Un carcere modello a Modena costerà quattordici miliardi di Franco Minelli

Un carcere modello a Modena costerà quattordici miliardi Sarà pronto fra tre anni, sostituirà il vecchio S. Eufemia Un carcere modello a Modena costerà quattordici miliardi Potrà ospitare 170 detenuti e 135 agenti di custodia con le loro famiglie - Sarà dotato di servizi sanitari, ricreativi e laboratori - La storia dell'antica prigione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MODENA — Entro tre anni la città avrà un nuovo carcere. Costerà 14 miliardi. Sarà funzionale e soprattutto dovrà corrispondere all'esigenza che l'espiazione della pena sia anche strumento di recupero umano e sociale. Ospiterà 170 reclusi, un padiglione per una trentina di detenuti in semi-libertà e 135 agenti di custodia con le loro famiglie. Sarà dotato di servizi sanitari, ricreativi, laboratori, biblioteca, parlatori per i colloqui con i familiari. Con questi obiettivi si procederà alla graduale smobilitazione delle vecchie prigioni di Sant'Eufemia, nel cuore di Modena, a pochi passi dal Duomo e dal Palazzo comunale. Il vecchio carcere appartiene alla città e alla sua storia. E' chiuso in un vasto isolato, nel quale hanno sede anche l'Istituto di Medicina legale e i comandi dei carabinieri. E' un unico edificio antico, eretto nel 1070 come monastero, come tale durato fino al 1798. Quell'anno Modena fu occupata, senza colpo ferire, dall'armata napoleonica del generale Sandos: gli ordini religiosi furono soppressi e i loro beni confiscati. I frati dovettero giurare fedeltà alla Repubblica Cisalpina, il culto subì ogni genere di restrizioni sino a essere vietato con l'incarcerazione del Papa e la sua traduzione in Francia. I modenesi furono gratili cati dell'./llbero della Libertà', del calendario e delle leggi francesi. II monastero di Sant'Eufemia fu trasformato in prigione. Ha ospitato, negli ultimi cento anni, Adani e Caprara, due gangsters del primo scorcio del secolo, e Ivo Daolio, Wuomo-mitruglia' degli Anni Cinquanta, le cui scorrerie se gnarono di paura il Mantovano e il Modenese. Analfabeta, 1''Uomo-mitraglia- imparò nel carcere modenese a leggere e a scrivere. Anche a Sant'Eufemia si ebbero evasioni clamorose. Nell'immediato dopoguerra ci fu una fuga in massa di detenuti che erano riusciti a sbrecciare il tetto del carcere, calandosi in pieno giorno nella strada. Agli attoniti passanti raccontarono di essere partigiani ingiustamente perseguitati, confidando, per farla franca, nella popolarità di cui la Resistenza godeva. Furono quasi subito catturati. Un'altra evasione fu tentata attraverso una botola in cortile, nella quale i reclusi s'infilarono raggiungendo le fogne; di qui sbucarono in un edificio di fianco al Caffè Molinari, il ritrovo della Modenabene di quegli anni. Ma an- che stavolta la libertà fu di breve durata. Adesso si è in attesa dell'ultima trasformazione di questi edifici. L'amministrazione comunale si ripromette di ottenere Sant'Eufemia in cambio di undici ettari nel quartiere Sacca, dove lo Stato farà sorgere, con ogni probabilità, la nuova casa di pena. «Se otterremo Sant'Eufemia — precisa il giovane assessore all'Urbanistica del Comune, ing. Andrea De Pietri —, con ogni probabilità lo utilizzeremo nel quadro dei nostri programmi per il recupero e la valorizzazione del centro storico. Pensiamo che una destinazione plausibile per Sant'Eufemia possa essere quella residenziale, con nuovi appartamenti». Nell'attesa che cominci la costruzione del nuovo carcere, il Comune si è impegnato a intervenire per far fronte alle esigenze del periodo di transizione. Ha acquistato in via Cartella una ventina di cadenti alloggi — ora in restauro — da mettere a disposizione delle guardie in servizio a Sant'Eufemia. Attualmente i secondini risiedono al terzo piano della prigione e l'esiguo spazio non consente la convivenza con le famiglie. Nel vecchio monastero c'è sovraffollamento: su 84 posti -letto i detenuti sono 120. Quasi inesistenti i servizi sanitari: non c'è un solo infermiere. Da poco è stata stipulata una convenzione con l'Unità sanitaria per assicurare ai reclusi l'assistenza infermieristica e specialistica. Franco Minelli

Persone citate: Adani, Andrea De Pietri, Caprara, Ivo Daolio, Mantovano, Molinari