L'Etna sorvegliato speciale

L'Etna sorvegliato speciale Gli studiosi osservano costantemente l'irrequieto vulcano L'Etna sorvegliato speciale Da qualche tempo dà segni di nervosismo - Tremori, lanci di cenere e gas ed esplosioni si susseguono in continuazione - I vulcanologi però escludono una prossima eruzione CATANIA — Da qualche tempo l'Etna è «sorvegliato speciale»: i vulcanologi dell'Università di Catania, dell'Istituto internazionale di vulcanologia, dell'Istituto di scienze della terra e gli stessi catanesi lo tengono d'occhio. Tremori, lanci di cenere e gas ed esplosioni si susseguono quasi senza soluzione di continuità. Movimenti tellurici sono stati registrati sulle basse pendici allarmando le popolazioni dei paesi pedemontani e della Riviera ionica. Questa attività «esteriore» (cioè l'insieme delle manifestazioni che possono venire registrate senza strumenti) dura da diverse settimane; il fenomeno di degassamento iniziato il 26 luglio procede a ritmo sostenuto e costante. L'altro giorno un pennacchio di fumo, proveniente dal cratere di Nord-Est, si è allungato per chilometri e sotto la spinta del vento ha assunto la forma di una immensa spada con la punta rivolta verso il Mar Tirreno. La lava, intanto, ribolle nelle cavità vulcaniche avvicinandosi e riallontanandosi dal bordo dei crateri come se fosse indecisa se traboccare all'esterno o no. Ma i vulcanologi escludono che possa verificarsi un'eruzione a brevissima scadenza. I dati strumentali che vengono continuamente raccolti ed esaminati non mostrano nulla di anomalo che possa far pensare a un'attività effusiva imminente. Di solito, infatti, quando l'Etna sta per eruttare lava all'esterno ci sono segni premonitori ben precisi, come l'attività sismica convulsa, parossistica. Questi segni, tuttavia, si manifestano poco prima dell'eruzione, ragion per cui nulla esclude che una situazione del genere possa manifestarsi. C'è piuttosto da osservare che la «grande voragine», cioè il cratere centrale, è otturato da un ciclopico tappo di magma rappreso. Si tratta di una piattaforma di lava grande quanto un campo di calcio e pesante a dir poco centinaia di migliaia di tonnellate. Qualcuno teme che sotto la spinta dei gas che premono continuamente, il gigantesco tappo possa «saltare» frantumandosi e ricadendo in innumerevoli macigni incandescenti come è accaduto due anni fa a quota 3200 quando il tappo della «bocca nova» saltò uccidendo nove turisti e ferendone una ventina. Attorno al «tappo» del cratere centrale, però, si sta sviluppando una piccola polemica tra vulcanologi. Alcuni di essi sono certi che prima o poi salterà; altri sostengono che franerà all'interno del crate¬ re. Altri ancora sono del parere che esso resterà al suo posto per anni, per lustri, forse per sempre. Di questo avviso è il prof. Villari, direttore dell'Istituto internazionale di vulcanologia collegato al Con- siglio nazionale delle ricerche «i4 mio parere, ha detto il prof. Villari. "la bocca nova" sta assumendo il ruolo di cratere principale dell'Etna. Il cratere centrale diventerà secondario'. Una specie di cambio della guardia. Ma è vero che l'Etna sta cambiando le sue abitudini, che sta diventando «più cattivo e irrequieto»? Fino a pochi anni fa, infatti, il vulcano siciliano mostrava un comportamento abbastanza metodico, era più calmo, entrava in eruzione ogni cinque sei anni, non prima. Adesso erutta con più frequenza, anche più volte in un anno. Sembra essere diventato imprevedibile. Il prof. Villari contesta una teoria del genere. 'Non è possibile, ha detto, affermare che il vulcano siciliano stia cambiando comportamento, che le sue eruzioni abbiano mutato periodicità. E' vero che negli ultimi anni ci sono state più eruzioni, ma ciò non vuol dir nulla. Questi calcoli sono stati fatti su base statistica esaminando l'attività del vulcano in un arco di tempo troppo piccolo per trarre conclusioni. E stato esaminato un minuscolo campione di tempo, ma non sappiamo assolutamente nulla di come l'Etna si è comportato nelle centinaia di secoli passati'. Franco Sampognaro

Persone citate: Franco Sampognaro, Villari

Luoghi citati: Catania