Nei verbali del maresciallo i nomi dei quattro killer?

Nei verbali del maresciallo i nomi dei quattro killer? Il sottufficiale ucciso in un agguato a Palermo Nei verbali del maresciallo i nomi dei quattro killer? Le indagini puntano soprattutto sulla mafia e sulla piccola malavita - Decine di interrogatori - Oggi i funerali in forma solenne DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — Nessuna traccia dei killer» del maresciallo dei carabinieri Vito Iavolello. Per il momento sono sconosciuti anche i motivi dell'agguato di piazza Principe di Camporeale in cui è rimasta ferita la moglie del sottufficiale. Gli investigatori hanno lavorato tutta la notte: decine di persone sono state interrogate, alcune sottoposte alla prova del guanto di paraffina. Sembra scartato, comunque, il movente terroristico. Prende sempre più piede la convinzione che la morte sia stata decretata dalla piccola malavita. Per questo i carabinieri stanno controllando i fascicoli dei casi di cui s'era occupata la vittima. Può darsi che da questi verbali saltino fuori i nomi dei killers. Come ha accertato l'autopsia, il maresciallo, 51 anni, da 22 in servizio a Palermo, è stato freddato da una scarica di fucile a lupara. Sono miglio rate, intanto, le condizioni della moglie Iolanda Denada. di 48 anni, originaria di Bene vento, ferita di striscio dai panettoni. I due coniugi erano andati a prendere l'unica figlia, Luisa, di 20 anni, che frequenta un'autoscuola. Gli assassini — quattro giovani — si sono affiancati alla « 128» del sottufficiale con una «Ritmo» diesel trovata bruciata poco dopo, in via Caruso. Un vertice ha avuto luogo ieri in tribunale. Vi hanno partecipato il procuratore generale della Repubblica, il comandante del gruppo carabinieri e il questore. La salma del maresciallo Iavolello, dopo l'autopsia eseguita nell'istituto di medicina legale, è stata esposta nella camera ardente allestita nella cappella della Maddalena, nella sede della legione carabinieri per la Sicilia Occidentale. Una grande folla è continuata a sfilare per tutta la sera davanti al feretro. I funerali sono stati fissati per oggi in forma solenne, come quelli degli altri esponenti delle forze dell'ordine caduti in questi anni a Palermo, vittime della violenza mafiosa. Il 20 agosto 1977 fu assassinato il colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo (era il comandante di Iavolello) e con lui cadde l'insegnante elementare Filippo Costa, che passeggiava davanti a casa con l'ufficiale. L'11 gennaio del 1979 venne ucciso il brigadiere della squadra mobile, Filadelfio Aparo, impegnato nelle indagini su ladri e rapinatori. Il 21 luglio successivo, in un altro agguato di stampo mafioso, cadde il vicequestore Boris Giuliano, da cinque anni dirigente della squadra mobile. Il 4 maggio del 1980, sempre a colpi d'arma da fuoco, fu assassinato il capitano dei carabinieri Emanuele Basile, che come il dottor Giuliano combatteva la mafia e il racket della droga. Accanto a questi delitti, poi, numerosi altri: quelli del presidente della Regione Piersanti Mattarella, del procuratore della Repubblica Gaetano Costa, del giudice Cesare Terranova, già deputato della sinistra indipendente ed ex vicepresidente della disciolta commissione parlamentare antimafia, del maresciallo di ps Lenin Mancuso che da quindici anni scortava Terranova. Ieri a Palermo la sensazione era unanime: mafiosi e delinquenti comuni hanno colpito per vendetta. Antonio Ravidà .-ri- .-ri- Il maresciallo Vito «evoltila

Luoghi citati: Palermo, Sicilia