gruppi neofascisti sono, ancora ricercati. m. c.